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Formazione professionale: convegno nazionale del 15 novembre 2006

La Cgil e la FLC Cgil presentano la proposta per far uscire la Formazione professionale dallo stato di continua emergenza cui è stata condannata negli ultimi anni. Occorre garantire stabilità, identità ed autonomiaad un settore decisivo per la formazione al lavoro e nel lavoro di giovani e adulti.

03/11/2006
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Da troppi anni la Formazione professionale del nostro paese vive crisi ricorrenti, pagate essenzialmentedalle lavoratricie dai lavoratoriin termini occupazionalima anche di continua incertezza rispetto a diritti fondamentali nei posti di lavoro.

E’ una situazione che non conosce eccezioni, come dimostrano anchele ultime (in ordine temporale) vicende della Lombardia,che non trovano soluzione se si continua a pensare alla Formazione professionale come stampella povera del sistema “più grande”, quello dell’ istruzione, cui affidare i più deboli.

La CGIL e la FLC Cgil hanno, quindi, deciso di farsi carico di fare una proposta che faccia uscire da queste secche e difficoltà un settore di cui innanzitutto è necessario ricostruire una identità nazionale, condivisa dai soggetti istituzionali e sociali competenti.

E’ una proposta che parla di ricostruzione di senso, di ruolodi un settore fondamentalenella cosiddetta societàdella conoscenza, così profondamente diversa da quella nella quale sorsero i primi centri di Formazione professionale.

Ricostruire un’identità, non dimenticando né rinnegando il ruolo sociale che negli anni la Formazione professionale ha svolto proprio nei confronti dei più deboli.

Ma la società è cambiata, i bisogni delle persone di conseguenza sono mutati ed occorre rivedere paradigmi che storicamente hanno funzionato e che oggi rilevano inadeguatezza rispetto ai mutamenti culturali, sociali ed economici del nuovo millennio.

Occorre scrivere una pagina nuova. Ci vuole coraggio, uno sforzo di immaginazione per delineare il nuovo assetto, che deve corrispondere alle sfide che la contemporaneità pone, rifuggendo soluzioni di breve respiro, che lascerebbero, nel migliore dei casi,il settore nelle attuali condizioni di marginalità e precarietà.

Da questa condizione vorremmo liberare la Formazione professionale, per portarla verso compiti che le sono propri e che traguardano al lavoro le sue finalità e attività.

Costruire un comparto unico, cui ricondurre la molteplicità delle attività di formazione delle persone, sia di chi esce da percorsi di istruzione per entrare nel lavoro, sia di chi è già sul lavoro o di chi si trova a vivere una condizione di transizione, sempre più frequente.

Il Convegno del 15 novembre, di cui a giorni pubblicheremo il programma definitivo, rappresenta l’occasione per illustrare la proposta, aggiornarla con quanto emerso nel corso del confronto sviluppato su base territoriale, acquisire il contributo di autorevoli ospiti e dei partecipanti.

Al Convegno parteciperanno, infatti, lavoratrici e lavoratori del settore, responsabili di strutture confederali e di categoria, nazionali, regionali e provinciali, associazioni datoriali, rappresentanti di Enti gestori.

Roma, 3 novembre 2006