Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa locale » Repubblica-Torino-E gli insegnanti vogliono occupare

Repubblica-Torino-E gli insegnanti vogliono occupare

All'Avogadro i rappresentanti sindacali di cinquanta scuole E gli insegnanti vogliono occupare Cresce la protesta contro la Moratti "Tagli morbidi che non hanno l'impatto di quelli Fiat: l'...

09/05/2003
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

All'Avogadro i rappresentanti sindacali di cinquanta scuole
E gli insegnanti vogliono occupare
Cresce la protesta contro la Moratti

"Tagli morbidi che non hanno l'impatto di quelli Fiat: l'istruzione perderà qualità"
"Non ha senso adottare nuovi libri di testo: gli orari saranno fatti in modo assurdo"
MARCO TRABUCCO

La prima forma di lotta sarà il blocco dell'adozione dei libri di testo, in molte scuole di Torino e provincia. Ma la protesta contro la riforma della Moratti e i tagli a organici e risorse non si fermerà qui. E tra gli insegnanti c'è chi parla già di "occupazione" delle scuole. Un fatto quasi inedito nella storia dell'istruzione italiana.
Per capire la rabbia dei docenti bastava assistere ieri pomeriggio all'assemblea che ha riunito all'istituto Avogadro i rappresentanti sindacali di una cinquantina di scuole di Torino. Due gli argomenti dell'incontro: le conseguenze della norma della legge finanziaria che impone quest'anno a tutti gli insegnanti di fare 18 ore (l'intero orario di lavoro, in pratica) la settimana, "frontali". Cioè in classe. E poi la situazione dei tanti insegnanti precari che, in conseguenza di questa norma, rischiano di perdere il posto. Di rimanere disoccupati, dopo anni di lavoro precario.
"È un taglio "morbido" che non ha l'impatto dei licenziamenti alla Fiat- dice Gino Giove, dell'istituto tecnico commerciale Sraffa di Orbassano - ma in questo modo rischiano di perdere il lavoro ventimila persone in Italia, il prossimo anno. Non licenziate, ma lasciate a casa, senza un nuovo contratto. Per questo allo Sraffa abbiamo deciso che, se sarà necessario, noi insegnanti occuperemo la scuola. Vogliamo che finalmente di scuola si parli".
La parola occupazione ritorna più volte nel dibattito. "Ci si può pensare - dice Alessio Drivet, dell'Itc Russel-Moro - quello che è certo è che non provvederemo all'adozione dei nuovi libri di testo: perché non ha senso adottare nuovi libri quando non si sa chi li userà come insegnante nei prossimi anni. La nuova norma ha fatto sì che gli orari degli insegnanti siano costruiti in modo assurdo: da noi più della metà dei docenti dovrà dividersi tra le due sedi della scuola che distano tra di loro chilometri". Dario Morino, docente del Marro di Moncalieri punta l'attenzione sulla continuità didattica: "Bisogna spiegare ai genitori e agli studenti che con questo sistema la continuità didattica andrà a farsi benedire: nessun insegnante potrà più pensare di fare due o tre anni consecutivi nella stessa classe. Perché prima si componevano le classi (e gli orari degli insegnanti) sulla base delle esigenze didattiche. Adesso si deve invece adattare la didattica agli orari"..
Chiude Alberto Badini, segretario regionale Cgil Scuola: "L'accorpamento a 18 ore delle cattedre della scuola superiore e l'aumento degli alunni nelle classi di tutti gli ordini di scuola, oltre a violare la legge, provocheranno una perdita di qualità del sistema scuola in Piemonte e l'abbassamento delle tutele per i più deboli. Per questo con Cisl e Uil riteniamo indispensabile una verifica con la Direzione regionale dell'istruzione e abbiamo chiesto l'apertura immediata di un confronto sull'organico di fatto".