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Emergenza sanitaria e sistemi della conoscenza: le iniziative da intraprendere

Ordine del giorno approvato dall’Assemblea generale nazionale della FLC CGIL del 22 e 23 aprile 2020.

24/04/2020
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L’assemblea generale nazionale

riunitasi il 22 e 23 aprile 2020 in modalità telematica, assume la relazione introduttiva e le conclusioni del Segretario Generale e dopo l’ampio dibattito seguito esprime le seguenti valutazioni sull’attuale fase politico-sindacale.

Premessa

La grave emergenza sanitaria che stiamo vivendo da due mesi, il prolungarsi dei tempi per l’individuazione di un vaccino, l’adozione di misure senza precedenti per la prevenzione e il contenimento della diffusione del virus Covid-19, stanno provocando una profondissima crisi nel tessuto sociale ed economico del nostro Paese. All’improvviso il mondo intero ha dovuto accettare la consapevolezza che il futuro può anche deviare da ogni capacità di previsione sconvolgendo i piani e imponendoci scelte e comportamenti che mai avremmo pensato di dover assumere.

La nostra solidarietà

Innanzitutto, la FLC CGIL esprime la propria solidarietà e il proprio cordoglio alle famiglie delle vittime di questa pandemia. Non vi sono parole per esprimere lo sgomento per quello che si è trasformato, in alcuni territori, in un dramma collettivo di vaste proporzioni.

Ringraziamo tutti gli operatori sanitari che stanno lottando strenuamente per curare chi si è ammalato e per salvaguardare la salute di tutti noi e tutti coloro che sono impegnati quotidianamente a garantire il funzionamento dei servizi essenziali.

Il ruolo dello Stato e l’archiviazione definitiva delle spinte verso l’autonomia differenziata

Il dramma che la comunità nazionale sta vivendo ha fatto emergere con una evidenza senza precedenti i guasti di decenni di disinvestimento nelle politiche pubbliche di prevenzione e di tutela della salute dei cittadini, accompagnati da potenti ed inarrestabili processi di privatizzazione dell’intero sistema sanitario a cui si deve aggiungere una differenziazione dei livelli di tutela della salute non più sostenibili alla luce del nostro dettato costituzionale.

Come FLC CGIL avevamo visto giusto: la strenua lotta contro l’autonomia differenziata che abbiamo condotto negli ultimi anni ha impedito che anche nel sistema di istruzione si percorressero strade che avrebbero ulteriormente aggravato diseguaglianze tra territori, studenti, famiglie. Ecco perché oggi, a maggior ragione, ribadiamo la difesa e il rilancio del sistema nazionale e pubblico di istruzione e ricerca (scuola, università, alta formazione enti di ricerca), riaffermando con maggiore vigore che la lotta contro ogni sua forma di autonomia differenziata rappresenta per la FLC CGIL un elemento irrinunciabile della propria azione politica.

Per un nuovo modello di sviluppo

Per affrontare e superare la pesante crisi che inevitabilmente si abbatterà sul nostro Paese a seguito della pandemia, sarà necessario un cambio profondo degli indirizzi di politica economica e sociale. Ciò sarà possibile solo se alla base ci saranno investimenti diretti pubblici straordinari e senza precedenti che, in totale controtendenza rispetto alle epocali politiche di disinvestimento di questi anni, siano capaci di riallineare l’auspicabile riposizionamento dei sistemi produttivi in direzione della rigenerazione urbana, della domanda interna e dei consumi collettivi, della nuova agricoltura di prossimità, dei beni culturali e del tempo libero, della riconversione ecologica e del cambio energetico: da qui il rilancio integrale dei settori della conoscenza con il potenziamento della ricerca, l'innalzamento dei livelli di istruzione e formazione della popolazione e la conseguente lotta alla dispersione scolastica e agli abbandoni universitari.

Emergenza sanitaria e sistemi della conoscenza

Tra fine febbraio e i primi di marzo è stata progressivamente sospesa l’attività didattica in presenza in tutte le istituzioni scolastiche, nelle aule accademiche e di alta formazione di tutta Italia e, stante il perdurare dell’emergenza, l’anno potrebbe concludersi appunto senza che vi sia la ripresa delle attività in presenza. Abbiamo assistito, a fronte del dramma del distanziamento sociale, ad un enorme sforzo delle varie componenti professionali di tutti i settori della conoscenza teso a proteggere il sottile filo che li lega ai propri studenti.

In questo contesto la didattica a distanza (Dad), pur con tutti i suoi limiti, ha rappresentato l’unico strumento per mantenere la relazione educativa con gli studenti. Al contrario la perdita di relazione e l’impossibilità di proseguire il percorso di apprendimento avrebbero minato ancora di più il diritto costituzionale all’istruzione.

Tuttavia, dobbiamo registrare che la DaD, attivata all’improvviso, senza soluzione di continuità con la didattica in presenza, in tanti casi senza alcuna formazione specifica dei docenti, ora sta mostrando tutti i suoi limiti. L’uso prolungato della DaD elimina dall’apprendimento la dimensione della socialità e dell’insostituibile confronto fra docente e discente inteso come confronto tra pari, che è alla base dei processi di formazione di scienza e coscienza critica. Il fascicolo sulla didattica responsabile in epoca di emergenza e, in particolare, il manifesto da noi promosso sulla didattica inclusiva, propone su questo una riflessione ampia e ha l’obiettivo di alimentare un nuovo dibattito sui contenuti e le modalità dell’insegnamento dentro e oltre l’emergenza. Il digital divide, confermato dai dati dell’ISTAT, espelle dalla didattica circa 1,6 milioni di studenti delle scuole e alle già profonde disuguaglianze si sommano oggettive difficoltà che riguardano centinaia di migliaia di famiglie. Né va sottaciuto che si potrebbero aprire improbabili e impercorribili idee di messa a sistema di modelli di “didattica a distanza” quale soluzione a regime, centrata su una strumentazione che di per sé può solo costituire un ausilio, ma che mai potrà sostituire il valore della didattica in presenza.

La scelta dei Ministeri dell’Istruzione e dell’Università e Ricerca di voler gestire questa fase di straordinaria emergenza in modo unilaterale, in netto contrasto con i processi di mediazione con i soggetti sociali, praticati in ogni ambito della vita sociale e produttiva da parte dello stesso Presidente del consiglio dei Ministri e dei singoli Dicasteri, si è rivelata inadeguata ad affrontare una fase così complicata su molti fronti, come le questioni ineludibili e fondamentali che riguardano il reclutamento, le stabilizzazioni, i concorsi, le graduatorie dei supplenti. Si sono così ignorate le problematiche che via via emergevano sulla mobilità (in assenza di una qualsiasi idea sull’avvio del nuovo anno scolastico), sulla sicurezza, sulla didattica a distanza, sulla carenza di strumentazione tecnologica di molta parte delle scuole e delle famiglie alimentando l’idea che tutto potesse proseguire ordinariamente.

La medesima scelta di unilateralità delle decisioni è stata intrapresa anche su questioni ineludibili e fondamentali che riguardano il reclutamento, le stabilizzazioni, i concorsi, le graduatorie dei supplenti, la mobilità e le relazioni sindacali, decisioni necessariamente da rivedere adoperando tutte le potenzialità contenute nel Contratto Istruzione e Ricerca. In particolare, per quanto riguarda il reclutamento, la nostra proposta di sostituire il concorso straordinario con una graduatoria per titoli è l’unica in grado di consentire di avere tutte le cattedre occupate al 1° settembre 2020, esigenza ineludibile in una situazione come quella che stiamo affrontando. Al medesimo obiettivo di una piena funzionalità delle istituzioni fin dal primo giorno di lezione, è indirizzata la proposta della FLC CGIL di un piano di assunzioni che vada oltre il turn over per il personale docente e ATA che garantisca effetti positivi omogenei in tutti i territori, penalizzati dai tagli prodotti sugli organici da leggi precedenti, e immetta in ruolo, con procedura di concorso semplificata, i facenti funzione DSGA sprovvisti di titolo che abbiano svolto tre anni di servizio

Ciò anche per consentire l’implementazione di personale a garanzia di un organico straordinario che dovrà consentire di recuperare il credito che gli studenti hanno accumulato per la sospensione delle lezioni. Avere garanzia solo degli investimenti attuali è insufficiente due volte perché i settori della conoscenza hanno subito tagli per anni, nel quadro attuale dunque, non sarebbe adeguato alle necessità prodotte dall'emergenza.

La scuola, l'AFAM, l'Università e la Ricerca hanno bisogno di un organico straordinario che sia preludio alla stabilizzazione indispensabile da anni. Questo organico non dovrà solo continuare a garantire il diritto allo studio e alla ricerca ma dovrà aver cura del segno lasciato da questa drammatica emergenza al fine di mettere al centro anche il valore sociale e pubblico delle professionalità.

Non è possibile uscire dall’ emergenza senza affrontare la stabilizzazione delle migliaia di posti coperti da precari, necessaria per consentire l’inizio di un nuovo anno che si presenta del tutto eccezionale e ancora oggi senza certezze.

Le denunce reiterate e le azioni di contrasto che abbiamo messo in campo, anche unitariamente, nelle forme possibili in questa fase, hanno potuto far registrare comunque alcuni importanti risultati a tutela del personale e delle istituzioni della conoscenza.

Nella scuola in particolare abbiamo ottenuto, oltre che una pressoché totale esclusione del lavoro in presenza di tutto il personale, superando le interpretazioni restrittive e sbagliate delle norme da parte degli Uffici centrali e periferici del MI:

  • la conferma dell’organico di diritto dell’anno in corso, nonostante il calo delle iscrizioni rispetto all’anno passato;
  • l’assunzione di 1000 Assistenti tecnici nelle scuole del primo ciclo per l’anno 2020, portando a buon fine per la prima volta nella storia della scuola italiana una rivendicazione da tempo da noi avanzata, costituendo comunque per noi un primo passo verso la generalizzazione delle presenze in tutte le scuole elementari e medie di primo grado;
  • la sottoscrizione del Contratto integrativo di mobilità straordinaria dei lavoratori ex LSU e Appalti storici come ulteriore passo verso la seconda fase di internalizzazione dei lavoratori ancora in attesa di assunzione;

Analoghe difficoltà si stanno registrando sul versante del Ministero dell’Università e Ricerca. A fronte delle affermazioni del Ministro che, nell’unico incontro che si è svolto a metà febbraio, a parole ha sostenuto l’importanza di un confronto costante con le parti sociali, prendendo anche l’impegno di attivare specifici tavoli di confronto sui principali temi, ma senza poi che tutto ciò avvenisse. L’effetto è stato per i settori dell’Università, della Ricerca e dell’AFAM:

  • la totale mancanza di una visione nazionale delle problematiche connesse alla fase emergenziale;
  • l’adozione di provvedimenti diversificati tra istituzioni, rispetto alla didattica e a agli esami a distanza e, nella prima fase, rispetto al personale in servizio nelle sedi;
  • la totale omissione del confronto con le organizzazioni sindacali privilegiando, piuttosto, l’interlocuzione diretta, nell’università, con la CRUI, CUN e CNSU, nella ricerca con i presidenti degli Enti, nell’AFAM, con le conferenze dei direttori e presidenti organismi privi di qualsiasi legittimazione giuridica.

Per l’Università e la Ricerca rimane centrale il tema del recupero delle ingenti risorse tagliate in questi anni (il finanziamento ordinario delle Università e degli Enti di ricerca è inferiore a quello di 10 anni fa) e l’esigenza di un piano straordinario di assunzioni, per ridurre il divario rispetto agli altri Paesi. In questa fase inoltre è necessario un finanziamento specifico di garanzia per permettere alle Università e agli Enti di ricerca di prolungare straordinariamente assegni e contratti temporanei di ricerca, tenendo conto dell’inevitabile esigenza di prorogare le attività di molti progetti. Ci sarà poi sicuramente il problema dei tanti studenti che provengono da famiglie che, a causa dell’emergenza sanitaria, della perdita del lavoro, della forte riduzione del reddito, potrebbero non essere più in grado di sostenere i costi per continuare gli studi. L'abbattimento o la totale cancellazione delle tasse di cui si dovrà fare carico lo Stato non potrà che essere l'unica soluzione praticabile, anche oltre l’emergenza sanitaria, considerato anche il fatto che il nostro Paese è al terzo posto in Europa come costo delle tasse universitarie e che si colloca al 27° posto tra i 28° dell’Ue come % giovani laureati (% laureati tra 30-34 anni in Italia 27,8 media Ue 40,7), dato quest’ultimo che sintetizza bene quanto grave sia la situazione e preoccupante la prospettiva di sviluppo e competitività del nostro Paese nel prossimo futuro.

Nei settori della formazione professionale e delle scuole paritarie l’emergenza sanitaria ha avuto ricadute drammatiche sul versante occupazionale, ha sospeso totalmente i servizi educativi, dell’infanzia e primaria a gestione privata, in appalto e in convenzione e rimodulato, quasi in toto, le modalità didattiche in digitale del primo e secondo grado e nei corsi di formazione professionale, con carichi di lavoro settimanale non sostenibili e al di fuori dei vincoli contrattuali.

Le relazioni sindacali con le associazioni di rappresentanza datoriale sono state quasi tutte positive e collaborative per fronteggiare le emergenze con l’accesso agli ammortizzatori sociali per i dipendenti, l’adozione del lavoro agile, per quanto possibile, con le misure di sicurezza sanitaria previste dai Protocolli. In particolare per la formazione professionale ci siamo confrontati, insieme alla CGIL, con il Coordinamento delle Regioni per avere garanzie sulla validità dell’anno formativo, a prescindere dal numero delle ore svolte, e sulla tenuta dei finanziamenti senza decurtazioni. Occorre garantire l’offerta dei servizi educativi e scolastici da parte dello Stato anche nel caso in cui venisse meno l’offerta privata dei nidi, delle scuole dell’infanzia e delle scuole paritarie di ogni ordine e grado.

La FLC CGIL ritiene fondamentale in questa fase riattivare il protagonismo dei lavoratori attraverso lo strumento del Contratto.

I problemi inediti che la pandemia e le sue conseguenze hanno sollevato in materia di salario e rapporto di lavoro vanno affrontati con lo strumento contrattuale. Per questo i territori e le RSU sono chiamate a ritessere le relazioni sindacali in rapporto al contratto, stipulato o da stipulare e più in generale alla contrattazione di posto di lavoro, per dirimere le questioni attinenti al lavoro svolto, al trattamento del lavoro a distanza, al salario accessorio come sostegno al reddito che non va disperso per via dell’emergenza del coronavirus.

Si dà mandato alla segreteria in questo quadro, a partire dalle elaborazioni predisposte dal Centro nazionale, di sviluppare la ripresa delle relazioni sindacali a tutti i livelli.

Iniziative

A fronte del quadro sopra descritto, mantenendo lo stretto collegamento con la CGIL per il necessario coordinamento delle attività nel più ampio contesto confederale, l’assemblea Generale della FLC CGIL dà mandato alla segreteria di organizzare, partendo dal confronto con gli altri sindacati di categoria, iniziative di mobilitazione che, seppur nel quadro delle compatibilità organizzative derivanti dal perdurare dell’emergenza sanitaria, si pongano l’obiettivo di dare visibilità alle nostre posizioni, di far partecipare attivamente i lavoratori e di contrastare qualsiasi disegno verticistico di intervento sui nostri settori. In particolare:

  • avviare la mobilitazione con modalità adeguate a tutti i luoghi di lavoro della conoscenza, convocando, come primo step, assemblee possibilmente unitarie, per la scuola in un’unica giornata a livello provinciale oltre che in tutti gli atenei, nelle istituzioni AFAM e negli Enti di ricerca. Le assemblee si svolgeranno tutte in orario di servizio con all’odg le problematiche relative allo stato di emergenza sanitaria, alla DaD, al diritto alla disconnessione, alla conclusione dell’anno scolastico e accademico, all’avvio del nuovo anno, all’emergenza del finanziamento dei settori della conoscenza, del CCNL e del superamento del precariato;
  • portare, unitariamente e insieme alle Confederazioni, il confronto sulle priorità relative ai nostri settori pubblici in sede di Presidenza del Consiglio;
  • promuovere iniziative territoriali e nazionali sulle proposte relative al precariato in tutti i nostri settori accompagnate da una strutturata campagna di comunicazione;
  • promuovere iniziative per garantire la tutela occupazionale delle lavoratrici e dei lavoratori dei settori privati, occorrono maggiori stanziamenti per prolungare il periodo degli ammortizzatori sociali fino alla fine dell’anno scolastico e formativo, attivando un confronto coi lavoratori interessati attraverso una specifica campagna di assemblee da tenersi nei prossimi mesi.

L’Assemblea Generale, pur considerando le grandi difficoltà organizzative derivanti dall’emergenza sanitaria in atto, ritiene fondamentale in questa fase rafforzare il rapporto attivo con i lavoratori, impegna tutto il gruppo Dirigente a “far vivere” sui territori e nei posti di lavoro le iniziative che verranno intraprese a livello nazionale e a diffondere i materiali e le numerose elaborazioni prodotte, a partire dalla sottoscrizione del Manifesto per una Didattica inclusiva e della petizione per l’abolizione del voto numerico nella scuola primaria.

Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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