Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa locale » Repubblica_Torino-Un rito senza più paura ma con meno valore"

Repubblica_Torino-Un rito senza più paura ma con meno valore"

La prova non spaventa: "I professori ci conoscono, è come giocare in casa" gli studenti "Un rito senza più paura ma con meno valore" MARCO TRABUCCO Non hanno più paura dell'esame, ma un ...

10/06/2002
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

La prova non spaventa: "I professori ci conoscono, è come giocare in casa" gli studenti
"Un rito senza più paura ma con meno valore"

MARCO TRABUCCO

Non hanno più paura dell'esame, ma un po' gli manca quel panico che ti prendeva allo stomaco l'ultimo giorno di scuola e ti lasciava solo quando salutavi i commissari alla fine degli orali (ah, che liberazione quel momento! Che senso di libertà, assoluta davvero). Già da tempo burocrati e affini lo chiamavano solo esame di Stato, non più maturità, consapevoli che, anno dopo anno, stavano cancellando quell'aura di rito di passaggio - un po' tribale e ridicolo, ma necessario - dall'adolescenza alla maturità, appunto. Adesso l'eutanasia dell'esame si è compiuta: tra i commissari non ci saranno più facce sconosciute, i professori che interrogheranno saranno i tuoi e solo i tuoi. Quelli visti ogni giorno per tre anni, che ti conoscono e che conosci meglio delle più usate pagine dell'antologia italiana. Era una finale olimpica, la maturità, in mezz'ora dovevi dare tutto, ma potevi stravolgere i pronostici, fare l'impresa della vita: l'hanno trasformata nell'ultima giornata di uno scontato campionato.
"Sì, è vero, è un po' come giocare in casa" dice Alberto Re del magistrale Berti. È uno dei circa 15 mila studenti che dal 19 giugno sosterranno l'esame di Stato a Torino e provincia. "Sinceramente non ne ho paura. Come potrei averla di gente che conosco e che sa come e quanto studio? Mi manca la paura però, credo ci sia bisogno di un po' di tensione in più quando si va a affrontare il primo vero esame della vita. Sappiamo già come andrà a finire, sappiamo già tutto. E non nascondiamocelo, sarà più facile rispetto al passato".
E se invece si bocciasse di più? "Figurarsi - replica Francesca Toja, maturanda al Santorre di Santarosa - perché un professore che ti promuove per anni dovrebbe bocciarti perché hai sbagliato un compito? Ne va anche della credibilità di ciò che ti ha insegnato". Anche Francesca non ha paura: "Perché dovrei, ho un buon rapporto con i miei docenti, ho studiato. Certo con questo esame, se hai avuto qualche problema con un professore negli anni precedenti, te lo porti dietro anche alla maturità". "Nella mia classe c'è qualcuno che la teme - spiega invece Martino Noce, del liceo scientifico Volta - ma per quanto mi riguarda mi preoccupa che non mi preoccupi. Ormai è così vicina, pure non riesco ad averne paura. Posso temere di non essere preparato, ma come per una qualsiasi normale interrogazione durante l'anno. E poi abbiamo già fatto simulazioni di tutto, del terzo scritto, della prova di italiano, anche delle interrogazioni".
Tutto già visto, già fatto, "simulato". Ma c'è qualcosa di più, qualcosa che piace ancor meno ai ragazzi. Davide Balistreri del Marie Curie: "Sarà più facile che in passato, certo, ma questo rischia di favorire le scuole di minor valore. L'essere valutati da "giudici" esterni era ciò che dava valore al titolo, che garantiva una certa uniformità di giudizio tra istituti diversi. Così è chiaro che qualche scuola privata, ma anche pubblica, potrà far uscire i suoi allievi con votazioni più alte, per farsi pubblicità. Comunque, alla fine, io sto studiando molto. I miei professori sono bravi e buoni, ma non al punto da passarmi i compiti dell'esame". Conclude Giulia Locati del liceo classico Gioberti: "Non ci saranno sorprese. E quando non ci sono rischi non c'è angoscia. I professori ci conoscono, hanno un'idea precisa di ciascuno di noi, non la cambieranno in un giorno. Questo va bene, come va bene dover portare tutte le materie. Ma sono vantaggi che pagheremo perché con queste commissioni il titolo perde valore. E magari già fra tre mesi nei test di ammissione universitari saremo superati dagli studenti di "certe scuole", che, senza controlli, hanno dato i voti che volevano".