Argentina: continuano le agitazioni degli insegnanti
Nella provincia di Nequen, dove un insegnante era stato ucciso dalla polizia, continua la mobilitazione.
Ancora lunedì 16 aprile ci sono state manifestazioni a Nequen, dove all’inizio del mese
un insegnante è stato ucciso
da un candelotto lacrimogeno sparato dalla polizia durante una manifestazione.
Si è svolta infatti una marcia di 12.000 persone, capeggiata dai dirigenti delle centrali sindacali sia CGT (peronista) che CTA (di sinistra), come segno di unità, e dalla moglie di Carlos Fuentealba, l’insegnante di chimica ucciso. La manifestazione coincideva con uno sciopero di 24 ore indetta dalle due centrali e dalla ATEN, l’associazione degli insegnanti della provincia, che fa parte della CTERA, la confederazione argentina degli insegnanti a sua volta affiliata alla CTA. Continua frattanto il presidio davanti al palazzo del Governo da parte degli insegnanti che chiedono le dimissioni del governatore della provincia Sobisch.
Da parte sua, per calmare la situazione il governatore, appartenente a un partito locale all’opposizione del governo federale e ritenuto il mandante della repressione, ha offerto di alzare a 1240 pesos (poco meno di 300 euro) il salario iniziale. Vale a dire 100 pesos in più di quello che gli insegnanti avevano ottenuto prima dell’uccisione di Fuentealba.
L’ATEN non ha commentato l’offerta, lasciando alle assemblee di base nelle scuole la decisione se accettare o no. Ma le previsioni sono pessimiste: per lo più i militanti del sindacato rifiutano di trattare con Sobisch.
Roma, 18 aprile 2007