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EMERGENZA SCUOLA IL LEADER REGIONALE DELL'ASSOCIAZIONE DEI PRESIDI, MALANDRINO SI SCHIERA. LA MAPPA DEL MOVIMENTO IN CAMPANIA

EMERGENZA SCUOLA IL LEADER REGIONALE DELL'ASSOCIAZIONE DEI PRESIDI, MALANDRINO SI SCHIERA. LA MAPPA DEL MOVIMENTO IN CAMPANIA "Moratti, troppi errori i ragazzi hanno ragione" Occupato ...

02/12/2001
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EMERGENZA SCUOLA IL LEADER REGIONALE DELL'ASSOCIAZIONE DEI PRESIDI, MALANDRINO SI SCHIERA. LA MAPPA DEL MOVIMENTO IN CAMPANIA
"Moratti, troppi errori i ragazzi hanno ragione"
Occupato l'Umberto. Scuole in fibrillazione
GIANTOMASO DE MATTEIS


"Hanno ragione. Quei ragazzi hanno ragione da vendere quando protestano perché mancano le strutture idonee per fare scuola. Hanno ragione quando invocano la pace e criticano la Moratti". Parola di un ex sessantottino e del presidente regionale dell'associazione nazionale presidi, Dionisio Malandrino. Che plaude allo "spontaneismo" del movimento, purchè non si faccia cavalcare e strumentalizzare. Allora sì ragiona l'ideatore del "vademecum dell'occupazione", decalogo che invita al dialogo tra le "parti" che la lotta porta a risultati positivi. Lezioni di un preside che a 18 anni, nel '68, occupò per quattro mesi l'università. E che oggi parla della scuola prendendo a prestito le "spinte e le frenate" di Neil Postmann, sociologo americano della "termodinamica della società" (e della scuola). Fuori dai tecnicismi: la "spinta è Berlinguer", la "frenata è Moratti". Stefano Caldoro, sottosegretario all'Istruzione ha un'altra interpretazione dei fatti: "Il disagio è stato causato dal governo del centrosinistra". Dunque, le "proteste sono legittime". Opinioni, certo. In mezzo c'è il movimento. Quello che ieri ha occupato pacificamente, dopo vari tentativi, anche il liceo classico "Umberto" (vigilato tutta la notte dalla Digos). Un movimento ancora "informe". Diviso: a scendere in piazza è la sinistra (Unione, Confederazione, Rete), tace il centrodestra ("Non c'è ancora riforma: sono strumentalizzati dalla sinistra", dice il responsabile di Alternativa studentesca, Simone Paini). Una galassia di sigle che rivendica l'autonomia dai partiti, rifiuta identikit massmediologici, mette in soffitta "pantere" e "dejavù". Ma è capace, anche grazie alla rivoluzione telematica, di far scendere in piazza 10mila giovani a Napoli (l'Unione). O di mettere in difficoltà la Moratti e il suo staff (la delegazione partenopea della Confederazione) sull'esistenza o meno di un consiglio di amministrazione all'interno dell'Itis. "Diceva che c'era dal '97: che brutta figura", dice Francesco Borrelli, leader nazionale della Confederazione, vicina ai Verdi, attivi soprattutto a Napoli e in Campania. Moderati, abili nell'associazionismo e nelle strutture parallele, alcuni studenti della Confederazione iniziarono e sospesero giorni fa lo sciopero della fame. Leggono Alessandro Barricco e Paolo Coelho, Jeremy Rifkin e Banana Yoshimoto. Ascoltano di tutto, dalla musica leggera alla disco con la quale ritmano i loro cortei. Gusti un po' lontani dai loro coetanei dell'Unione, 6mila iscritti in Campania, strutturati in coordinamenti, capaci di "spostamenti" di massa nelle piazze (ieri a Pompei per la giornata dell'Aids hanno chiamato a raccolta tutte le scuole dell'area vesuviana e dell'agro nocerino sarnese). Sono "figli" della Cgil. Ma guai a ricordare loro colori partitici: "Non siamo né diessini né rifondaroli, nè neri o qualunquisti", dice il loro leader Fabrizio Greco. Vogliono solo "demorattizzare" la scuola, "proteggere" l'articolo 18 e invocare la pace. Al momento. Anche a suon di musica ("Che non è di destra né di sinistra", sottolinea Fabrizio). Vanno bene i "Doors" come "Manu Chao". Poi ci sono quelli della Rete campana studenti in movimento: gli "spontanei" per eccellenza, i "disobbedienti" agli schemi precostituiti. Sono quelli del levantamiento alla Marcos, dell'insorgenza; dei collettivi senza un coordimento nazionale, dei centri sociali. Quelli che da una parte contestano la Moratti dall'altra dichiarano la bancarotta del sistema educativo tanto da sollecitare alla Provincia la dichiarazione dello "stato d'emergenza" della scuola. "Il libretto di Mao va bene ai cinquantenni", taglia corto il portavoce Antonio Musella. "Preferiamo Noam Chomsky ("Cortili dello zio Sam") e Toni Negri ("Empire") in salsa rap e reggae". Non per niente i numi tutelari sono i "99 Posse".