Il 22 giugno u.s., dopo 54 mesi, è stata siglata all’ARAN l’Ipotesi di Accordo per il rinnovo del CCNL ENEA 2002-2005.
Il testo siglato, proprio in questi giorni, viene illustrato e sottoposto al vaglio dei lavoratori dei vari Centri ENEA attraverso assemblee unitarie CGIL-CISL-UIL (con voto palese su mozione) e sarà oggetto, come da Statuto, di consultazione referendaria (a scrutinio segreto) fra gli iscritti FLC Cgil delle varie sedi il 12 e 13 luglio.
I primi risultati sono estremamente confortanti:
- Sede Centrale (Roma) 50 favorevoli (unanimità dei presenti);
- Casaccia (Roma) 147 favorevoli – 36 contrari – 3 astenuti;
- Portici (NA) 32 favorevoli – 5 contrari – 5 astenuti;
- Frascati (Roma) 78 favorevoli – 9 contrari – 5 astenuti
Tuttavia l’esito positivo della vicenda contrattuale (tra l’altro non ancora conclusasi, dato il recente avvio dell’iter autorizzativo) ha messo un po’ la sordina ad un evento invece di grande rilievo: lo scorso 28 giugno la terna commissariale dell’ENEA, nominata dal precedente governo e guidata dal Commissario Straordinario Prof. Luigi Paganetto, ha varato la nuova struttura organizzativa dell’ENEA, con la nomina dei dirigenti dei 5 Dipartimenti Tecnico-Scientifici e delle 3 Direzioni Centrali Amministrative.
Una scelta che consideriamo frettolosa e non rispettosa dei nuovi scenari e delle presumibili nuove linee di indirizzo politico-programmatico per l’Ente ed in generale per la ricerca pubblica; in particolare essa attua un Regolamento di Organizzazione e di Funzionamento approvato dal Ministro delle Attività Produttive Scajola il 31 marzo scorso (ad una settimana dal voto delle Politiche di aprile) da noi ritenuto uno strumento troppo rigido e burocratico per la funzionalità e l’efficienza della principale tecnostruttura della ricerca pubblica italiana.
Sarebbe stato utile un coinvolgimento più largo della comunità scientifica nazionale ed un approfondimento sui temi principali di questa ristrutturazione, anziché procedere ad un “maquillage” volto a sistemare dei dirigenti interni altrimenti non collocabili.
Il nostro Paese attraversa una fase difficile ed il necessario processo di innovazione e di sviluppo tecnologico ha bisogno di stabilità, di una programmazione di più ampio respiro e di un rapporto con il territorio delle strutture di ricerca più intenso e più proficuo; per questo auspichiamo un rapido ritorno alla “normalità” dell’ENEA, attraverso un confronto serrato con il Governo ed il Parlamento, i lavoratori dell’Ente e tutti gli altri soggetti interessati.
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