Francia: i risultati delle elezioni sindacali
Nei risultati delle elezioni sindacali in Francia, tenutesi la scorsa settimana, affermazione della Fsu nella scuola e della Cgt nel lavoro privato. Ma mentre nella scuola la partecipazione cresce, nel privato è ai minimi storici.
Molti non lo sanno ma in Francia in questi giorni, martedì e mercoledì scorso per la precisione, si sono svolte due tornate elettorali molto importanti: le elezioni professionali nella scuola e quelle “proud’homales” nei settori lavorativi privati.
Le elezioni professionali della scuola riguardano i consigli di amministrazione paritetici nazionali e dipartimentali e assomigliano un po’ alle nostre elezioni, oggi congelate, del CNPI e dei CSP.
Le elezioni “proud’homales” riguardano invece i probiviri delle commissioni di arbitrato nelle vertenze di lavoro. Vi partecipano quindi, in due ambiti diversi, i lavoratori e i datori di lavoro.
Queste elezioni si svolgono ogni cinque anni. La precedente si era svolta nel 2002 ma lo scorso anno non le elezioni si sono tenute per la coincidenza con le elezioni presidenziali e parlamentari. Questo testimonia l’importanza data oltralpe a questa scadenza: le proud’homales, in particolare, hanno un rituale molto simile a quello politico, con tanto di cartelloni elettorali nelle piazze di Francia dove al posto dei manifesti dei partiti campeggiano i manifesti dei sindacati e delle associazioni datoriali.
I risultati di queste elezioni e la partecipazione ad esse sono decisive per misurare il peso effettivo dei sindacati francesi che, a parte scuola e pubblico impiego, contano un numero di iscrizioni piuttosto basso se confrontato con quello dei sindacati italiani.
Le elezioni professionali nella scuola
Le elezioni nella scuola (votavano in questa occasione solo gli insegnanti: ATA e dirigenti hanno altre scadenze) hanno visto una crescita della partecipazione, che ha superato il 65%, ed hanno confermato il primato della Fsu che si aggiudica la maggioranza assoluta nella scuola secondaria e tra gli insegnanti di educazione fisica (hanno un consiglio a parte) e quella relativa nella scuola primaria.
Nella scuola secondaria lo Snes-Fsu ottiene il 50% esatto dei voti, lo Sgen-Cfdt l’11,14%, gli “autonomi” dello Snalc il 9,68%, l’Unsa l’8,16%, Force Ouvriere il 6,54%, la Sud il 6,46%, la Cgt il 2,72%. In questo settore scolastico lo Snes-Fsu mantiene di misura la maggioranza assoluta pur perdendo un 2% di cui sembrano beneficiare soprattutto gli altri tre sindacati “di sinistra”: l’Unsa, vicina ai socialisti, i “cobas francesi” della Sud e la storica Cgt.
Tra gli insegnanti di educazione fisica lo Snep-Fsu ottiene l’80,33%, seguito dall’Unsa all’8,9%.
Nella primaria lo Snuipp-Fsu ottiene il 47,14%, l’Unsa il 22,99%, Force Ouvriere il 7,81%, lo Sgen-Cfdt il 7,43%, la Sud il 6,39%, gli “autonomi” dello Csen il 2,59%, la Cgt il 2,26. Con questo risultato lo Snuipp nato una decina di anni fa da una scissione dello Sni-Fen (l’altro troncone confluì poi nell’Unsa) consolida il suo primato nel settore. Ciò ha dato modo alla sua segreteria di rintuzzare le affermazioni del ministro dell’educazione Darcos che aveva affermato che gli insegnanti francesi si meritano sindacati migliori di quelli che hanno.
Tra gli insegnanti dei licei professionali il primo sindacato è ancora col 29,63% lo Snetaa, uscito alcuni anni fa dalla Fsu, seguito da Cgt col 24,07%, Fsu con l’11,70%, Sgen-Cfdt col 9,61%, Unsa con il 7,41%, Fo con il 5,65%, Sud con il 4,25%. Non deve meravigliare la presenza significativa della Cgt solo in questo ordine di scuola: ciò accade perché da un lato l’immagine piuttosto “operista” della Cgt paga solo nei professionali, dall’altro perché negli altri ordini di scuola lo spazio politico della Cgt è di fatto coperto dalla Fsu.
Le elezioni “proudhomales”
Le elezioni “proud’homales”, a differenza di quelle della scuola, hanno visto un abbassamento di partecipazione, secondo un trend che sembra inarrestabile negli anni e che rafforza la volontà del padronato e della destra francese di escludere sempre di più i fattori di controllo sindacale. Poco più del 25% dei lavoratori dipendenti hanno infatti partecipato ad una consultazione che negli anni settanta vedeva una partecipazione superiore al 60%.
La Cgt ha visto confermata ed anzi rafforzata la sua maggioranza relativa col 33, 8% (aveva il 32,2), la Cfdt ha avuto il 22,1% (25,1%), Force Ouvriere il 15,9% (18,5%), la cattolica Cftc l’8,9% (9,6%), il sindacato dei quadri Cgc l'8,2% (7,0%), l’Unsa il 6,2% (5,0%), la federazione Solidaire ( che comprende la Sud) l’1,31% (1,5%).
La Cgt risulta prevalente nel settore dell’industria col 41,8% seguita da Cfdt (20.7%) e Fo (17,6%), in quello del commercio col 34,9% seguita da Cfdt (20,6%) e Fo (17,1%) e nelle attività non inquadrate col 32,4% seguita sempre da Cfdt (23,2%) e Fo (15,7%).
La Cfdt è in testa tra i quadri col 23% seguita da Cgc (22%) e Cgt (16,8%) e nell’agricoltura col 28,3% seguita da Cgt (26,8%) e Fo (16%).
La Fsu essendo un sindacato del pubblico impiego non partecipa a queste elezioni, mentre l’Unsa, anch’essa prevalentemente sindacato del pubblico impiego, che aveva fatto capolino nel privato nel 2002, consolida lentamente la sua contestata presenza, soprattutto tra i quadri e i settori non inquadrati: il ministero del lavoro francese tuttavia la discrimina nelle relazioni sindacali nonostante la sua rappresentanza sia solo di poco inferiore alla cattolica e storica Cftc, che invece gode di tutti gli onori e gli oneri della rappresentatività.
I “cobas francesi” della federazione Solidaires appaiono presenti in maniera significativa solo nell’agricoltura e nei settori non inquadrati, il che appare coerente la loro recente nascita (nemmeno una decina d’anni) e l’impegno altermondialista anche sulle produzioni agricole, mentre la Cfdt continua a pagare la sua diversità di posizione rispetto agli altri sindacati su molte questioni, letta probabilmente in termini di troppa disponibilità con le controparti. Nel recente passato ciò l’aveva portata all’abbandono da parte di singoli iscritti e persino da parte di alcune intere unioni sindacali. Il calo di Force Ouvriere, come sempre oscillante tra posizioni di estrema sinistra e posizioni corporative che la portano talora all’isolamento dagli altri sindacati, sembra anch’esso segnare il passo per simili strategie.
Roma, 9 dicembre 2008