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Mess.Veneto-Logorati dall'attività didattica

Logorati dall'attività didattica chiedono aiuto al consultorio Spesso sull'orlo di una crisi di nervi e stressati in cattedra. Le analisi cliniche e sociali del disagio professionale dei docen...

27/11/2002
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MessaggeroVeneto

Logorati dall'attività didattica
chiedono aiuto al consultorio

Spesso sull'orlo di una crisi di nervi e stressati in cattedra. Le analisi cliniche e sociali del disagio professionale dei docenti attraversano l'istruzione nazionale con un allarme rosso: imperversa la 'sindrome del burnout', cioè lo stress da lavoro. Apatia, stanchezza emotiva e fisica, distacco nei rapporti interpersonali, frustrazione incalzante di fronte al fallimento delle proprie aspettative professionali, i sintomi in crescendo. E come non capire la categoria, sempre più stretta dalla spirale dell'incertezza cronica salari-riforme? Troppo lavoro e bassi stipendi minano la salute psichica. Aggiungi la delega delle famiglie moderne alla scuola, con i fattori 'predisponenti' come l'aumento della conflittualità tra colleghi, le problematiche dell'integrazione in classe, l'incalzare caotico di riforme nebulose e per il quadro clinico ce n'è abbastanza. Secondo lo studio 'Getsemani' realizzato nell'Asl di Milano il problema ha macrodimensioni: tutti i docenti sono potenziali pazienti psichiatrici, per non parlare degli effetti collaterali su 7 milioni abbondanti di studenti. Fa eco anche l'analisi 'Come logora insegnare' spalmata sulla realtà partenopea, per vedere in tutte le scuole un potenziale campione di nevrosi tardo-moderna. E nelle scuole pordenonesi che succede ai circa 3.400 insegnanti?
"In almeno un decennio di consulenza ho seguito un numero limitato di casi relativi a problemi di stress da lavoro degli insegnanti '#8212; ridimensiona il fenomeno nel Pordenonese Teresa Schiavo, psicologa del consultorio familiare Noncello di Pordenone '#8212;. Non emerge un'utenza significativa tra i docenti, piuttosto conteggiamo parecchi casi di mogli o figli di insegnanti che si rivolgono alla nostra struttura. Per esempio, il doppio ruolo di genitore e docente a volte crea qualche difficoltà nel gestire il problema di un disagio scolastico dei figli. Oppure, il fattore depressione in famiglia è spesso soltanto una crisi passeggera, con un momento di apatia, stress che possiamo provare tutti". Un campanello d'allarme, comunque. Meglio ascoltare l'esperta sulle indicazioni per prevenire e anche recuperare autostima e tempo per sé. "È importante cambiare i propri ritmi '#8212; consiglia Teresa Schiavo '#8212;, dedicandosi almeno due volte la settimana ad altre attività. Hobby, sport non agonistico, magari training autogeno, trovando il tempo da dedicare a se stessi. Poi, cercare occasioni di scambio e interazione con gli altri, perché gli impegni e le scadenze che ci incalzano inaspriscono i rapporti sul lavoro. Nella realtà di Pordenone per ora non abbiamo picchi di disagio psichico nelle scuole, ma non abbassiamo la guardia".
Agenti 'stressogeni' tanti, tra cattedra e banchi. Insegnare stanca e da una rapida carrellata su un campione ristretto di docenti, ecco i punti di debolezza di una professione comunque creativa e che non si abbandona. "Mi logora la stanchezza continua per sollecitare i ragazzi sempre più demotivati '#8212; ammette un docente delle medie inferiori provinciali '#8212;. Non mi sento gratificato, ma che faccio dopo 30 anni di carriera?". Idem per una collega delle superiori di Pordenone: "Ansia e tensione ci sono, perché si dà tanto e si ottiene poco, anche dal punto di vista economico". E un precario di materie scientifiche: "Mi stressano i colleghi, sempre pronti a puntare il dito contro tutto e tutti, e le sale prof hanno troppo spesso un'atmosfera al curaro. Meglio stare in aula anche con il 'burnout', che ai precari arriva per una causa esattamente contraria a quella dei docenti di ruolo: siamo frustrati non dal lavoro, ma dalla sua mancanza".
C.B.