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Corriere-Il Veneto: più storia locale. Calabria, si pensa all'arabo

Il Veneto: più storia locale. Calabria, si pensa all'arabo La Lombardia punta ad aprire ai privati. E l'Emilia Romagna, contraria, prepara un "progetto solidale" MILANO - Storia della Repubbl...

04/12/2002
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Corriere della sera

Il Veneto: più storia locale. Calabria, si pensa all'arabo

La Lombardia punta ad aprire ai privati. E l'Emilia Romagna, contraria, prepara un "progetto solidale"

MILANO - Storia della Repubblica di Venezia in Veneto. Lingua araba e greca in Calabria. Concorsi regionali per gli insegnanti in Lombardia. Questa la scuola dell'Italia federale che verrà. Dipinta in poche righe nel testo della riforma Bossi. Ma soprattutto immaginata da amministratori e addetti ai lavori impegnati nel dibattito sul futuro dell'istruzione. Da una parte ci sono i favorevoli. I del tutto favorevoli. Il "governatore" del Veneto, Giancarlo Galan (Forza Italia) pensa già a dare maggiore spazio alla storia locale nei programmi "perché nessun giovane esca più dalle scuole dell'obbligo pensando che Venezia è stata solo una delle quattro repubbliche marinare". L'assessore all'Istruzione della Lombardia, Alberto Guglielmo (Forza Italia), ne fa una questione di risorse: "Con più fondi potremo formare meglio gli insegnanti e aprire i laboratori degli istituti tecnici al privato". E il collega di assessorato e di partito del Piemonte, Giampiero Leo, ha già trasformato il tavolo di confronto sul buono scuola (tra amministratori, scuola, sindacati, studenti e associazioni di categoria) in un laboratorio per individuare le priorità federaliste. Quindi i favorevoli con riserva: l'assessore alla Cultura della Calabria, Saverio Zavettieri ("socialista alleato della Cdl"), teme "nuovi squilibri" ma inserirebbe volentieri nei programmi scolastici della sua regione ("vero ponte del Mediterraneo") lo studio "dell'arabo, del greco e dei beni culturali". Dall'altra parte ci sono i contrari alla devolution in toto, e in particolare a quella applicata al mondo della scuola: il presidente della Toscana Claudio Martini (Ds) che parla di "riforma in controtendenza con le linee europee" e l'assessore alla Cultura dell'Emilia Romagna (Ds), Mariangela Bastico, che, mano tesa al Presidente Ciampi, ha già pronto un contro-disegno di legge "per trasferire le risorse direttamente alle autonomie scolastiche in modo rigorosamente solidale".
Giovanna Bianchi, capogruppo della Lega Nord nella Commissione Istruzione della Camera, sgombra il campo da "inutili allarmismi": "La devolution applicata alla scuola altro non è che la naturale continuazione della Riforma Moratti". E a quanti temono che tutto si riduca al trasferimento in tutta Italia del modello della "scuola bosina" dove insieme alla matematica si studia il dialetto (la scuola della Lega nata a Varese e coordinata dalla moglie del senatùr ) replica: "Su una quota di programmi le Regioni avranno carta bianca, ma non si può ridurre tutto all'insegnamento del dialetto: mentre alle elementari si porterà in cartella il libro di storia del territorio, al liceo si studierà economia regionale". Aggiunge il "governatore" Galan: "Sui programmi nessuno ha messo in dubbio che sia lo Stato a dare le linee guida generali". Quanto all'organizzazione: "Penso subito a stipendi migliori per gli insegnanti, quindi a calendari e orari più adeguati alle esigenze delle famiglie". Ma l'assessore Bastico ribadisce: "In questo modo ci troveremo con venti ordinamenti scolastici e l'autonomia azzoppata".
Alessandra Mangiarotti

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