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Repubblica-Torino-Mancano soldi per la maturità Cresce la protesta nella scuola

Grande incertezza sui compensi dei docenti impegnati nelle commissioni d'esame "Una scriteriata politica di risparmio" Mancano soldi per la maturità Cresce la protesta nella scuola TIZIANA CATE...

10/06/2002
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la Repubblica

Grande incertezza sui compensi dei docenti impegnati nelle commissioni d'esame "Una scriteriata politica di risparmio"
Mancano soldi per la maturità Cresce la protesta nella scuola

TIZIANA CATENAZZO

sfilze di bellicosi comunicati sindacali in bella vista nelle bacheche di ogni scuola superiore di Torino, montagne di volantini dappertutto, nei corridoi e nelle sale professori: il nuovo esame di stato, la vecchia "maturità", comincia anche quest'anno con un grana ed è una grana economica. Mancano i soldi per pagare i commissari d'esame, fino ieri nessuno ancora sapeva quanto (e quando) i docenti impegnanti nelle commissioni verranno retribuiti. E la protesta è così cresciuta a poco a poco.
Sì, perché quest'anno le commissioni d'esame sono cambiate e molto. Negli ultimi due anni erano state miste: otto o nove membri ogni due classi, la metà interna (e cioè composta da docenti delle stesse classi sotto esame) l'altra metà, più il presidente, fatta da professori provenienti da altre scuole o addirittura da altre città. Un meccanismo costoso perché al compenso dato ai docenti per il lavoro straordinario (l'anno scorso 350 euro), si aggiungeva la diaria pagata a coloro che erano fuori sede. Solo a Torino nel 2001 circa 1600 docenti. Quest'anno invece le commissioni (730 a Torino e provincia) saranno invece composte solo dai docenti della classe esaminata. Di esterno ci sarà solo il presidente, uno per ogni scuola. E, grazie al risparmio sui rimborsi spese, i commissari "interni" si aspettavano un consistente ritocco del compenso.
Che non c'è stato. Due giorni fa a Roma la trattativa tra i sindacati della scuola e il ministero dell'Istruzione è stata sospesa: Moratti infatti ha accolto solo in parte le richieste delle parti sociali. In più per il momento il ministro ha inviato alle direzioni regionali solo un acconto di quanto dovrà essere pagato (che per il Piemonte è di 50 mila euro e, per Torino, di 26 mila) senza fornire disposizioni in merito alle retribuzioni degli insegnanti. "Saranno liquidate entro luglio" si è limitata a dire.
"Il problema è grave - spiega Roberto Armone, professore di fisica all'istituto tecnico Ferrari di Torino - il ministro aveva già dichiarato che era impossibile reperire fondi sufficienti al pagamento: per questo esame nella Finanziaria sono stati stanziati circa 40 milioni di euro, mentre ne servono il doppio. Noi insegnanti non sappiamo ancora bene cosa fare. Lo sciopero non è possibile: se decidessimo di non presentarci agli esami verremmo precettati. Ma la discussione nelle scuole di Torino è vivace: qualcosa faremo. Del resto, durante gli esami arriviamo a lavorare anche 50 ore alla settimana".
Dalle sedi provinciali e regionali, i responsabili dei sindacati della scuola (Chiara Profumo della Cgil, Enzo Pappalettera della Cisl e Diego Meli della Uil) avvertono che l'aumento è necessario: "La politica di risparmio realizzata nella Finanziaria ha stravolto tutte le mansioni e gli incarichi negli esami di Stato. Ma si è guardato solo agli aspetti economici, senza la minima considerazione per gli aspetti pedagogici ed educativi dell'esame".
"Per dieci anni ho fatto gli esami di Stato e sono sempre stata retribuita - aggiunge Laura Zaccone, insegnante di filosofia Quest'anno, invece, addirittura si è pensato di non pagarci del tutto (e così finirà prima o poi, perché faranno rientrare gli esami di maturità fra le mansioni ordinarie), poi ci hanno detto, ma non è ancora sicuro, che ci daranno solo una parte della cifra, circa 180 euro, a luglio. E una seconda parte, forse, a settembre. È un teatrino: noi abbiamo già giudicato i ragazzi che portiamo agli esami: se proprio si vuole risparmiare sull'esame di Stato, non basterebbe far svolgere, all'ultimo anno, scrutini un po' più lunghi?".