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Repubblica: Il j´accuse del rettore di Bologna "Gli studenti, dei semi-analfabeti"

Ivano Dionigi: arrivano in ateneo impreparati, colpa della scuola . "Non svelo nessun segreto. Raccolgo solo il grido di dolore dei colleghi più consapevoli"

24/11/2009
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la Repubblica

ILARIA VENTURI

BOLOGNA - «Sono insoddisfatto per come l´Alma Mater prepara i nostri studenti», ma è anche vero che «oggi i giovani arrivano in università in condizioni di semi-analfabeti». Ivano Dionigi, neo rettore dell´università di Bologna, parla all´apertura delle lezioni a Veterinaria e striglia il sistema della formazione, dai banchi di scuola alle aule universitarie, a cominciare dalle sue. Una fiammata, inattesa in una cerimonia di Facoltà, che riaccende il dibattito sulla qualità della scuola italiana e che riporta all´emergenza «matricole ignoranti»: i tanti, troppi, caduti ai test di ammissione ai corsi di laurea per uno scivolone grammaticale o di comprensione del testo. È solo un passaggio del discorso di Dionigi, ma il più sentito, approfondito al termine dell´inaugurazione che si è svolta ieri con il sottosegretario Francesca Martini e Paolo De Castro, presidente della commissione Agricoltura a Bruxelles e docente bolognese. «Il mio non è un atto di accusa alle singole scuole, ma un grido di allarme sul sistema scuola di questo paese. Registro il fatto che nei ragazzi mancano i fondamentali: il saper parlare e scrivere. Altra emergenza è l´assoggettamento alla dittatura del presente che toglie loro ogni sensibilità storica. Quando all´università sei costretto non solo a fare i corsi base di latino, ma arrivi ai corsi "zero" di italiano e di matematica vuol dire che c´è un problema. Ed è meglio intervenire prima che sia troppo tardi».
Il rettore, latinista, in carica da venti giorni, viene sollecitato sulla formazione dall´ultimo record conquistato dall´Ateneo: nella classifica del Sole 24 Ore Bologna è prima nella quota di incentivi ottenuti nella didattica. «Classifiche che gratificano», il suo commento. «Ma abbiamo molto da migliorare. La formazione degli studenti sarà sempre di più il nostro biglietto da visita verso la società, le istituzioni e la famiglia. E qui c´è da essere insoddisfatti come Ateneo. La corsa la si deve fare su se stessi, non sugli altri, e guardando all´Europa». Dionigi parte dalla preparazione dei suoi laureati. «Le imprese ci dicono che i loro curricula non sono adeguati e questo è un film già visto. Io aggiungo che si è abbassato il livello della loro preparazione. Non svelo nessun segreto. Semplicemente raccolgo il grido di dolore dei colleghi più consapevoli. Per questo l´obiettivo sarà un netto miglioramento della preparazione in tutte le Facoltà».
Compito arduo in tempi di tagli. Dionigi si è «augurato che sia l´ultima Finanziaria così severa», altrimenti la prossima «si va in ginocchio». Per il rettore di Bologna, che come primo atto ha scritto agli 84mila studenti chiedendo «rigore e passione» in cambio di diritto allo studio, il fatto che arrivino in università giovani meno preparati è «un´attenuante che non salva dalle proprie responsabilità». Ma sulla scuola insiste: «Il destino del paese è legato a quello della scuola. Questo ce lo ricordano e ce lo chiedono l´Europa, la società e l´articolo 34 della Costituzione».

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