Conferenza mondiale UNESCO sull’Istruzione per uno Sviluppo sostenibile, Berlino 17-19 maggio 2021
Il ruolo fondamentale del dialogo sociale per un futuro migliore: la FLC CGIL, insieme agli altri sindacati europei, guida la trasformazione dei sistemi dell’istruzione.
Sin dalla Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente e lo Sviluppo tenutasi nel 1992 a Rio de Janeiro, all’istruzione è stato riconosciuto un ruolo cruciale per lo sviluppo sostenibile. Tra il 2005 e il 2014 le Nazioni Unite hanno inaugurato il Decennio dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile, chiedendo ai Governi nazionali di integrare i principi della sostenibilità nei loro sistemi educativi e nei curriculum di docenti e studenti. Al decennio ha fatto seguito il Programma quinquennale di Azione Globale (Global Action Programme-GAP) sull’Educazione allo Sviluppo Sostenibile (2015-2019), lanciato con la Conferenza Mondiale dell’Unesco di Aichi-Nagoya, in Giappone, con l’adozione di una Dichiarazione sulla forza trasformativa dell’educazione e della conoscenza e sull’importanza del pensiero sistemico, analitico e creativo per comprendere e affrontare le interconnesse sfide globali della sostenibilità. In questo quinquennio sono state svolte oltre 1.400 iniziative che hanno coinvolto 151.000 scuole, 26 milioni di studenti, 2 milioni di educatori e 48.000 istituti di formazione degli insegnanti.
Durante la Conferenza Mondiale Unesco di Berlino del 17-19 maggio 2021, organizzata con il sostegno del Ministero Federale dell’Istruzione e della Ricerca della Germania, ma in presenza virtuale, è stata presentata la nuova iniziativa, ESD 2030. L’Unesco è la principale agenzia delle Nazioni Unite per l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile (Education for Sustainable Development – ESD) sin dal Decennio dell’Educazione delle Nazioni Unite (2005-2014). L’educazione allo sviluppo sostenibile è ampiamente riconosciuta come parte integrante dell’Agenda 2030, in particolare dell’Obiettivo 4 di Sviluppo Sostenibile, e come fattore chiave per il raggiungimento di tutti gli altri obiettivi.
La Conferenza ha riunito centinaia di esponenti dei settori dell’educazione e dello sviluppo sostenibile, insieme a decine di Ministri dell’Istruzione, della Ricerca e della Cultura di ogni paese, dalla Germania e l’Italia (presente Patrizio Bianchi) fino all’Arabia, l’Afganistan, il Suriname e Trinidad e Tobago.
L’obiettivo dichiarato è l’incremento a livello globale della consapevolezza del ruolo cruciale dell’educazione nel favorire il raggiungimento dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile.
Per il settore più legato ai sistemi dell’Istruzione globali, una interessantissima discussione si è tenuta con, tra gli altri, il presidente di International Education, Susan Hopgood, che ha illustrato la campagna Teach for Planet, e sottolineato l’indispensabile coinvolgimento dei sindacati della conoscenza nazionali e delle organizzazioni continentali (come ETUCE nel caso dell’Europa) e globali, e il direttore dell’area Education dell’OCSE, Andreas Schleicher, che partendo dai dati PISA ha evidenziato lo scarto fra le dichiarazioni dei dirigenti e le effettive competenze sviluppate dagli studenti, congiunta con la difficoltà attuale degli studenti di comprendere come effettivamente agire per uno sviluppo sostenibile.
Secondo le parole di Stefania Giannini, vice direttrice dell’UNESCO con delega all’istruzione, “Per sbloccare azioni concrete per il cambiamento, questa tabella di marcia identifica aree di lavoro e interventi specifici che possono essere sviluppati e supportati dagli Stati Membri e dalle parti interessate, comprese le organizzazioni della società civile e i partner per lo sviluppo a livello regionale e globale. [...] Ora è il momento per ogni sistema educativo di guidare la trasformazione necessaria per impostare il nostro mondo su una rotta più giusta e sostenibile, perché il nostro futuro comune dipende dalle nostre azioni presenti”.
Dalla riunione plenaria, però è apparso chiaro che, nonostante molteplici dichiarazioni ufficiali di vari governi, i sistemi d’istruzione nazionali non forniscono ancora ai docenti gli strumenti e agli studenti le conoscenze e le competenze necessarie per implementare neanche la costruzione delle condizioni per realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile.
Come si vede, il coinvolgimento mondiale è notevole e si stanno segnando i confini culturali e economici entro i quali nei prossimi anni sarà possibile effettuare azioni efficaci e modellare un intervento pubblico complessivo a partire dalle singole specificità nazionali, dall’acqua alla gestione della foresta amazzonica. Diventa ora necessario, per l’Italia, implementare immediatamente le misure richieste, partendo dal dialogo sociale con i sindacati della conoscenza, in tutti gli ordini dell’istruzione, primaria, secondaria e universitaria. La FLC CGIL, con il progetto finanziato dalla Commissione Europea Education Trade Unions addressing sustainable environmental development (La sfida per i sindacati della conoscenza sullo sviluppo ambientale sostenibile), è in prima linea per trasformare il sistema della conoscenza e cogliere le opportunità oggi finalmente possibili.