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Mess.Veneto: Scuola, settimana calda

Numerose vertenze Scuola: settimana 'calda' Settimane di alta tensione per la scuola, tra attesa e protesta. La mobilitazione a Pordenone è bifronte: studenti in autogestione e/o occupazion...

02/02/2003
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MessaggeroVeneto

Numerose vertenze
Scuola:
settimana
'calda'

Settimane di alta tensione per la scuola, tra attesa e protesta. La mobilitazione a Pordenone è bifronte: studenti in autogestione e/o occupazione, docenti già in agitazione con slittamento degli scrutini, blocco adozioni per nuove edizioni dei testi scolastici e dei viaggi di istruzione. E dalla periferia si guarda alla capitale: l'appuntamento è sul tavolo contrattuale (la sigla sembra possibile entro breve con un aumento di 160 euro medie lorde) e nelle piazze romane. "Entro la prossima settimana ne sapremo di più su rinnovo contrattuale e tabelle degli organici '#8212; affermano i sindacalisti di Cgil scuola, impegnati nell'organizzazione di assemblee negli istituti del Pordenonese '#8212;. È un momento preparatorio verso la grande manifestazione del 12 aprile, a Roma, contro la legge delega e la squalificazione della scuola pubblica".
Per l'azienda scuola provinciale le settimane di febbraio saranno decisive per conoscere la portata numerica delle nuove iscrizioni dalle materne alle superiori e gli imprevedibili effetti di un eventuale piano di dimensionamento in caso di decremento, per arrivare a un'attenta previsione degli organici e dell'effetto tagli sui posti di lavoro docenti e Ata. Altra incognita, la riforma dei cicli sì o no? Occhi puntati a Roma sull'iter della legge Moratti perché se sarà approvata (entro febbrio, suggeriscono gli ottimisti) potrebbe diventare concreta la possibilità di riapertura delle iscrizioni dei bambini anticipati a 2 anni e mezzo nelle materne e 5 e mezzo per le elementari: la riforma degli organi collegiali e l'immissione in ruolo dei docenti di religione selezionati dalle Curie vescovili (ventimila a livello nazionale, circa 130 nel Pordenonese) mentre i precari storici dello Stato restano al palo, perché per loro non c'è una cattedra in palio.
Chiara Ben