In ben tre ostacoli è inciampato il Governo, segnatamente il MIUR, in questi giorni.

Il primo ha riguardato la questione del cosiddetto "inglese potenziato" nella scuola media. Qui il MIUR aveva disposto con circolare la possibilità che, anziché studiare la seconda lingua comunitaria, lo studente potesse scegliere di potenziare lo studio dell'inglese dedicandovi le ore della seconda lingua. Raffica di ricorsi e la sentenza del TAR che, sospendendo la circolare, ne impediva l'attuazione. Alla fine il MIUR non ha potuto che prendere atto delle sospensioni e, pur avanzando ricorso al Consiglio di Stato, ha emanato una circolare con cui sospende quella precedente e con essa l'inglese potenziato.

Il secondo ostacolo si è determinato col trascorrere del tempo: il 25 giugno scorso è infatti passato un anno dall'emanazione del decreto legge 112, poi diventato legge 133, che ha dato inizio a tutti i tagli e alle modifiche di ordinamento di quest'anno. E siccome 12 mesi erano i tempi previsti per l'adozione di tutti regolamenti, era lecito porsi la domanda se e quali ordinamenti "varati" fossero validi. C'è stata anche una interpellanza urgente del PD in Parlamento. Ecco che allora il MIUR ha pensato bene di pararsi le spalle inserendo una norma "interpretativa" nell‘ultimo decreto varato dal Governo: i decreti vanno intesi come adottati anche in prima lettura. A parte il merito, è un peccato che questa precisazione sia avvenuta il 26 giugno a scadenza superata.

Non si era ancora compiuta questa ennesima sceneggiata da "repubblica delle banane", che il MIUR ed il governo sono inciampati nel terzo ostacolo: la Corte Costituzionale decretava l'irregolarità dei provvedimenti sul dimensionamento per il mancato rispetto delle prerogative regionali e l'impossibilità di delegare alle regioni la responsabilità sul sistema scolastico, che resta nazionale. Ma, soprattutto, sottolineava che, laddove con un decreto ministeriale o un regolamento si fossero modificate leggi precedenti, per l'attuazione sarebbe occorso il completamento dell'iter, cosa che non è avvenuta nei recenti provvedimenti, attuati tutti in base a norme ancora non ultimate e su cui la FLC aveva presentato con successo anche ricorsi al TAR.

Torna su

Si è tenuta il 3 luglio la riunione presso l'ARAN con all'ordine del giorno la "definizione del calendario delle votazioni per il rinnovo delle rappresentanze unitarie del personale del Comparto Scuola".
La convocazione è arrivata dopo che la FLC Cgil, unico sindacato, ha indetto le elezioni per le RSU nel comparto scuola, nel rispetto della normativa vigente e nei tempi acquisiti da prassi consolidata.

Con nostro vivo stupore, la rappresentante dell'ARAN ha fatto presente l'avvenuta indizione delle elezioni ma ha anche ricordato, immediatamente dopo, che siamo in vista di modifiche legislative in materia di regole contrattuali e della rappresentanza e, per questi motivi, ha chiesto alle Organizzazioni presenti se ritenevano opportuno fissare il calendario delle votazioni, dimenticando il delicato ruolo di soggetto imparziale che è affidato all'ARAN.

Le altre Organizzazioni sindacali, accogliendo il suggerimento, hanno giudicato inopportuno fissare la data delle elezioni in attesa della legislazione che modificherà il sistema contrattuale e il ruolo delle RSU: il tutto in aperta contraddizione con la natura contrattuale ed "endosindacale" della normativa che sovrintende alle elezioni delle RSU.

Forse per risparmiare l'imbarazzo ai sindacati di categoria, l'allineamento alle posizioni ARAN, qui portavoce della maggioranza, è stato espresso dalle Confederazioni.

La FLC ha ricordato, manifestando il suo stupore per la posizione dell'ARAN, che l'oggetto della convocazione era la definizione di un calendario delle votazioni sulla base della legislazione vigente e non speculazioni e ipotesi su futuri cambiamenti.

La seduta è stata aggiornata, come richiesto dalla CGIL, ma la funzionaria dell'ARAN ha rifiutato di redigere un verbale della seduta: un ulteriore strappo a regole e comportamenti corretti nei rapporti fra le parti.

Torna su

Mentre sono in corso le operazioni per le graduatorie provinciali dei docenti e degli ATA  e per le graduatorie d'istituto docenti (entro il 31 luglio la compilazione del modello B), dal Ministero non arriva ancora nessuna risposta sulle immissioni in ruolo e sui provvedimenti di tutela per i lavoratori precari licenziati a settembre.

Nell'incontro del 10 giugno scorso era stato preannunciato un provvedimento urgente a tutela dei lavoratori che il prossimo anno non avranno più un contratto annuale, i cui contorni restano ancora fumosi. Nel decreto anticrisi non c'è l'ombra di questo provvedimento anche se "voci di palazzo" danno per certo un emendamento in sede di conversione. Siamo davvero al ridicolo: un Governo che emana un provvedimento urgente che poi emenda sé stesso per aggiungere un provvedimento annunciato da mesi non è certo un Governo serio e attento ai problemi dei lavoratori.

Torna su

Il 26 giugno scorso è stato siglato al Miur il Contratto Integrativo Nazionale sulle utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie per il 2009/2010. Diverse le novità positive a tutela dei lavoratori della scuola.

Queste le scadenze per la presentazione delle domande:

• 10 luglio per il personale docente della scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di secondo grado.
• 24 luglio per il personale docente della scuola secondaria di primo grado e per gli insegnanti di religione cattolica.
• 4 agosto per il personale Ata.

Vai allo speciale mobilità.

Torna su

Il Miur ha emanato la circolare con cui vengono fornite indicazioni per la definizione dell’organico di fatto per il prossimo anno scolastico. Come denunciato dalla FLC Cgil, non c’è alcun riscontro positivo rispetto alle dichiarazioni e agli impegni del ministro Gelmini ad attenuare il taglio agli organici, non c’è nessuno sconto rispetto all’ammontare complessivo della riduzione, né sul personale docente (-42.000 posti) né sul personale Ata (-15.000 posti).

Torna su

Torna su