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Secondo Ciclo - documento Giunta Provincia di Milano

La Giunta della Provincia di Milano contro il decreto attuativo sul secondo ciclo. Pubblichiamo il comunicato stampa dell'Assessore all'istruzione ed edilizia scolastica della Provincia di Milano, Giansandro Barzaghi, dopo l'approvazione del decreto attuativo del secondo ciclo scolastico. Roma, 20 giugno 2005

20/06/2005
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Oggi (17 giugno n.d.r.) il Consiglio dei Ministri, sordo a tutte le obiezioni, riflessioni e fondate richieste provenienti dalle scuole e dalle istanze democratiche dell'intero Paese, ha approvato in via preliminare, su proposta del ministro Letizia Moratti, il decreto attuativo sul nuovo ciclo della scuola secondaria superiore in attuazione della legge 53/2003.

Nel comunicato stampa del ministero si tenta maldestramente di nascondere la filosofia classista dell'intero impianto della legge 53/2003. Il decreto non fa che confermare quanto già apparso nelle precedenti e numerose bozze: un sistema duale che prevede una divisione netta tra il sistema liceale, affidato allo Stato, e quello delll'Istruzione e Formazione professionale affidato alle Regioni. Il sistema liceale definito propedeutico all'università mentre quello dell'Istruzione e Formazione professionale finalizzato al lavoro. Peraltro il marchingegno dei passaggi all'interno e tra i due sistemi è stato ed è considerato dagli osservatori più attenti più vicino alla demagogia che ad una reale fattibilità. Lo stesso Ministro Moratti dopo aver abrogato la legge 9/99 che prevedeva 9 anni di obbligo scolastico e dopo aver introdotto per decreto il concetto di "diritto-dovere", cancellando di fatto l'art. 34 della Costituzione, con grande disinvoltura nel comunicato stampa apparso sul sito ministeriale fa riferimento all'innalzamento dell'obbligo scolastico (sic!).

Questo decreto richiede ora, per molti e rilevanti aspetti, il parere vincolante della conferenza Stato-Regioni. Le Regioni ora sono chiamate ad una ineludibile assunzione di responsabilità culturale e politica affinché la devastazione, che questa legge produrrebbe, venga ostacolata e non riporti indietro la scuola di 50 anni, cancellando le pari opportunità. Il medesimo impegno devrebbee essere assunto dalle Commissioni Parlamentari chiamate anch'esse ad esprimere il loro parere. E' auspicabile che anche gli enti locali assumano una netta posizione politica, espressione del contesto civile che rappresentano. La Giunta della Provincia di Milano si è già espressa affinché venga convocato un Consiglio Provinciale straordinario, per esprimere la propria contrarietà a questa inaccettabile degradazione della nostra scuola pubblica a cui si arriverebbe con l'attuazione di questa legge.

E' mio profondo convincimento che le forze politiche e sociali a cui rivolgo questo appello avranno l'intelligenza e le energie per fermare questo scempio e per proporsi come nuova forza di Governo che avrà la consapevolezza e la capacità di innalzare qualitativamente il livello della scuola italiana.