12 euro lordi di aumento mensile è quanto ha messo sul tavolo il Governo per il rinnovo del contratto scuola. È un insulto: questa somma non garantisce il potere d'acquisto degli stipendi di una categoria con le retribuzioni più basse d'Europa. È una beffa: con questa somma si vorrebbe anche premiare il merito!
L'accordo separato per la riforma dei contratti prevede, per i settori pubblico e privato, la possibilità di recuperare lo scostamento rispetto all'inflazione solo al termine del triennio di vigenza contrattuale: cioè, il recupero non è certo.
La vera somma è in negativo: meno soldi alle scuole, tagli agli organici, licenziamento dei precari, diminuzione degli stipendi.
Con quale faccia il Ministro Gelmini continua a elogiare la sua riforma? Alla fine della cura cosa resterà della scuola?
La scuola vive in gran parte dell'impegno e della motivazione di chi vi lavora, i docenti il personale Ata, i dirigenti. Mortificare il loro lavoro, significa mortificare la scuola stessa.
I dirigenti, che il ministro Brunetta vorrebbe trasformare in arcigni funzionari governativi, aspettano il rinnovo del contratto da 48 mesi. È questo il trattamento da riservare a chi spetta la leadership educativa della scuola dell'autonomia?
Altro che riforme. Abbiamo un Governo arretrato e autoritario, che ha paura della libertà e della responsabilità di chi lavora.
La FLC Cgil ha già presentato le piattaforme per la scuola statale e non statale e le ha discusse in migliaia di assemblee. È in preparazione quella per la formazione professionale il cui contratto scade nel 2010.
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