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Repubblica-Bari-E il Corsista battè il Precario -Essere scavalcati fa arrabbiare ma è la Moratti che ha fallito

Insegnanti senza contratto, è guerra tra poveri Il Tar Lazio dà ragione a 250 specializzati pugliesi della Ssis che per i colleghi avevano troppi punti E il Corsista battè il Precario ANNA GR...

31/05/2002
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la Repubblica

Insegnanti senza contratto, è guerra tra poveri Il Tar Lazio dà ragione a 250 specializzati pugliesi della Ssis che per i colleghi avevano troppi punti
E il Corsista battè il Precario

ANNA GRITTANI

L'ultima battaglia della guerra dei poveri made in Puglia si è combattuta a Roma con avvocati di Bari, Lecce e Taranto. Ed è finita con un colpo di scena che somiglia, per il Ministero dell'Istruzione, ad una figuraccia di risonanza nazionale. Nell'ultimo round tra insegnanti precari e "sissini", ovvero gli abilitati della Ssis, la Scuola interateneo di specializzazione per insegnanti, hanno vinto questi ultimi: con un vantaggio, in un certo senso, di sei punti.
Il ricorso dei precari contro il Ministero riguardava l'attribuzione di un punteggio pari a trenta per gli abilitati della Ssis. Il Tar del Lazio l'ha invece riconosciuto dichiarando però illegittima la possibilità di cumularlo con il punteggio derivante dalle supplenze fatte contemporaneamente alla scuola di specializzazione. Poiché la Ssis dura due anni e si frequenta di pomeriggio, le ore mattutine trascorse tra i banchi di scuola per lo stesso periodo possono procurare ben 24 punti. Questa possibilità non è più riconosciuta dal Tribunale amministrativo: quindi i "sissini" la perdono, ma mantengono invariato il bottino più grosso, quelle 30 lunghezze regalate dalla Moratti. Di contro i precari storici guadagnano un vantaggio di 24 punti, ma è solo un premio di consolazione perché l'obiettivo era annullare i 30. Dunque i "sissini" battono i precari per 30 a 24. Uno scarto di sei punti sul quale, c'è da giurarci, si combatteranno altre durissime battaglie legali.
Nell'intera vicenda è stata la Puglia a farla da padrone perché il ricorso dei precari è partito da qui: così come la difesa di duecentocinquanta "sissini" affidata ad un avvocato tarantino. La sentenza del Tar Lazio vale per l'intero territorio nazionale: ecco perché la giornata di martedì per l'avvocato Paolo Ciocia è stata un autentico trionfo. Come ha fatto a vincere? "Intanto spiega Ciocia il ministero si sarebbe dovuto costituire in giudizio attraverso l'Avvocatura dello Stato che non si è presentata lasciando privi di assistenza i sissini. Poi i precari contestavano di fondo l'esistenza stessa della Ssis: se loro dicono che non vale niente la scuola di specializzazione per insegnanti, invalidano il legislatore italiano che per la prima volta vuole creare un docente altamente qualificato che deve competere attraverso la sua formazione con i colleghi europei". Ma il terreno del contendere resta circoscritto in quei trenta punti, ritenuti eccessivi se si considera che altri titoli di specializzazione valgono molto di meno. L'avvocato Ciocia replica così: "I titoli non si contano, si pesano. Questo della Ssis, nella carriera di insegnante, è particolarmente significativo perché è un corso formativo specifico, senza contare il fatto che i "sissini" hanno superato un concorso per essere ammessi a frequentarlo. E poi il punteggio continua l'avvocato non è stato attribuito da un decreto inventato: non è altro che l'esplicazione concreta di varie leggi. C'è stato tutto un percorso normativo che ha portato all'istituzione delle Ssis. Il Tar ha fatto propria questa osservazione e non ha annullato i trenta punti".
La vittoria sarebbe stata trionfale se non l'avesse limitata quell'annullamento a sorpresa del punteggio derivante dal servizio. Un punto sul quale l'avvocato minaccia battaglie legali nell'immediato futuro. "Viene violato un principio costituzionale spiega perché questi corsisti in quel periodo hanno lavorato e quindi hanno diritto al relativo punteggio. Si sono sacrificati insegnando e frequentando la Ssis contemporaneamente. La legge gliel'ha permesso. Non si può dire oggi, a cose fatte, che non era compatibile". Del verdetto del Tar è soddisfatta la Cgil scuola di Bari: "Sono stati accolti i motivi del nostro ricorso dice il segretario provinciale Maurizio Lembo . Noi non contestiamo la Ssis, ma la sproporzione del punteggio cumulato al servizio".

Il Comitato dei docenti annuncia che impugnerà la sentenza il precario
"Essere scavalcati fa arrabbiare ma è la Moratti che ha fallito"

Per Corrado Corvaglia, presidente del Comitato insegnanti precari (Cip) di Lecce e portavoce ufficiale, quei 24 punti non più cumulabili con quelli della Ssis non possono neppure essere considerati una vittoria parziale. "Noi dice Corvaglia puntavamo all'eliminazione dei 30 punti degli abilitati Ssis perché se è vero che con la sentenza del Tar i precari storici riconquistano posizioni, è anche vero che i tanti colleghi che hanno avuto solo supplenze brevi in materie diverse, saranno scavalcati". È questa la rabbia di Corvaglia e dei suoi colleghi: "Dopo anni di precariato molti saranno superati da insegnanti che non hanno diritti acquisiti nel tempo. Ma i veri perdenti non siamo noi né i "sissini". È stata sconfitta la linea del Ministero che, nonostante il parere negativo del Consiglio nazionale della Pubblica istruzione, è andato avanti con la sua posizione". Alla rabbia dei precari si aggiunge il fatto che la Ssis in pochi anni ha subito modifiche sostanziali. All'inizio doveva essere un corso propedeutico al concorso, poi l'esame finale è diventato abilitante, infine sono stati riconosciuti 30 punti e con l'unificazione delle fasce i "sissini" non hanno più occupato la posizione di fanalino di coda. "Quasi certamente impugneremo la sentenza dichiara Corvaglia anche se sappiamo benissimo che la posizione politica del Governo è quella di spingere quanta più gente possibile a seguire i corsi di specializzazione".
(a.gri.)