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Finlandia: quello che le inchieste non dicono

La miglior scuola d’Europa ma due stragi all’interno di una scuola in un anno: neppure nel profondo Nord non è tutto oro quello che luccica.

19/12/2008
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A chi ha avuto al fortuna di leggere Le Monde de l’Education di novembre non sarà sfuggito un breve articolo dal titolo “Quello che i buoni risultati del PISA non dicono sulla scuola”. L’articolo mette al centro al situazione della scuola finlandese, come si sa la migliore delle scuole europee e tra le migliori del mondo, secondo l’inchiesta OCSE-PISA ma anche una scuola dove nel giro di un anno (novembre 2007 - settembre 2008) sono avvenute due stragi sconvolgenti ad opera di studenti “impazziti” che si sono messi a sparare sui loro compagni. L’articolo cita alcune “confessioni” di esperti finlandesi in merito.

Kirsi Lindros, direttrice dello sviluppo al ministero dell’educazione finlandese e responsabile dell’unità di crisi successiva alla prima strage ammette il fatto che la scuola finlandese possa essersi cullata sugli allori: ”PISA non mente mai, però racconta solo una piccola parte di verità sulla scuola finlandese. E’ un’immagine monca. Noi pensavamo con i risultati PISA di essere arrivati. Ora Jokela e Khuajoki hanno rimesso tutto in causa in modo drammatico”. Anche alla Fondazione Mannerheim per la riabilitazione giovanile dicono che i buoni risultati PISA hanno un po’ smobilitato la scuola, mentre molti alunni avevano ancora bisogno di sostegno, soprattutto a fronte di quelli che sono un po’ i tratti più o meno leggendari dell’ambiente finlandese: il cielo grigio, l’alcool, il silenzio e la poca loquacità delle persone, in breve la freddezza.

Altri, soprattutto i docenti di scuola, sottolineano che, mentre l’inchiesta PISA mette in luce il fatto che in Finlandia si fa di tutto per non stigmatizzare l’allievo, molti studenti continuano a non stare bene a scuola: ci sono troppe discipline e, se si paragona la scuola finlandese a quella della vicina Svezia, c’è una forte pressione sugli allievi per il loro successo scolastico. Altri ancora come il Centro finlandese per la salute mentale preferiscono pensare che il fenomeno dei massacri sia più legato a Internet. La Fondazione Mannhereim sottolinea anche che la Finlandia sta pagando le conseguenze di pesanti tagli in materia di scuole, insegnanti, psicologi e assistenti sociali mentre la società finlandese è dura, non parla che di competizione, porta troppo poca attenzione alle relazioni sociali, come dimostra anche l’alto tasso di suicidi tra i giovani finlandesi.

Roma, 19 dicembre 2008

Tag: finlandia