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Corriere-Lombardia-Presidi in rivolta: "Pochi soldi, tanta burocazia

Cresce la protesta dopo la bocciatura delle materne e delle medie della città. "Non riusciamo nemmeno a sostituire un vetro rotto" Presidi in rivolta: "Pochi soldi, tanta burocazia" Scuol...

07/11/2002
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Corriere della sera

Cresce la protesta dopo la bocciatura delle materne e delle medie della città. "Non riusciamo nemmeno a sostituire un vetro rotto"

Presidi in rivolta: "Pochi soldi, tanta burocazia"

Scuole insicure, via agli interventi dei Vigili del fuoco sulla staticità: ne effettueranno dieci al giorno

Via Lanciani, materna ed elementare "Brasile": "Non c'è la scala antincendio - dice Marina Erikson - e chiediamo l'intervento del Comune da cinque anni, mio figlio era iscritto alla prima, allora. Adesso è in prima media, alla Winckelmann, sempre nel terzo municipio, lì manca l'uscita di sicurezza". Proteste quotidiane, ormai. Alle quali si aggiunge la psicosi da terremoto, dilagata dopo la tragedia di San Giuliano. Protestano anche i presidi, che accusano il Comune di non provvedere più alla piccola manutenzione: "Fino a qualche anno fa - raccontano dirigenti di scuole di diversi municipi - avevamo una cifra annuale, adesso dobbiamo rivolgersi al Municipio anche per cambiare un vetro rotto, con il risultato che non riusciamo neanche a sostituire una maniglia". Sembra, però, che da quest'anno le scuole riotterranno il finanziamento. "Ma prima erano circa cinquemila euro a scuola - dice Antonino Titone, preside della media San Benedetto e coordinatore dei dirigenti scolastici dela Cgil di Roma - adesso mille, ma sarebbe già importante ottenerli". Altro capitolo, psicosi da terremoto: dilagata in città dopo la tragedia di San Giuliano. I vigili del fuoco, allertati dalle telefonate dei genitori, si sono recati in dodici scuole per effetture sopralluoghi. Ne faranno dieci al giorno, adesso, e dopo qualche giorno stabiliranno se impiegare una task force. "Non dovrebbero esserci situazioni pericolose - dice il comandante Luigi Abate - ora lavoreremo con Comune e Provincia per pianificare gli interventi".
Sempre ieri, dopo aver letto i dati sull'adeguamento alla 626 resi noti dal Campidoglio, i presidi hanno protestato con il Comune e i Municipi: "Da tre anni non abbiamo soldi neanche per la piccola manutenzione", dice Titone. La Uil scuola, per voce del segretario Gianni Febroni, fa sapere che "a Roma le scuole non a norma con la legge 626 sono l'ottanta per cento del totale". Scuole insicure, insomma. "Due giorni fa - dice Claudia Pacher, preside dell'istituto comprensivo De Magistris (VI Municipio) - una bambina si è fatta male perché le piastrelle sul pavimento si sono frantumate. E poi nella mia scuola non ci sono neanche le porte antipanico". "La verità - aggiunge Eva Pasqualini, la preside della elementare Walt Disney (IV municipio) - è che non solo non riceviamo più soldi da qualche anno, ma che quando ci rivolgiamo agli uffici tecnici non riusciamo mai ad avere ciò che chiediamo. Eventi sismici in questa città non dovrebbero verificarsi, ma, ad esempio, nella mia scuola ci sono quattro plessi: agli atti, non ho neanche un certificato di idoneità statica". Per rilasciarli ad ogni scuola, il Comune due giorni fa ha stanziato 600 mila euro. Roberta Angelilli, An: "Da anni segnaliamo questo stato di cose, ma la sicurezza nelle scuole è diventata un'emergenza solamente adesso, dopo il Molise".
"Non ci sono scale d'emergenza - racconta la preside Simonetta Fasoli, media Volleresi (XVI Municipio) - ma è quasi meno triste del dover aspettare mesi prima di poter sostituire una porta. Prima avevamo questi fondi poi è arrivata l'autonomia didattica e gestionale ma ci sono stati tolti: non è una contraddizione?". Un'esigenza delle casse, forse. "Ma non credo si risparmi molto, così - dice l'assessore alla Scuola della Provincia, Marco Clarke - noi abbiamo deciso di stanziare dei soldi proprio per permettere ai licei di provvedere alle piccole riparazioni". Protestarono anche i presidi dei licei, mesi fa. "Con i soldi che avevamo - dice il preside Titone - dimezzavamo i costi comunali e azzeravamo i tempi d'attesa. Perché cambiare sistema?".
Alessandro Capponi