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Mess.Veneto-Il doppio lavoro di bidelli e docenti precari

La solidarietà negli ambienti scolastici. Numerosi supplenti provenienti da fuori provincia cercano colleghi per dividere l'affitto dell'alloggio Il doppio lavoro di bidelli e docenti prec...

09/01/2004
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MessaggeroVeneto

La solidarietà negli ambienti scolastici. Numerosi supplenti provenienti da fuori provincia cercano colleghi per dividere l'affitto dell'alloggio
Il doppio lavoro di bidelli e docenti precari
Dall'ausiliario-pizzaiolo al tecnico-imbianchino, il "fai da te" per integrare il misero stipendio


Le chiamano nuove povertà, quelle della scuola statale che fatica a fare quadrare i conti di fine mese. Crisi nera per le casse scolastiche ma anche per quelle famigliari di molti Ata e docenti, soprattutto precari, nel settore istruzione del Pordenonese. L'arte dell'arrangiarsi per chi "tiene famiglia" oppure vive lontano dal nucleo parentale che è rimasto al Sud, si trasforma in un atto dovuto. Combinazioni curiose professionali tra i doppio-lavoristi di necessità (servono "schei" per la legge della sopravvivenza): dall'ausiliario-pizzaiolo al tecnico-imbianchino, alla bidella-colf nel tempo libero alla "call-girl" dei centri commerciali e vai con una fascia debole che racconta una vita difficile, sempre sull'orlo della paura di non farcela, perché basta un incidente all'automobile, una malattia e il bilancio va in rosso.
"Con uno stipendio Ata non vivi. Tanti tra il personale supplente sono costretti a ricorrere al doppio-lavoro, altrimenti non arrivano a pagare affitto, bollette, la scuola e i libri dei figli - testimonia tante storie di ausiliari e tecnici della scuola provinciale il referente del settore Ata di Cgil Adriano Zonta -. Stipendi medi di 850 euro mensili per un collaboratore scolastico, 900-930 per un assistente tecnico o amministrativo di segreteria danno il polso della situazione da salti mortali nel portafoglio. Così, i bidelli si arrangiano come factotum: piccola manutenzione, giardinaggio per i vicini, anche piastrellisti di garage, imbianchini nei week-end oppure pizzaioli. Gli assistenti tecnici offrono prestazioni d'opera quando capita nel settore elettrico, informatico e meccanico. Ma diventa sempre più difficile combinare gli orari, perché la scuola dell'autonomia assorbe tante energie con i nuovi carichi di lavoro".
A fine mese non rimane un euro e guai a spezzare l'equilibrio in bilancio: il dentista diventa una sciagura. Si ricorre al piccolo prestito, a quello che nella scuola degli anni Settanta si chiamava "cessione del quinto", ma i precari sono esclusi anche dal tasso di interesse agevolato del credito dello Stato (uno o due stipendi anticipati da restituire in 12 mesi).
"Scatta la solidarietà di categoria e tra amici, oppure del sindacato - spiega la soluzione più praticata Adriano Zonta -. Chi arriva dal Sud per una supplenza annuale cerca compagni d'appartamento per dividere l'affitto e farsi compagnia. Risparmiare diventa un sogno e non si vede l'ora che arrivi l'estate per diminuire le spese in benzina, bollette del gas e dell'elettricità".
Povertà vissute sulla pelle anche dai docenti: il presidente dell'Enam di Pordenone (l'ente di assistenza magistrale per i docenti della fascia primaria) Mauro Pivetta, registra richieste sempre più numerose di piccoli prestiti degli iscritti (che sono oltre un migliaio) e rimborsi-spese per cure mediche o borse di studio utili a mantenere i figli all'università.
"Vietate le pizzerie ogni settimana, il cinema è "una tantum" e alla mostra aperta nelle città d'arte si va in gita scolastica - spiega ironica la strategia risparmio una docente delle superiori, con la carriera tradotta in mille 150 euro netti al mese -. Trovare soluzioni? Le ripetizioni pomeridiane, oppure inventarsi aiuto-parrucchiera nei fine-settimana. Il contratto di lavoro è scaduto il 31 dicembre, ma anche lo sciopero di protesta per un rinnovo dignitoso diventa un lusso: significa un salasso di 60 euro". (c.b.)