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Francia: sui CPE Chirac non convince

Continua il braccio di ferro con studenti e sindacati sul CPE dopo che il Presidente della repubblica ha confermato la legge modificando la parte su periodo di prova e licenziamenti. Domani nuova giornata d’azione

03/04/2006
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Sembra un pesce d’aprile: infatti il 1° di aprile il Presidente della Repubblica Francese Chirac ha confermato la legge sui CPE, dopo che questa aveva ottenuto l’OK della Corte Costituzionale. Però ha disposto che venga modificata portando da due a uno gli anni di prova e che venga introdotta la clausola della motivazione per l’eventuale licenziamento.
Ha cercato così di togliere di mezzo due dei principali motivi che alimentavano il dissenso. E il Parlamento dovrebbe fare ciò entro domani, 4 aprile, data in cui è previsto un nuovo sciopero. I sindacati e gli studenti però non sono affatto convinti della cosa.

Insomma ancora una volta le autorità francesi arrivano in ritardo, con il carro dello mobilitazione già in corsa e con il rischio di scontentare sia la sinistra (è una trappola!) che la destra (è un cedimento alla piazza!). Un gioco di equilibrismi in cui ormai sono in molti far tremare la corda su cui cammina il primo ministro De Villepin: non solo l’opposizione di sinistra, ma anche la centrista Udf e soprattutto il ministro dell’interno Sarkozy, che aspira alla candidatura della destra alle presidenziali. Chirac nel suo discorso è stato ben attento a non usare mai le parole “ritiro”, “sospensione”, “modificazione”. E i commentatori sostengono che non si è mai visto in tutta la storia francese un presidente che promulga una legge dicendo che va modificata. La cosa è talmente discutibile che il Medef, cioè la confindustria francese, ha dato disposizione ai suoi associati di non firmare alcun CPE prima che tutto venga chiarito.
I sindacati, dalla filocomunista Cgt alla più possibilista Cfdt, non si fidano. Persino il sindacato dei quadri, Cgc, che non si è mai mischiato alla contestazione di piazza, dice che non se ne parla neppure. Così tra gli studenti: non solo l’Unef, ma anche la più moderata Fage, che, a differenza della prima, aveva partecipato agli incontri di rue de Grenelle, dice che è una cosa che non sta né in cielo né in terra.

Il movimento comunque non demorde. Dopo martedì scorso la strada intrapresa dagli studenti è quella dei blocchi al traffico stradale e ferroviario. Tante iniziative più piccole ma sparse su tutto il territorio francese. E nella notte tra venerdì e sabato Parigi è stata al centro di una specie di gioco a rimpiattino tra poliziotti e circa 5000 giovani che formavano cortei non autorizzati vaganti per la città: una “randonnèe politique” di circa 25 km che li ha portati nei luoghi simbolici di questa vicenda, l’Assemblea Nazionale, il Senato, la Sorbona, isolata dai cordoni della polizia e dalle reti mobili, il Palazzo di Giustizia, fino a Montmartre, luogo simbolico della Comune di Parigi. La residenza del Presidente della Repubblica era ovviamente off-limits!
La mobilitazione di domani dirà se il pesce d’aprile di Chirac ha sortito qualche effetto oppure no.

Roma, 3 aprile 2006

Tag: cpe, francia