Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa locale » Repubblica-Palermo-Promettono diplomi e recuperi ma per il ministero non esistono

Repubblica-Palermo-Promettono diplomi e recuperi ma per il ministero non esistono

Né paritari, né legalmente riconosciuti. Eppure vengono pubblicizzati come "istituti" scolastici Promettono diplomi e recuperi ma per il ministero non esistono In un unico appartamento ...

08/06/2003
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

Né paritari, né legalmente riconosciuti. Eppure vengono pubblicizzati come "istituti" scolastici
Promettono diplomi e recuperi ma per il ministero non esistono

In un unico appartamento corsi di tecnico turistico ragioniere e geometra
Il controllo dei privati è stato delegato dalla Regione ai Centri servizi amministrativi
SALVO INTRAVAIA

Promettono mirabolanti recuperi di anni scolastici perduti, ma esistono soltanto nelle pubblicità. In questi giorni la città viene riempita di volantini e cartelloni pubblicitari che decantano le "doti" di scuole nelle quali si può conseguire il diploma in 18 mesi seguendo corsi diurni e serali, e recuperare gli anni perduti magari nelle scuole statali. Il tutto in un vortice di indirizzi scolastici che, tutti insieme, dovrebbero trovare posto a volte in semplici appartamenti di poche stanze. È il caso dell'Istituto superiore Giorgio La Pira con sede in viale Strasburgo 141/c, che pubblicizza corsi di istituto tecnico per il turismo, tecnico per geometri e tecnico commerciale. Oppure il caso dell'Istituto industriale Pitagora, sempre allo stesso indirizzo, che si accredita con specializzazione in Chimica. O, ancora, dell'Istituto Cattaneo che - sempre nella stessa via e numero civico - dice di ospitare cucine, sale bar e tutto quanto serve per e le complicate esercitazioni di un istituto professionale alberghiero. A conti fatti in un solo appartamento troverebbero posto ben cinque indirizzi scolastici diversi (tecnico industriale, tecnico per geometri, tecnico commerciale, tecnico aeronautico e alberghiero).
Ma quello di viale Strasburgo non è il solo miracolo che si compie a Palermo. In una traversa di via Dei Cantieri è nato l'Istituto superiore La Sapienza, con accesso da un piccolissimo ingresso in via Tommaso Lo Cascio 1/f. In un locale a piano terra si possono seguire cosi "normali" per diventare ragionieri, periti industriali o per diplomarsi nelle scuole magistrali, nei licei e alla scuola media, inoltre si possono recuperare gli anni scolastici perduti.
Per il sistema informativo del ministero dell'Istruzione, che ha recentemente censito tutte le scuole private italiane, gli istituti Cattaneo, La Pira e La Sapienza non esistono, né come istituti legalmente riconosciuti né come paritari. In proposito, la normativa scolastica vigente afferma che possono prendere la denominazione di "istituto" soltanto le scuole statali, paritarie e legalmente riconosciute che offrono corsi regolari. Riguardo ai cosiddetti "corsi di preparazione" (grazie ai quali ci si può preparare da privatisti) questi non possono essere gestiti dallo stesso proprietario di una privata. Eppure nel volantino del La Pira si legge addirittura che il "decreto di parità scolastica è in corso". Cosa possibile soltanto per le scuole già in possesso del riconoscimento legale un tempo rilasciato dall'assessorato regionale alla Pubblica istruzione.
Ma chi ha il compito di controllare le scuole private oggi? Da poco più di un anno la Regione - che ha competenza sul rilascio della parità scolastica - ha delegato il controllo delle scuole private ai Centri servizi amministrativi (gli ex provveditorati). Dagli uffici di via Praga si limitano a dire che "negli ultimi mesi non sono stati emessi decreti di riconoscimento legale". E il vice provveditore Franco Paderni avverte: "Per avere validità il diploma deve essere conseguito in una scuola statale, paritaria o legalmente riconosciuta".
In quasi un anno e mezzo gli impiegati del provveditorato di Palermo hanno chiuso per irregolarità varie ben nove scuole legalmente riconosciute, mentre su altre le indagini sono tuttora in corso. A indagare sull'universo delle private (legalmente riconosciute e paritarie) c'è anche un ispettore inviato due mesi fa dal ministro dell'Istruzione Letizia Moratti e la polizia giudiziaria che indaga anche sul regolare pagamento degli insegnanti, principale voce di spesa per una scuola privata. Ed è su questo punto che i conti non tornano. Una classe di scuola superiore, infatti, in base agli stipendi stabiliti dai contratti collettivi di lavoro delle private, costa oltre 40 mila euro l'anno. Tantissime classi ospitano meno di dieci alunni (questo dato è tenuto costantemente sotto controllo dal ministero) e per coprire le spese i gestori dovrebbero chiedere alle famiglie attorno a 4 mila euro l'anno. A Palermo invece le rette si aggirano sui 2 mila euro.