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Repubblica.Bari - Mi autodenuncio sono un insegnante davvero fazioso

Scuola e dibattiti sulla legalità Mi autodenuncio sono un insegnante davvero fazioso MAURIZIO LEMBO Desidero fare una denuncia, anzi un'autodenuncia. È ormai difficile continuare a nascon...

10/05/2002
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la Repubblica

Scuola e dibattiti sulla legalità
Mi autodenuncio sono un insegnante davvero fazioso

MAURIZIO LEMBO

Desidero fare una denuncia, anzi un'autodenuncia. È ormai difficile continuare a nasconderlo, devo liberarmi di questo peso, sono certo che questo mio gesto aiuterà molti che come me hanno taciuto ad uscire allo scoperto, a dar conto pubblicamente del loro comportamento.
Sono stato e sono un docente fazioso!
Ho, infatti, inconsapevolmente cercato di trasmettere, a centinaia di ragazze e ragazzi, valori oltre che nozioni.
Ho, però, scoperto di esserlo solo di recente: avevano già parlato di revisione dei programmi di storia, di libri faziosi, di liste di proscrizione per docenti che facevano politica ma, dopo il 25 aprile 2002 e i commenti di alcuni esponenti della destra per l'anniversario della liberazione, non ho avuto più dubbi.
Argomenti che pensavo innocenti appaiono ora come roventi strumenti d'indottrinamento. Ho sempre fatto lezione spiegando, tra l'altro, che le relazioni industriali devono essere improntate al rispetto verso l'interlocutore e le sue idee.
E poi le conseguenze sociali di una globalizzazione selvaggia, la storia delle organizzazioni sindacali, un po' di storia economica (non posso negarlo, anche Karl Marx), le crisi economiche e sociali disastrose che hanno sempre accompagnato gli eventi bellici, ho parlato anche di politica economica (si, ho detto politica!) di lavoro e di lavoratori, dei loro diritti e delle loro conquiste. Tutto questo, ammetto, con una visione di parte, la mia.
E per fortuna che sono solo un docente di Economia Aziendale, pensate un po' alle conseguenze se fossi stato un professore di filosofia o, peggio, di storia.
Programmi ministeriali, secondo alcuni scritti con la penna rossa, prevedevano questi ed altri argomenti così rivoluzionari. Ed io, quindi, grazie alla libertà d'insegnamento garantita dalla Costituzione, attraverso questi temi ho trasmesso anche valori: democrazia, rispetto per le diversità, ricchezza del pluralismo, importanza del confronto, rifiuto della violenza, riscoperta della "memoria", legalità e libertà come eredità da coltivare evitando di darle per scontate ed acquisite.
Già, "legalità e libertà ", due argomenti scottanti per chi si chiama Amendolagine e vive a Terlizzi. Uno, il sindaco, monarchico, reinterpreta (in modo fazioso?) la guerra di Liberazione rinnegando così i valori della Resistenza frutto, pare, di "forzature e oscurantismi opera di docenti faziosi".
L'altro, Dirigente Scolastico, annullò una lezione sulla legalità (relatrice Rita Borsellino), prevista dal POF della sua scuola, perché si era sotto elezioni e, si sa', per certi candidati sarebbe stato come "parlare di corda in casa dell'impiccato". Quest'ultimo ha anche preceduto il mio gesto, avendo già lui sporto denuncia contro il sottoscritto e contro 'la Repubblica' che ospitò una mia lettera che descriveva tutto il disagio di docente, l'indignazione di cittadino, la solidarietà per la Borsellino.
Stiamo assistendo a risvegli nostalgici evidentemente mai sopiti. Episodi come questi o come la gazzarra dei giovani neofascisti al teatro Vascello, i manifesti intimidatori di fronte casa di Santoro, il manichino appeso vicino la sede di Rifondazione a Bari, meriterebbero maggiore risalto sui media, prese di distanza inequivocabili, denunce politiche più nette. C'è però, per fortuna, anche maggiore consapevolezza nella società, voglia di partecipare, di esserci quando si tratta di difendere, diritti consolidati, tutele sociali, libertà e valori trasmessi dai padri ai figli.

Maurizio Lembo