Decreto sviluppo: audizione della FLC alla Camera
Illustrato ieri 31 maggio ai deputati della commissione cultura della Camera tutto ciò che non va nelle ultime misure del governo. Ma dalla FLC oltre le critiche anche le proposte per far funzionare la scuola, l'università e la ricerca
Scuola, università e ricerca, tutto quello che non va negli articoli 1 e 9 del cosiddetto decreto sviluppo è stato illustrato da una delegazione della FLC CGIL ai componenti della Commissione cultura della Camera.
Scuola
Sui precari della scuola le norme del decreto, lungi dall'offrire soluzioni, peggiorano in alcuni casi la situazione addirittura favorendo il susseguirsi di contratti a tempo determinato anche su posti vacanti. Critiche sono state espresse anche sulle graduatorie e sulla mobilità territoriale.
L'unico punto positivo del decreto, l'annuncio di un piano di assunzioni in ruolo, resta solo un annuncio perché non viene quantificato neppure nella relazione tecnica.
La FLC ha tenuto però ad offrire alla Commissione una serie di proposte, tra le quali:
- il piano di assunzioni deve essere quinquennale e non triennale. Questo va attuato con la trasformazione in organico di diritto di tutti i posti liberi su spezzoni e sul sostegno. La quota parte di assunzioni docenti e ata sulla base dei posti vacanti e disponibili relativa all’anno scolastico 2010-2011 deve essere aggiuntivo al suddetto piano;
- va soppressa la norma, indegna di un paese civile, che esclude dalla normativa europea il personale della scuola, negandogli la trasformazione del rapporto di lavoro di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato;
- la retrodatazione giuridica della nomina va estesa a tutto il personale immesso in ruolo;
- va eliminato il blocco degli inserimenti in graduatoria di chi ha iniziato i corsi abilitanti, risolvendo una situazione paradossale: il MIUR ha autorizzato i percorsi abilitanti sapendo che questo personale non avrebbe mai potuto essere incluso a pieno titolo nelle graduatorie ad esaurimento;
- va eliminato il blocco quinquennale della mobilità territoriale per coloro che saranno immessi in ruolo a partire da settembre 2011. Questo blocco schiocca come uno schiaffo alle prerogative contrattuali e alla sentenza della Corte Costituzionale (41/2011) che ha confermato il diritto dei lavoratori alla libera circolazione sul territorio nazionale.
Università e ricerca
Su università e ricerca la FLC denuncia la situazione impossibile in cui versano soprattutto dal punto di vista finanziario, tanto che non si possono persino spendere i soldi in bilancio a causa dei vincoli imposti dalle leggi. Molti enti di ricerca hanno difficoltà persino a chiudere i bilanci.
Nessuna possibilità di coprire il turn over e nessuna restituzione dei fondi tagliati.
L'introduzione del credito d'imposta, misura di per sé condivisibile, rischia di non avere nessuna efficacia in un contesto di tagli indiscriminato che non consentono a enti di ricerca e università di progettare e lavorare sull'innovazione.
Inutile inoltre, secondo la FLC, istituire l'ennesima Fondazione per sostenere l'università. Anche qui è paradossale che mentre si taglia il finanziamento ordinario di atenei ed enti di ricerca si stanziano ben 10 milioni di euro (solo per il 2011) a sostegno della Fondazione.
Ecco le proposte che la FLC ha presentato alla Commissione:
- reintegrare i tagli, compreso quello del 13% del fondo ordinario degli enti;
- permettere agli atenei di assumere con le risorse già stanziate ma bloccate dal tetto del 90% del rapporto tra assegni fissi e spese del personale;
- riprendere il reclutamento negli enti di ricerca.
In sintesi: non possono dare i soldi alle imprese e tenere bloccato il reclutamento. È una contraddizione logica: se le imprese danno i soldi agli enti e alle università per realizzare progetti di ricerca ma non c'è nessuno che vi lavora, tutto questo non ha senso.