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Centri per l'istruzione degli adulti. Approvato il parere della VII commissione della Camera

Continua la destrutturazione del sistema pubblico dell'istruzione. Si mortificano le migliori esperienze realizzate e si svuota la prospettiva per l'apprendimento permanente nel nostro paese!

11/11/2010
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Dopo quella del Senato, anche la VII Commissione della Camera ha espresso il suo parere sullo  schema di regolamento recante norme generali per la ridefinizione dell'assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali.

L'opposizione ha presentato un parere alternativo e contrario.

Quello approvato è un  parere favorevole che pone sei condizioni ed una osservazione.

E' un brutto parere!!

I Centri per gli adulti che vi si prefigurano sono ben poca cosa rispetto a ciò che si attendeva e rispetto a quello che è stato realizzato in questi anni nelle migliori esperienze dei CTP e dei corsi serali. E sono ben altra cosa da ciò che servirebbe per andare nella direzione indicata dall'Unione Europea pur nella riformulazione del Trattato di Lisbona (Europa 2020)

  • avere almeno il 15% degli adulti in percorsi di apprendimento;
  • la proporzione degli studenti al livello basso negli apprendimenti linguistici, matematici e scientifici deve scendere al di sotto del 15%
  • avere almeno il 40% di persone tra i 30-34 anni con un titolo di studio d’istruzione terziaria
  • portare al di sotto del 10% la percentuale di giovani che escono precocemente dal sistema d’istruzione e formazione 
  • fare in modo che almeno il 95% dei bambini tra i 4 anni e l’età d’inizio della scuola primaria frequenti percorsi educativi (ossia riceva un’educazione prescolastica).

Invece, nel  parere si sostiene che è necessario  rendere  coerente il regolamento sui Centri per gli Adulti  con il nuovo assetto della scuola secondaria superiore. Con buona pace di quanto elaborato e già in parte realizzato sulla didattica breve e in generale sulla specificità dei processi di apprendimento/insegnamento per gli adulti.

Dal testo sembra di capire che  l'acquisizione delle competenze di base connesse all'esercizio della cittadinanza attiva sia prevista solo in relazione all'espletamento dell'obbligo con conseguente acquisizione del titolo di studio. Siamo di fronte ad una visione veramente riduttiva dell'istruzione per gli adulti!

Gravissimo che nel parere non vi sia alcun riferimento ESPLICITO alla questione dei corsi di lingua italiana per immigrati né alla conoscenza della Costituzione. Tanto più a fronte dell'introduzione dei test di lingua per ottenere il permesso di soggiorno. In questo modo si sancisce che lo Stato rinuncia  a svolgere un ruolo attivo nell' inclusione dei cittadini immigrati.

Altra carenza gravissima: non si ravvisa alcun riferimento agli adolescenti usciti dal percorso scolastico eppure c'è chi  pensa ad un loro possibile rientro  nei Centri per l’Istruzione degli Adulti, per  acquisire un  titolo di studio, ma  senza prevedere alcun percorso specifico tarato sulla loro esperienza, sulle loro  difficoltà e sulle loro  specificità.

Come se, dopo che dalla scuola sono usciti perché adolescenti "inadatti", potessero rientrarvi come  adulti promossi sul campo!!

Vediamo molte nubi addensarsi sulla  condizione n. 5) "si considera necessario altresì prevedere misure nazionali di accompagnamento per l'introduzione del nuovo assetto organizzativo e didattico dei Centri, che comprendano prioritariamente l'aggiornamento del personale scolastico" a fronte dei tagli in corso e a quelli che si annunciano.

Mentre la condizione n. 6 che raccomanda il rinvio del termine del 31 agosto 2011 fissato per la cessazione del previgente ordinamento al 31 agosto 2013 apre una fase transitoria estremamente critica, delicata e lunga nel corso della quale il settore rischia di essere taglieggiato e sacrificato alle esigenze di organico per altri ordini di scuola

L' osservazione con la quale il parere si conclude: "Il  Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca valuti l'opportunità di adottare tutte le iniziative necessarie, anche nell'ambito dei contratti collettivi di lavoro del personale della scuola, per assicurare ai Centri territoriali personale in possesso di specifici titoli culturali e di esperienze maturate nel settore dell'istruzione degli adulti"  che a prima vista può sembrare condivisibile e di buon senso, "dimentica" che trattasi di materia che può essere definita solo contrattualmente e che nel frattempo i contratti sono stati congelati!!.

Questo parere rafforza le nostre critiche. Ancora una volta la maggioranza politica rappresentata nella VII commissione ha mancato l'ennesima occasione per anteporre gli interessi del Paese alle mere logiche di allineamento al MIUR.

Non per nulla l'opposizione ha proposto un parere alternativo e contrario che riprende in molte parti le posizioni rappresentate più volte e unitariamente dalle Organizzazioni sindacali.

A fronte del  parere favorevole licenziato dalla Commissione, noi ancora una volta, ribadiamo

  • questo provvedimento interviene in modo massiccio su un settore già fortemente condizionato dalla politica dei tagli previsti da questo governo. Infatti per garantire le riduzioni di spesa richieste dal MEF e definite nella legge 133/08, si limita e si irrigidisce l'offerta formativa impoverendo un settore già debole
  • non si assicura una maggiore qualità del servizio per innalzare i livelli d'apprendimento della popolazione adulta
  • non si favorisce l'inclusione sociale soprattutto per gli adulti immigrati che non avranno più la possibilità di frequentare i corsi per l'acquisizione delle capacità linguistiche fondamentali per vedere riconosciuti i diritti di cittadinanza
  • non si potenzia l'attività di recupero dei giovani che non hanno assolto all'obbligo di istruzione
  • non c'è nessun riferimento in merito alle risorse necessarie per finanziare un piano straordinario di formazione di tutto il personale interessato.

Nonno, cos'è il sindacato?

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