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Repubblica/Bologna: Ma le pagelle non servano solo a tagliare

I presidi di Lettere, Scienze, Giurisprudenza e Lingue, promuovono il voto degli studenti

02/12/2006
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la Repubblica

Alcuni insegnanti non si rendono conto dell´importanza delle lezioni e del rapporto coi ragazzi

Un sistema affidabile, non solo per selezionare i prof a contratto, ma anche - e soprattutto - per correggere i punti deboli della didattica. E´ il giudizio di alcuni docenti dell´Università di Bologna che, volentieri a quanto pare, si sottopongono al test: la pagella elaborata dagli studenti che può decidere, come si è visto a Ingegneria, le sorti di chi sale in cattedra e che può anche determinare i premi-incentivi in migliaia di euro che il Rettore assegna alle facoltà "promosse".
«Ci credo molto» dice il preside di Giurisprudenza Stefano Canestrari che però non ha molti docenti a contratto, «si contano sulle dita di una mano», su cui sperimentare la pagella che resta comunque «uno schema di valutazione utile e da valorizzare di più». Chi è costretto a tagliare «su altre cose» senza pensare ai voti è il preside di Lettere Giuseppe Sassatelli.
«Nella mia facoltà non c´è una incidenza di giudizi negativi sui contratti - dice - in ogni caso è giusto che ci sia un criterio di valutazione che dia una indicazione di qualità e trovo anche giusto che si tenga conto del riconoscimento del buon lavoro fatto. Noi come siamo posizionati? Abbastanza bene». Uno stimolo a fare meglio, a eliminare le zone d´ombra dall´insegnamento: anche il preside di Scienze Lorenzo Donatiello concorda con i colleghi di Lettere e di Giurisprudenza.
«La pagella è uno dei parametri di cui teniamo conto - dice - e che ci aiutano a capire come nascono le motivazioni negative. I docenti a contratto? Va detto che a volte da parte loro non c´è abbastanza impegno, c´è chi salta le lezioni... Non si rendono conto dell´importanza del rapporto con gli studenti».
«Per quel che mi riguarda - aggiunge il preside Alberto Destro di Lingue - tengo in attenta considerazione le indicazioni che mi arrivano dalle pagelle, non tanto per selezionare i contratti, ma per vedere cosa non funziona e modificarlo. Nella mia facoltà se rinuncio a un docente a contratto faccio "tacere" una materia indispensabile, per questo i voti devono aiutarci soprattutto a migliorare la didattica. I consigli degli studenti sono preziosi e devo dire che normalmente sono veritieri, i casi di scorrettezza sono pochi e alla fine non incidono mai».
(a. ch.)