Direttiva Europea sui servizi pubblici. L’attenzione si sposta ora a livello nazionale
Il Parlamento Europeo approva il testo varato dal consiglio lo scorso luglio.
La Direttiva sui servizi pubblici è stata approvata dal Parlamento Europeo in seconda lettura, il 15 novembre, senza modifiche al testo varato dal Consiglio, lo scorso luglio. Dopo quasi tre anni d’ intenso dibattito e di altrettante lotte, il testo finale presenta indubbiamente positivi cambiamenti rispetto a quello iniziale, sul piano dei diritti dei lavoratori e della difesa dei servizi pubblici.
Per quanto riguarda il settore educativo, il Consiglio dei Ministri e il Parlamento Europeo hanno convenuto di escludere i sistemi educativi nazionali dall’ambito della Direttiva, a prescindere dal pagamento o meno delle tasse e dal fatto che il servizio educativo sia fornito direttamente dallo Stato o da un privato a nome dello Stato. Rientrano, invece, nell’ambito della Direttiva tutti gli istituti d’istruzione privati che, sostanzialmente finanziati da privati, ricercano il profitto, anche se portano avanti interessi di carattere generali per uno Stato, come quello appunto dell’educazione.
Inoltre, la Direttiva definisce che lo Stato ha la possibilità di sostenere normative di regolamentazione dei servizi educativi, che potrebbero anche essere discriminatorie nel confronto di fornitori stranieri, qualora ritenga che tali regolamentazioni servano ad assicurare “un alto livello educativo”.
Nonostante i progressi fatti, rimangono però aree di incertezza, per le quali il movimento sindacale dell’educazione europea aveva chiesto ulteriori modifiche. Ciò riguarda l’incertezza su come determinare il confine tre privato e pubblico nei servizi pubblici – o, attendendosi alla terminologia della Direttiva, tra economico in contrapposizione a non economico- e di conseguenza se un dato servizio educativo sia coperto o meno dalla Direttiva.
Si tratta ora di spostare l’azione e l’attenzione a livello nazionale per seguire attentamente l’applicazione del testo della Direttiva a tale livello. Il movimento sindacale europeo ha inoltre deciso di iniziare una campagna per la definizione di una legge sui servizi pubblici d’interesse generale.
Roma, 20 novembre 2006