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Concluso il IV Social Forum Europeo

Una forte partecipazione e una grande discussione. Questo il senso dei 210 seminari del Forum di Atene. Si consolida il lavoro del network europeo sull’educazione che indice per novembre una mobilitazione europea per la difesa della scuola pubblica contro il neoliberismo e la precarizzazione. In 150.000 manifestano contro le guerre, nonostante gli incidenti provocati da piccoli gruppi isolati. Molto partecipata anche l’assemblea generale dei movimenti.

09/05/2006
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E’ stato un successo al di là di ogni previsione il IV Social Forum che si è svolto ad Atene tra il 4 e il 7 maggio scorsi. I media italiani hanno dato probabilmente qualche risalto solo agli scontri che si sono sviluppati nella manifestazione di sabato ma lo svolgimento dei lavori del Forum e la stessa portata della manifestazione sono andati ben oltre il sensazionalismo di queste notizie.

Per andare con ordine occorre dire che il Forum ha visto da subito una grande partecipazione, sicuramente superiore a quella delle due precedenti edizioni di Londra e di Parigi. La strutturazione del Forum in network relativi ai vari argomenti ha consentito un andamento più ordinato della discussione. Significativo e non privo di successi è stato lo sforzo degli organizzatori greci di coinvolgere le realtà dell’Est europeo. Forte la presenza, oltre naturalmente ai greci, di italiani, turchi e spagnoli e abbastanza ben riuscita la capacità del collettivo linguistico Babels di garantire le traduzioni quasi sempre in greco, inglese, francese, turco, italiano, e in alcuni dei 210 seminari anche in russo, tedesco, spagnolo, ungherese e serbo-croato.

Nonostante la temperatura, più bassa del solito in questa stagione, e il vento non fossero usuali l’alta partecipazione soprattutto giovanile non è mai mancata, in un’area, costituita dal vecchio aeroporto ovest della capitale greca, che per gli spazi aperti non era l’ideale.
Anche i seminari sull’educazione nei quali era impegnata la FLC Cgil hanno visto una grande partecipazione e un’attenzione mai diminuita nel corso delle tre ore in cui erano articolati.

Oltre al seminario sull’istruzione universitaria e la ricerca, a cui partecipava Paolo Saracco e di cui abbiamo già parlato, ottima è stata l’organizzazione del seminario su “Quale educazione per quale società” coordinata da Giovanna Fassetta e a cui ha preso parte Mara Montagna a nome del movimento parmense “La Scuola Siamo Noi”, mentre assai partecipato è stato il dibattito “Un’altra educazione è possibile in Europa” moderato da Pino Patroncini e a cui ha preso parte Loredana Fraleone a nome del “Tavolo Fermiamo la Moratti”.

L’assemblea del network dell’educazione, che ha visto presenti centinaia di partecipanti, ha approvato un documento che prevede nel mese di novembre una settimana europea di mobilitazione contro il neoliberismo nell’educazione e nei servizi pubblici e per la difesa della scuola pubblica all’interno della quale ricadrà la giornata d’azione degli studenti del 17 novembre.

Il corteo lungo 7 km contro la guerra in Irak e contro i rischi di una nuova guerra contro l’Iran, ha visto la partecipazione di oltre 150.000 persone, una portata inusuale in terra ellenica.

Gli incidenti provocati qua e là da gruppi incontrollati ma assai piccoli sono stati “spettacolari” ma non gravissimi, grazie anche a un comportamento responsabile degli altri dimostranti e delle forze dell’ordine, che pure non hanno lesinato lacrimogeni.
All’assemblea conclusiva di domenica 7 maggio hanno partecipato oltre 1.500 persone.
La riunione ha preso le distanze e condannato quanti nel giorno precedente avevano cercato di fare degenerare la manifestazione.

Tra le risoluzioni più importanti assunte, oltre a quanto già detto per il network educazione, vanno citate la decisione di una manifestazione contro le guerre in Medio Oriente e i pericoli di nuove guerre da farsi a fine settembre e la costituzione di un network permanente sui pubblici servizi.

Non è invece stata definita la nuova sede e la nuova data per il prossimo social forum. Caduta per motivi vari l’ipotesi di Berlino e della Germania, l’ipotesi più probabile è Bruxelles., ma la decisione dovrà essere presa in successive riunioni dell’assemblea organizzativa.

Roma, 9 maggio 2006

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