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La Sicilia-Panini (Cgil): "Perché no alla riforma Moratti"-L'intervista.

Panini (Cgil): "Perché no alla riforma Moratti" L'intervista. "Il 24 inviteremo gli insegnanti allo sciopero. In Sicilia drastico taglio agli organici" L'abbiamo afferrato al volo, Enrico Pani...

21/03/2003
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La Sicilia

Panini (Cgil): "Perché no alla riforma Moratti"
L'intervista.
"Il 24 inviteremo gli insegnanti allo sciopero. In Sicilia drastico taglio agli organici"

L'abbiamo afferrato al volo, Enrico Panini, segretario nazionale della Cgil-scuola, durante la sua fuga verso l'aeroporto di Catania, chiamato urgentemente da Epifani, il segretario generale della Cgil, a Roma per tenere sempre aperte le sedi del sindacato dopo l'ultimatum all'Iraq e per proclamare scioperi di protesta alla scoppio della prima bomba americana.
Allora Panini, dopo un anno ci rivediamo a Catania in vista dello sciopero del 24 prossimo, proclamato da tutti i sindacati della scuola. Ci dice quali sono i motivi?
"Primo: la mancata chiusura del contratto, scaduto da 15 mesi. Nonostante fosse stata assicurata la sua copertura economica, anche in rapporto all'inflazione, non c'è alcuna certezza sulle cifre. Secondo: il taglio degli organici e la precarizzazione del lavoro di docenti e Ata. Si prevede che saranno dati appalti, oltre che per le pulizie, anche per le segreterie. In Sicilia se ne perderanno subito 1823. Voci di corridoio dicono, fra l'altro, che a voi è stato dato troppo: è bene che restituiate il maltolto".
Su che base è fatto il calcolo di queste perdite di posti?
"Il calcolo si desume dal decreto iterministeriale sugli organici. Anche dalla finanziaria, con la copertura delle cattedre a 18 ore, è visibile. Contro tutta questa politica lo sciopero".
La Riforma Moratti. La Cgil, ma anche altri sindacati, come la Gilda, sono contrari. Perché?
"Intanto la legge delega ha espropriato il Parlamento di una sua prerogativa. Abbiamo già dato mandato ai nostri avvocati di impugnarla per incostituzionalità. Ma non l'accettiamo anche per altri motivi. Il nostro è l'unico paese del pianeta che diminuisce l'obbligo, fermandolo a 13 anni, mentre tutta la normativa, per esempio, sui contratti di formazione professionale partono da 15. C'è un anno anomalo, se non due, nel quale il ragazzo sarà parcheggiato. Altro motivo. Questa riforma, oltre a non avere copertura finanziaria, impone un sistema duale disastroso. Dopo la terza media il ragazzo deve scegliere tra 8 licei o la formazione professionale, precludendo a tanti una minima istruzione garantita. Le famose passerelle, tra i licei e i professionali, non potranno mai funzionare dal professionale al liceo. E allora: dov'è questa rivoluzione copernicana?"
Tuttavia anche con la riforma Berlinguer erano previsti i professionali. E poi, se un ragazzo fallisce ai licei non è meglio che vada a lavorare?
"La formazione professionale è importante, ma prima dobbiamo assicurare la formazione culturale per farne un cittadino. La stessa confindustria richiede un lavoratore che riesca a leggere dentro e fuori di se e che si adatti al mondo del lavoro che cambia".
Ora c'è la Legge, ma manca la riforma, nel senso che bisogna tradurla con le norme di attuazione. Se il ministro chiedesse la vostra collaborazione voi accettereste?
"Certamente! Per noi non c'è pregiudiziale politica. Se c'è possibilità di confrontarsi sul merito, noi lo faremo".
Pasquale Almirante