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Mattino di Padova.Riforma Moratti, che caos

Riforma Moratti, che caos "Pare opera di Tremonti" Dibattito della Gilda. "Tanta confusione e le cose chiare preoccupano: la riduzione dell'orario, i risparmi, il quasi-mercato" Nicolò Menniti I...

13/03/2003
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Riforma Moratti, che caos
"Pare opera di Tremonti"
Dibattito della Gilda. "Tanta confusione e le cose chiare preoccupano: la riduzione dell'orario, i risparmi, il quasi-mercato"

Nicolò Menniti Ippolito

La riforma della scuola sarà approvata definitivamente nei prossimi giorni, eppure la discussione sembra agli inizi. Del resto lo ha detto anche il ministro Letizia Moratti che con l'approvazione il dibattito si avvia: e la Gilda del Triveneto, in un convegno a Padova, l'ha presa in parola, andando a cercare di leggere dentro quella scatola vuota che sembra essere la riforma. Per criticarla, anche aspramente, ma - come è stato sottolineato - senza preconcetti. E' solo il primo passo di una discussione che a livello nazionale porterà l'associazione professionale degli insegnanti a presentare proprie proposte per cambiare il progetto. Renza Bertuzzi, che ha partecipato alle riunioni dei "saggi" che hanno discusso fin qui la riforma, ha sottolineato come man mano che si procede, sempre più tornano a galla elementi propri anche della riforma Berlinguer. In primo luogo l'idea di una scuola che più che istruzione fornisca socialità, faccia stare bene i ragazzi più che portare loro la cultura. E contro questo la Gilda si è sempre battuta. "In realtà - ha detto Renza Bertuzzi - tutto è ancora molto confuso: sembra quasi che la riforma sia partita in un modo e ora tenda ad evolvere in modo diverso, creando un disagio sempre maggiore. La bozza Bertagna, da cui si era partiti, sembra ormai superata: la suddivisione tra istruzione professionale e licei nessuno ha bene in mente come si farà, e tra l'altro il profilo di uscita degli studenti dei due indirizzi è unico, così per vie diverse si dovrebbe arrivare poi allo stesso risultato". Nel mare di parole, alcune cose pesano. Per esempio la riduzione molto forte dell'orario scolastico, che verrebbe portato a 900 ore annue in tutte le scuole. "L'idea che viene - dice Gian Luigi Dotti, della Gilda di Brescia - è che più che di una riforma Moratti o Bertagna, si tratti di una riforma Tremonti, all'insegna del risparmio". Preoccupa anche l'idea della bocciatura solo ogni due anni, che rischia di rivelarsi completamente anti-didattica e di far perdere tempo prezioso agli studenti che devono trovare la loro strada. Ma la battaglia vera, secondo la Gilda, è quella della difesa del valore pubblico della scuola, contro quel "quasi mercato" che si profila da alcuni anni e che economisti stranieri hanno già bocciato nei paesi in cui è applicato, perché non migliora l'efficienza e fa competere le scuole tra loro, non in qualità ma in propaganda. "E' importante - conclude Lino Giove - anche battersi perché i nuovi docenti conoscano bene le materie che devono insegnare: e abbiano una laurea quinquennale, non triennale come si profila".