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«Integrativo scippato». Protesta in rettorato a Ferrara

In cento manifestano contro il taglio medio di 275 euro all’anno Nappi scende in strada e parla ai lavoratori: «Siamo di fatto commissariati»

07/02/2013
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Nuova Ferrara

di Fabio Terminali

Buona adesione, ieri mattina, allo sciopero di due ore del personale tecnico-amministrativo dell’Università, indetto da Cgil, Cisl, Uil e Confsal. Un centinaio di persone ha inscenato un presidio dell’ingresso degli uffici dell’ateneo in via Ariosto. Al centro della protesta, l’ammontare delle risorse destinate per il 2012 alla contrattazione integrativa. «Vengono stanziati 667mila euro – dice Mauro Vitali (Cisl) –, invece secondo noi sarebbero dovuti essere 805mila. I tagli agli stipendi sono cospicui, abbiamo calcolato una media di 275 euro all’anno in meno. Alcuni capiufficio e funzionari poi si devono pagare da soli l’assicurazione e non va dimenticato che il salario accessorio non viene pagato dal 1° gennaio 2012». I sindacati criticano l’applicazione “integralista”, come la definiscono, da parte di Unife di due circolari ministeriali che disciplinano dal centro la materia, scavalcando su alcuni contenuti il contratto nazionale di lavoro. Ecco spiegato lo “scippo” in busta paga, che non viene digerito dai circa 500 dipendenti coinvolti. «E’ un momento molto difficile – spiega Cecilia Marchi, impiegata nella segreteria studenti – e anche questa vicenda non aiuta, perché si dimostra scarso rispetto per chi lavora. Il mio è un ruolo delicato, a diretto contatto con il pubblico: a volte il lavoro è tanto che non si ha neanche tempo per pensare». Al sit in c’è anche l’autista del rettore: «Ancora non ho fatto i conti di quanto sto perdendo sullo stipendio – osserva Giovanni Santoro -, mi sa che con i tempi che corrono prima o poi lo rivorranno indietro tutto. Cosa ne pensa Nappi? E’ amareggiato, comprende le preoccupazioni dei dipendenti». Il rischio tuttavia per l’ateneo è quello di incorrere in danno erariale, in caso di mancata certificazione da parte del collegio dei revisori dei conti, dove le ragioni della “rigidità” finanziaria sono molto seguite. Nappi accetta di parlare ai lavoratori con lo stesso megafono usato dai manifestanti «Tutti i provvedimenti che danneggiano la ricerca e la formazione devono essere rivisti. In prima persona ho sottoposto la vicenda ferrarese a livello ministeriale: oggi siamo in pratica ad un commissariamento da parte di quello delle Finanze su quello della Ricerca e Università, un fatto che sta erodendo gli spazi dell’autonomia universitaria e del dialogo democratico». Sul “caso Ferrara” potrebbe esprimersi presto la Conferenza dei rettori e l’attenzione si accende: al presidio erano presenti rappresentanti dei lavoratori di altri atenei della regione. Per i sindacati quello di ieri è un primo passo avanti. «E’ inammissibile – sostiene Egidio Grassi (Cgil) – il mancato rispetto dei patti sottoscritti. La democrazia non può rimanere fuori dei luoghi di lavoro, ancor più se pubblici».