Anziani vs giovani causa Covid? Una balla mediatica! Ma…
Ne abbiamo discusso in una videoconferenza organizzata dalla FLC CGIL nazionale per la rete delle Scuole del Popolo.
La contrapposizione, quella tra giovani e anziani, è frutto della pochezza della nostra classe politica nella gestione della pandemia. Una contrapposizione costruita mediaticamente ad arte e che non esiste concretamente oggi, certo, ma che, nel contempo, suscita timori, una miniera di temi da approfondire e tracce di lavoro innumerevoli per il sindacato. La pandemia ha reso, infatti, espliciti e chiari problemi e difficoltà già esistenti, facendole esplodere. Ora serve il contributo di tutti, perché la ripartenza non sarà per niente facile.
Questo il messaggio lanciato dall’iniziativa in videoconferenza “Covid: anziani, giovani… e politica” svoltasi il 27 gennaio 2021. Rivedi la diretta video.
Interventi veloci di dieci relatori, provenienti da diverse esperienze e con variegate competenze, coordinati da Ivo Vacca e Alessandro Rapezzi, hanno tratteggiato un quadro come risultato di varie angolazioni di visualizzazione e prospettive.
Il Prof. Pitzalis, docente di sociologia dell’Università di Cagliari, ha messo a nudo il re: “la contrapposizione fra generazione è frutto del falso moralismo con cui si è affrontata la pandemia. Alla lucidità si è preferita la ricerca di una gestione “non democratica” giustificata dall’emergenza. Il potere è stato lasciato al governo che ha agito puntando sull’emotività, sulla paura. Questo nella prima parte della pandemia: “affrontata con una sorta di nazionalismo e patriottismo sanitario. La popolazione è stata sollecitata a partecipare con lo spirito di chi si trova in guerra.” I giornali, ma tutti i mass media in genere, hanno trovato occasione di rilancio “lucrando” sull’attesa spasmodica di notizie da parte della popolazione. Un alibi per la politica, quindi, che ha “moralizzato” la pandemia colpevolizzando i comportamenti di ciascuno. Nella seconda fase, invece, si è assistito al protagonismo di alcuni governatori che, in un interminabile gioco di scarico di responsabilità, hanno trascurato i temi veri, le responsabilità vere. In questo momento sono state messe in luce difficoltà dovute alle diseguaglianze. La pandemia le ha accentuate affossando nella disperazione chi viveva di un lavoro precario, togliendo opportunità formative a chi non disponeva di strumentazione tecnica o culturale per seguire la didattica a distanza. Diseguaglianze sul tema sanitario dove le regioni che avevano eliminato la sanità di vicinanza si sono ritrovati con gli ospedali al collasso e cittadini allo sbando. È arrivato ora il momento di riacquisire lucidità e affrontare i temi al di fuori dell’emotività. Vanno riaffrontati i temi del lavoro, sempre più precario, della scuola in cui bisogna trasformare il derby tra i favorevoli e contrari alla DAD in un’analisi che permetta di prendere quello che di buono questa modalità ha offerto, integrandola con la didattica in presenza (non sostitutiva). Il tema della denatalità, con politiche che puntino alla genitorialità e ai servizi dedicati; ad una politica intelligente dell’immigrazione per coprire i vuoti lasciati dalla diminuzione delle nascite. Il vero pericolo è infatti collocato oltre la pandemia: quando il rapporto anziani giovani sarà tristemente sbilanciato a favore degli anziani con i giovani delle nuove generazioni sempre più nella precarietà e sempre meno tutelati. Per affrontare questi problemi sarà necessaria lucidità, non emotività, guardando in faccia la realtà con la ricerca di soluzioni. Il vero obiettivo che dobbiamo porci è quello della progettualità, progettualità a cui tutti devono collaborare, anche con un patto intergenerazionale.
Le sollecitazioni del Prof. Pitzalis sono state raccolte dai vari relatori che hanno presentato le loro esperienze rappresentando un paese variegato e composito. Siamo in un momento difficile e i problemi sono complessi.
Ne hanno parlato Doriano Bizzarri come rappresentante del mondo dell’associazionismo professionale, Raffaele Dubbioso che ha parlato delle difficoltà dell’inserimento dei giovani universitari nel mondo del lavoro, Mario Batistini Segretario dello SPI CGIL di Firenze che ha potuto esporre le posizioni del sindacato dei pensionati su questi temi.
Raffaele Iosa, Ispettore ministeriale del MI, ha invece sottolineato l’incredibile lavoro fatto dai docenti che, in silenzio e autonomamente, si sono inventati un nuovo modo di insegnare.
Federico Allegretti, Rete degli studenti, ha affrontato il tema dei giovani e della scuola spesso chiusa di fronte a problemi per il loro domani di cui si intuiscono solo i contorni.
Gaetanina Ricciardi ha parlato delle difficoltà affrontate in questo periodo di pandemia da un Camera del Lavoro del meridione. Tra le altre cose sottolinea come questa iniziativa fosse seguita dal una classe di un liceo di Caserta collegata in video conferenza.
Nicola Marongiu, per la CGIL, ha dato un contributo sui temi generali partendo dalla considerazione di come sia necessario un’estrema attenzione ai giovani. A loro viene privato il diritto all’istruzione, con motivazioni spesso contradditorie e casuali a seconda della regione in cui esse insistono. Si è poi soffermato sulle ricadute diversificate sulle persone in seguito alle azioni delle singole regioni. Queste situazioni di accentuazioni di diseguaglianze vanno ora affrontate e studiate per verificare come queste incidono sulle persone. Non tutte le persone avranno lo stesso tipo di ricadute e diverse le saranno le difficoltà che esse dovranno affrontare. L’utilizzo delle risorse del PNRR dovrà tenere conto proprio di queste, con un deciso intervento a favore dei giovani, delle donne e dello sviluppo compatibile, cosa che invece non c’è. Serve leggere la realtà puntando ad analizzare i bisogni sempre meno generalizzati ma il più possibile personalizzati. Conclude invitando i presenti a continuare il lavoro di scavo su questi temi in quanto utile allo sviluppo futuro dell’azione del sindacato.
Prosegue Domenico Compagnoli che racconta della sua esperienza a Codogno, mettendo in risalto come si sia toccato con mano le carenze della sanità lombarda. Da una parte gli ospedali intesi come aziende, dall’altra una società che si è trovata sola ad affrontare una esperienza terribile, senza sapere a chi rivolgersi.
Chiude gli interventi Luca Santus, del dipartimento Politiche giovanili della CGIL Sarda, che sottolinea come in Italia manchi una politica seria a favore dei giovani che si riflette anche nella programmazione dei fondi del Ricovery Plan.
La lunga maratona è stata chiusa dai saluti del Responsabile nazionale della Scuola del Popolo che ha sottolineato come questa iniziativa abbia messo in luce tante chiavi di lettura sulle ricadute sociali della pandemia. Proprio la ricchezza dei contributi, provenienti da esperienze le più variegate, ha messo in risalto una complessità difficilmente sintetizzabile. Di certo la prosecuzione di questo scavo, alla luce delle sollecitazioni del Prof. Pitzalis e dei tanti interventi, diventa un impegno morale importante per la Scuola del Popolo e per la FLC CGIL. L’impegno progettuale è, infatti, una sfida che deve vedere tutti impegnati.
Per chi fosse interessato è disponibile la registrazione della videoconferenza sulla pagina YouTube della FLC CGIL nazionale.