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Marito e moglie supplenti senza uno stipendio da mesi

Una coppia che lavora a Legnago solleva il problema: sono centinaia i sostituti che non vengono pagati

25/02/2013
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L'Arena

Si calcola che nelle scuole italiane i supplenti siano dai 50 ai 100 mila, tra insegnanti e collaboratori - i «vecchi» bidelli, insomma - che da novembre 2012 non ricevono più un soldo per il loro lavoro. Probabilmente il problema, nella nostra provincia, riguarda centinaia di persone, ma è un dato approssimativo, perché non aggregato da alcun centro scolastico. Tutti questi «precari» della scuola non sono pagati da mesi perché, da un giorno all'altro, è cambiato il sistema di erogazione degli stipendi: a deciderlo, a dicembre, sono stati i ministeri delll'Istruzione e del Tesorso, teoricamente per facilitare i pagamenti ma, nella pratica, il metodo non ha funzionato. Ad oggi, nessun supplente ha visto una busta paga. Le proteste si sprecano. E solo in questi giorni pare arrivata la soluzione. Ma prima della soluzione si sono consumate storie familiari, in alcuni casi drammatiche. Come quella di una coppia, marito e moglie, di collaboratori supplenti, entrambi supplenti alle elementari di Vigo di Legnago: coincidenza infelice, che la coppia si sia ritrovata insieme a sostituire personale assente per vari motivi (malattie, ecc.ecc.), perché per loro è significato che nessuno dei due, per mesi, ha portato a casa uno stipendio. E sono all'esasperazione. «Abbiamo telefonato a chiunque, interpellato tutti, dalla scuola al provveditorato, ma nulla», dice il capofamiglia che desidera rimanere anonimo, «ci ripetono che non è colpa loro e che tutto sarà risolto, ma noi non vediamo soluzioni e ci mancano i soldi per vivere». Non bastassero i drammi dei licenziamenti, i cassintegrati, la mancanza di posti lavoro, ora si aggiunge anche questo dramma che riguarda chi lavora nella scuola, anch'essa, come istituzione, alle prese con tagli sempre più dolorosi, in istituti di ogni ordine e grado, non ultima l'università. Ma, fino allo scorso novembre, gli stipendi arrivavano. Fino a che i ministeri di Istruzione e Tesoro hanno cambiato un modo di pagare i supplenti brevi rodato da anni e tutto ciò nell'ambito della cosiddetta «spending rewiev». In pratica, se prima era la scuola a erogare gli stipendi, da dicembre - la comunicazione ministeriale è arrivata esattamente il 22 dicembre 2012, a quattro giorni dall'emessione delle buste paga - è subentrato il Governo centrale introducendo un medoto informatico, un nuovo programma, che nessuno però sapeva come usare. Mettendo in seria difficoltà gli addetti alle segreterie scolastiche, assolutamente impreparati a gestire il nuovo programma. Il nuovo sistema prevede l'inserimento dei dati dei supplenti in un unico modulo: peccato che andasse spesso in tilt e abbia impedito anche ai più volenterosi o «digitalizzati», di avviare la procedura. Ma non solo il programma ministeriale non funzionava ma non poteva c'erano alcun fondo per i pagamenti ai supplenti. Perciò il mutamento è stato applicato prima di sapere come funziona e prima ancora che ci fossero i soldi per pagare i supplenti. Impossibile avere un dato provinciale di quanti «precari» della scuola siano state «vittime» della novità ministeriale perché numero e nominativi dei supplenti sono sempre stati gestiti scuola per scuola. E le stesse scuole hanno sempre anticipato gli stipendi per poi farseli rimborsare dallo Stato. Ora non lo possono più fare. «La comunicazione del cambiamento di sistema ci è arrivata a dicembre», conferma Gabriele Bernardinello, dirigente del Circolo didattico 1 di Legnago, «ma a gennaio non c'era alcun fondo a cui attingere per pagare il personale. Così come non c'era a febbraio, ma ora pare che la cosa si stia sbloccando e a marzo i supplenti dovrebbero ricevere i primi stipendi». E i relativi arretrati. A quanto pare, solo in queste ore il sistema informatico del MEF, ovvero del ministero dell'Economia e delle Finanze, accetta i dati inseriti dalle segreterie. Durissima la protesta in questi mesi dei sindacati della pubblica istruzione. Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil ha detto: «I ministri dell'Istruzione e del Tesoro, pur ministri tecnici, meritano il titolo di ministri dell'inefficienza e dell'arroganza, perché invece di predisporre i servizi informatici di trasmissione dati per il pagamento delle supplenze, ad oggi non hanno saputo far di meglio che varare un sistema che non funziona, mandando in tilt il lavoro delle scuole». E la vita di lavoratori che, già costretti a periodi di impego brevi, si ritrovano senza quel poco che riescono a percepire sostituendo colleghi. Se poi, come nella piccola scuola di Vigo - dove, per altro, la coppia non pagata ha pure continuato a lavorare lo stesso - si ritrovano marito e moglie entrambi nella stessa situazione, la storia cambia decisamente peso.

Daniela Andreis