Bolkestein: la FLC chiede la Parlamentari Europei una posizione chiara che escluda i servizi educativi dalla Direttiva
Pubblichiamo la lettera inviata ai Parlamentari Europei con la quale la FLC chiede l'esclusione dei servizi educativi dalla Direttiva Bolkestein.
Pubblichiamo la lettera inviata ai Parlamentari Europei con la quale la FLC chiede l'esclusione dei servizi educativi dalla Direttiva Bolkestein.
Roma, 16 giugno 2005
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Prot. n. 262
Roma, 15 giugno 2005
All’attenzione dei Parlamentari Europei
Membri del Comitato Mercato Interno e
Tutela del Consumatore
Parlamento Europeo
On.Marco Rizzo
Gruppo Confederale
Sinistra Europea Unita - Sinistra Nordica Verde
On. Vincenzo Lavarra
Gruppo Socialista del
Parlamento Europeo
On. Guido Podestà
Gruppo del PPE (Cristiano Democratici) e
dei Democratici Europei
On. Pier Luigi Bersani
Gruppo Socialista del Parlamento Europeo
On. Mario Borghezio
Gruppo Indipendenza/Democrazia
On. Paolo Costa
Gruppo dell’Alleanza dei Liberali e dei
Democratici per l’ Europa
Sig.ra Luisa Morgantini
Gruppo Confederale
Sinistra Europea Unita - Sinistra Nordica Verde
On. Stefano Zappalà
Gruppo del PPE (Cristiano democratici) e dei
Democratici Europei
Loro Sedi
Oggetto: Proposta della Commissione Europea per una Direttiva sui Servizi nel Mercato Interno.
Gentili Signore,
Egregi Signori,
in relazione all’esame in corso della bozza di Direttiva sui Servizi da parte del Comitato Mercato Interno e Tutela del Consumatore (IMCO) del Parlamento Europeo, chiediamo il Vostro sostegno perché sia assunta una posizione chiara e senza ambiguità che escluda i servizi educativi dalla Direttiva.
Tale richiesta d’esclusione si basa sui seguenti motivi:
· è necessario rispettare il principio di sussidiarietà in un’area in cui l’Unione Europea detiene solamente competenze complementari.
Gli Stati membri dovrebbero essere pienamente titolati a regolamentare e sostenere la qualità dei servizi educativi offerti nei propri Paesi, nel rispetto del Trattato Costituzionale, artt. 149 -150.
· I sistemi educativi sono portatori di valori culturali e d’identità, promotori della coesione sociale, della cittadinanza attiva, della diversità linguistica e della democrazia.
I servizi educativi non possono essere sottoposti alla commercializzazione, ma dovrebbero essere soggetti ad ordinamenti specifici a livello nazionale, al fine di assicurare e potenziare il ruolo multidimensionale dell’educazione nella società.
· La distinzione della Commissione Europea tra servizi d’interesse generale e servizi d’interesse economico generale è inadeguata ai servizi educativi, a causa delle molteplici modalità di gestione, sia pubbliche sia private.
I Governi interessati ad attrarre investimenti privati nei propri servizi educativi non dovrebbero trovarsi nella condizione che, in conseguenza di tale scelta, i suddetti servizi rientrino negli obiettivi della Direttiva e così essere costretti ad aprirli alla concorrenza del mercato interno dell’Unione Europea.
· I numerosi ed efficaci strumenti comunitari per rafforzare le abilità degli studenti, degli insegnanti e dei ricercatori e per promuovere la cooperazione transnazionale tra le scuole sono prove del fatto che è possibile aumentare l’internazionalizzazione dell’educazione senza accrescerne la commercializzazione.
· La commercializzazione dell’educazione è in contraddizione con gli obiettivi educativi della strategia di Lisbona; l’innalzamento della qualità del nostro sistema educativo e l’uguaglianza delle opportunità d’accesso non possono essere garantite attraverso la mercificazione dell’educazione.
Altrimenti l’acquisizione di tali obiettivi sarà minacciata dalla subordinazione dell’educazione alle regole del mercato.
· L’insegnamento attivo, la condivisione delle esperienze, le attività d’apprendimento tra pari e lo scambio delle buone pratiche tra gli istituti sono ampiamente riconosciuti come i più importanti e più efficaci strumenti per migliorare la qualità dell’educazione.
Tali strumenti sono, tra l’altro, quelli maggiormente usati dall’Unione Europea per raggiungere gli obiettivi di Lisbona. In ogni modo, tali pratiche non potrebbero prevalere in un settore educativo governato dalla competizione e dalle forze del mercato
· La questione se un dato servizio costituisce un servizio di natura economica in accordo alla legislazione europea è attualmente alla decisione della Corte di Giustizia della Comunità Europea.
Solo una netta esclusione dei servizi educativi dalla Direttiva sui servizi rispetterà a pieno la divisione delle competenze in educazione, come definito nel trattato costituzionale
Siamo a Vostra disposizione per ulteriori chiarimenti.
Distinti saluti,
Enrico Panini