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Edizione Scuola

Direttore responsabile Ermanno Detti

Periodico telematico a cura della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil
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Anno V n. 50 del 6 dicembre 2009

   
 

4 buone ragioni per aderire allo sciopero
e partecipare alla manifestazione

   

1. Cancellazione dei tagli stabiliti dalla legge 133/08. Per una scuola di qualità

2. NO al licenziamento dei precari. SI alle assunzioni in ruolo su tutti i posti liberi

3. Rinnovare i contratti è un diritto e un fatto di civiltà

4. Per un lavoro motivato e partecipato

 
sciopero 11 dicembre 2009

1. Cancellazione dei tagli stabiliti dalla legge 133/08. Per una scuola di qualità

"La Scuola non si taglia!" Così recitava uno dei tantissimi cartelli della manifestazione del 30 ottobre 2008 e così ha dichiarato anche il nostro Presidente della Repubblica. Ma questo Governo persevera in una politica di impoverimento e di destrutturazione della scuola. I tagli stabiliti dalla L. 133/08 (oltre 130.000 posti e 8 miliardi in meno in tre anni), nonostante alcuni risultati ottenuti attraverso le mobilitazioni (stop al maestro unico e all'inglese potenziato, rinvio dei regolamenti delle superiori, ecc.), producono già da quest'anno i primi effetti devastanti. È difficile garantire il diritto allo studio e alla sicurezza e nel primo ciclo si assiste a una strisciante erosione degli elementi di base di una istruzione di qualità. E come se non bastasse, malgrado i tempi della scuola e delle famiglie, si vorrebbero attivare già dal prossimo anno i regolamenti delle superiori. La FLC ha ribadito il proprio dissenso sia nel metodo che nel merito e ha richiesto un rinvio dell'attuazione dei regolamenti della scuola secondaria di secondo grado, anche in considerazione che i pareri del Parlamento saranno espressi solo a gennaio. Lo abbiamo segnalato sia nelle audizioni alla Camera e al Senato sia nell'incontro al Ministero del 18 novembre.

La Scuola ha bisogno di altro: le riforme non si fanno con i tagli ma con gli investimenti.

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2. NO al licenziamento dei precari. SI alle assunzioni in ruolo su tutti i posti liberi

"Nessun licenziamento nella scuola". Questa la dichiarazione del Presidente del Consiglio lo scorso anno. Ma come si sa le bugie hanno le gambe corte. I licenziamenti ci sono eccome: almeno 25.000 lavoratori precari, solo quest'anno, non hanno potuto rinnovare il loro contratto. Lo confermano i numeri forniti dallo stesso Ministero e le domande per i cosiddetti contratti di disponibilità. La soluzione prospettata dal Governo attraverso le graduatorie prioritarie e le convenzioni con le Regioni si rivela di giorno in giorno sempre più iniqua, insufficiente e macchinosa. Si scaricano sulle Regioni i tagli del Governo, si mettono i precari gli uni contro gli altri, si complica il lavoro delle scuole e questo senza nessuna risorsa aggiuntiva, senza nessun intervento sugli ammortizzatori sociali.

Le 16.000 assunzioni in ruolo di quest'anno sono una goccia nel mare del precariato. Non si è rispettato il piano pluriennale di 180.000 assunzioni previsto dalle leggi finanziarie del 2007 e 2008 e non si è coperto neppure il turn-over: ecco la verità.

La FLC Cgil chiede un piano pluriennale di assunzione su tutti i posti liberi: già oggi sono almeno 90.000 (30.000 docenti e 60.000 ATA) e da questi si deve partire per avviare la stabilizzazione del personale precario che da anni garantisce il funzionamento delle scuole.

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3. Rinnovare i contratti è un diritto e un fatto di civiltà

12 euro lordi di aumento mensile è quanto ha messo sul tavolo il Governo per il rinnovo del contratto scuola. È un insulto: questa somma non garantisce il potere d'acquisto degli stipendi di una categoria con le retribuzioni più basse d'Europa. È una beffa: con questa somma si vorrebbe anche premiare il merito!

L'accordo separato per la riforma dei contratti prevede, per i settori pubblico e privato, la possibilità di recuperare lo scostamento rispetto all'inflazione solo al termine del triennio di vigenza contrattuale: cioè, il recupero non è certo.
La vera somma è in negativo: meno soldi alle scuole, tagli agli organici, licenziamento dei precari, diminuzione degli stipendi.

Con quale faccia il Ministro Gelmini continua a elogiare la sua riforma? Alla fine della cura cosa resterà della scuola?

La scuola vive in gran parte dell'impegno e della motivazione di chi vi lavora, i docenti il personale Ata, i dirigenti. Mortificare il loro lavoro, significa mortificare la scuola stessa.

I dirigenti, che il ministro Brunetta vorrebbe trasformare in arcigni funzionari governativi, aspettano il rinnovo del contratto da 48 mesi. È questo il trattamento da riservare a chi spetta la leadership educativa della scuola dell'autonomia?

Altro che riforme. Abbiamo un Governo arretrato e autoritario, che ha paura della libertà e della responsabilità di chi lavora.

La FLC Cgil ha già presentato le piattaforme per la scuola statale e non statale e le ha discusse in migliaia di assemblee. È in preparazione quella per la formazione professionale il cui contratto scade nel 2010.

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4. Per un lavoro motivato e partecipato

La legge Brunetta riporta l'orologio dei settori pubblici indietro di oltre 30 anni. Non ci sarà nessun miglioramento per i cittadini, in compenso – è questo il vero obiettivo del ministro – taglia i diritti dei lavoratori, introduce vessazioni invece di incentivi alla partecipazione e alla responsabilità, anche negando le elezioni delle RSU. Il tutto attraverso un pomposo e costoso, quanto inutile, sistema di controlli a scatole cinesi che costerà ai contribuenti 4 milioni di euro. Gli emolumenti dei "controllori" al servizio del ministro in quali titoli di coda saranno pubblicati?

Le modalità per aderire allo sciopero.

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Appuntamenti

 

Manifestazione nazionale a Roma

11 dicembre 2009 ore 9.30
da Piazza della Repubblica a Piazza del Popolo

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