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La dirigenza scolastica campana fra i Borboni e Berlusconi

Una comunicazione del Direttore Generale dell’USR della Campania chiede ai dirigenti scolastici di contrastare il fenomeno del “cheating” durante le prove nazionali degli esami di terza media.

04/06/2010
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Con una specifica nota inviata ai Dirigenti Scolastici di alcune scuole della Campania circa un comportamento opportunistico tenuto durante le prove nazionali Invalsi degli esami di terza media del giugno 2009, il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico regionale chiede conto ai Dirigenti Scolastici dell’accaduto e li invita a contrastare efficacemente il fenomeno che viene denominato “cheating”. In italiano “imbrogliare”, pudicamente non tradotto nella nota direttoriale.

Con tutta evidenza, l’approccio alla questione da parte della Direzione regionale è di carattere esclusivamente amministrativo, burocratico, cartaceo e alla fine del tutto inefficace.

Non soccorrono nei fatti scolastici, culturali, dell’insegnamento-apprendimento i comportamenti amministrativistici e…. alla Brunetta.

E invece, come se si stesse parlando di un qualunque ufficio del Demanio o delle Poste (benemerite istituzioni prese ad esempio esclusivamente per significare l’universo degli Uffici), si attende il periodo a ridosso degli esami per fare un richiamo di “contrasto” ai Dirigenti Scolastici.

Così non va!

Non va, che nella catena del comando, irrobustita dal Decreto 150/2009, si scenda dal Ministro al Direttore, dal Direttore ai Dirigenti Scolastici, dai Dirigenti Scolastici ai Docenti.

Che una questione di tale delicatezza si risolva con una letterina del Direttore ai Dirigenti Scolastici è quanto di più lontano dalla bisogna possa essere pensato.

Si saranno messe a posto le carte ma non si sarà fatto un passo avanti nella cultura della valutazione che va costruita con coinvolgimento, discussione e con l’equilibrio ed i tempi necessari.

Del fatto si parlò sui giornali molti mesi fa. C’era tutto il tempo affinché si convocassero le opportune conferenze di servizio, si esaminasse il fenomeno, si discutesse, si consentisse ai collegi e ai Dirigenti Scolastici di confrontarsi sull’accaduto.

Si prenda atto che la scuola e la Docenza non sono semplici uffici e semplici impiegati. Che il sistema di valutazione va costruito insieme, che va creata coordinazione fra scuole e Invalsi, che vanno definiti per bene i confini dei contenuti, che la somministrazione implica lavoro del personale che dunque va coinvolto prima, durante e dopo l’elaborazione e la somministrazione delle prove.

Il fenomeno campano dovrebbe fare riflettere piuttosto che attivare le leve del comando burocratico e amministrativo che lasceranno sempre il tempo che trovano.

La FLC Cgil in ogni caso sarà a disposizione dei colleghi per affrontare le questioni nella loro giusta dimensione.

Roma, 4 giugno 2010