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Repubblica/palermo: Addio ai banchi a 14 anni e nessuno cerca i "dispersi"

In 2.500 mancano all´appello al superiore. Ma il Comune si occupa solo dei più piccoli

02/12/2006
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la Repubblica

IL CASO

Fino alla terza media i ragazzini che "evadono" vengono segnalati agli operatori sociali. Poi la competenza passa alla Provincia

Mentre Comune e Provincia litigano su chi deve occuparsene, quasi 2.500 studenti della provincia di Palermo ogni anno abbandonano la scuola. Sono i "dispersi": quelli che, secondo la legge, hanno l´obbligo di frequentare le lezioni, ma che invece nessuno cerca. Per loro, nella migliore delle ipotesi, si apre un futuro da garzone o da apprendista meccanico. «Lavori spesso sottopagati, attraverso i quali è difficile costruire un progetto di vita», dice Maurizio Gentile, coordinatore dell´Osservatorio sulla dispersione dell´Ufficio scolastico regionale.
«Fino alla terza media - spiega Carla Mazzola, operatrice socio-psicopedagogica allo Zen - segnaliamo i casi di abbandono scolastico all´assessorato comunale alla Pubblica istruzione che, nel tentativo di recuperarli, si mette in comunicazione con le autorità competenti. Per i ragazzi delle scuole superiori io e i miei colleghi non sappiamo a chi rivolgerci». La Provincia, che ha la competenza sulle scuole superiori (edilizia e assistenza ai disabili, per esempio), non è attrezzata, mentre il Comune si ferma all´ex scuola dell´obbligo: gli otto anni di scuola elementare e media.
Il problema è che con tutte le novità degli ultimi anni - prima l´elevamento dell´obbligo fino a 15 anni e poi il diritto-dovere fino a 18 anni introdotto dal ministro Moratti - si è creata un po´ di confusione nella quale è difficile districarsi. Sta di fatto che proprio nella fascia di età più a rischio dispersione, dai 14 agli 16 anni, gli enti locali si rimpallano le competenze. «Il problema in effetti esiste - ammette Gentile - e non può essere affrontato in modo burocratico. Occorre un approccio interistituzionale in cui scuola, Province e Comuni stabiliscano il da farsi, come farlo e con quali risorse».
L´esodo dalle classi si verifica soprattutto al primo anno delle superiori. In Sicilia, nel biennio della scuola secondaria di secondo grado, sono circa diecimila i ragazzi che si ritirano a metà anno. Il grosso abbandona le aule al primo anno. Nella sola provincia di Palermo il tasso di ritiri è del 12 per cento, il doppio di quello nazionale (6 per cento) recentemente reso noto dal ministero della Pubblica istruzione, che assieme all´Unione europea sta combattendo una guerra alla dispersione.
A sentire chi sta ogni giorno in prima linea, non sono soltanto Comuni e Province a doversi sbracciare. «Alcuni ragazzini - aggiunge la Mazzola - scelgono i corsi di formazione professionale organizzati dalla Regione. Il fatto è che per parteciparvi ci sono lunghe liste d´attesa. E comunque cominciano a marzo».
I mesi di attesa senza fare nulla, secondo gli esperti, sono i più pericolosi per chi non ha grande dimestichezza con le aule. «Un ragazzino - racconta Carla Mazzola - pochi giorni fa mi ha chiesto: "Il corso non può iniziare subito? Altrimenti mia madre mi manda a fare il garzone dal fornaio"».
s. i.