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L’istruzione pre-primaria e i percorsi educativi non segreganti sono determinanti per l’efficacia e l’equità nei sistemi europei d’istruzione e formazione

Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo

04/10/2006
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Nella comunicazione adottata in data 8 settembre, la Commissione (istruzione) esprime ancora una volta la propria preoccupazione per l’incapacità di molti sistemi educativi europei di saper coniugare efficacia ed equità, con costi umani, sociali ed economici rilevanti.Nel testo si possono ritrovare argomentazioni ed obiettivi che sono anche alla base del programma della FLC: l’importanza della scuola pre primaria, la non separazione precoce dei percorsi secondari; il potenziamento della formazione e dell’istruzione professionale, lo sviluppo di pratiche inclusiveper l’utenza svantaggiata basate sulla progettualità delle scuole in collaborazione con il territorio. Più perplessità, invece, sul punto relativo al finanziamento dell’istruzione superiore. La constatazione dell’iniquità del sistema attuale, i cui costi sono sostenuti anche da chi non ne fruisce, non può essere risolta solo conpolitiche connesse alla tassazione e alle agevolazioni finanziarie, in assenza di misuredi accoglienza e di concreta garanzia del diritto allo studio, relativi a costi dei testi,alloggi,trasporti, mense,fruizione culturale, accesso alle tecnologie informatiche.

Il testo è pubblicato nel sito della Commissione

“Sistemi d’istruzione e di formazione efficienti possono avere un notevole impatto positivo sulla nostra economia e società, ma le disuguaglianze nell’istruzione e nella formazione hanno consistenti costi occulti che raramente appaiono nei sistemi di contabilità pubblica. Se dimentichiamo la dimensione sociale dell’istruzione e della formazione, rischiamo di incorrere in seguito in notevoli spese riparative.” Con queste parole Jan Figel, Commissario europeo per l’istruzione, la formazione e la cultura, ha presentato, il mese scorso, la Comunicazione della Commissione (istruzione) al Consiglio e al parlamento Europeo su efficienza ed equità nei sistemi europei d’istruzione e formazione.

Due obiettivi, efficienza ed equità, che non si escludono a vicenda, ma sono resi possibili intervenendo sui seguenti fattori, a parere della Commissione, determinanti:

  1. maggiori investimenti nell’istruzione pre-primaria. I dati di numerosi Stati membri dimostrano che l’istruzione pre-primaria determina risultati migliori in termini di rendimento e di adattamento sociale dei bambini e costituisce il mezzo più efficace per creare le basi di ulteriore apprendimento, poiché previene l’abbandono scolastico, aumenta l’equità dei risultati ed eleva il livello generale delle capacità. Ovviamente, per compensare gli svantaggi in tutto il sistema d’istruzione, ai programmi pre-primaria devono seguire ulteriori interventi, come il sostegno all’apprendimento linguistico e all’adattamento sociale, in assenza dei quali gli effetti benefici tendono a svanire. Per ottenere risultati positivi, è inoltre necessaria maggiore attenzione alla pedagogia e ai programmi, nonché alla formazione dei docenti che deve essere migliorata in molti paesi membri.

  2. non separare gli studenti in “percorsi” educativi diversia un’età troppo precoce. I paesi europei come Germania, Lituania, Lussemburgo, Olanda e Austria, che smistano precocemente gli studenti presentano una maggiore variazione di risultati scolastici dei paesi con sistemi scolastici più integrati. Lo smistamento precoce ha, in particolare, conseguenze negative sul livello d’istruzione dei bambini svantaggiati, esasperando gli effetti dell’ambiente socioeconomico sui risultati scolastici, mentre nonaccresce l’efficienza nel lungo periodo. A parere della Commissione, si possono rafforzare sia l’efficienza sia l’equità privilegiando il miglioramento della qualità degli insegnanti, prevedendo strategie d’inclusione che vengono costantemente aggiornate e progettando sistemi di autonomia e responsabilizzazione a livello locale e di istituto a favore dell’equità, evitando però conseguenze locali potenzialmente inique di decisioni decentrate, come la delimitazione delle zone di utenza scolastica.

  3. Migliorare gli investimentiall’Istruzione terziaria per ampliarne la partecipazione . A parere della Commissione e contrariamente a quanto spesso si suppone, i sistemi d’istruzione superiore gratuiti, interamente finanziati dallo Stato, non garantiscono un accesso e una partecipazione equi, in quanto possono condurre ad una distribuzione inversa dai meno abbienti ai più abbienti, dato che tutti i contribuenti, anche quelli che non hanno fruito dell’istruzione universitaria, devono sostenere i costi del sistema.Per rafforzare sia l’efficienza sia l’equità, gli Stati membri dovrebbero predisporre condizioni adeguate ed incentivi per promuovere investimenti più elevati da parte delle fonti pubbliche e private, comprese anche le tasse di frequenza associate a misure finanziarie di accompagnamento per i soggetti svantaggiati, ad es. prestiti bancari in funzione del reddito futuro reale, borse di studio e contributi dipendenti dal reddito.

  4. Migliorare la qualità e l’efficacia dell’istruzione e della formazione professionale. Intutti i Paesi membri gli esordienti sul mercato del lavoro con i livelli d’istruzione più bassi corrono maggiori rischi di disoccupazione. Fermo restando l’importanza dell’intervento precoce per accrescere la partecipazione e il livello d’istruzione per migliorare le prospettive occupazionali, restano comunque fondamentali la transizione dal mondo dell’istruzionea quello del lavoro e la formazione continua. Occorre, però, mettere a punto percorsi chiari e diversificati di IFP per favorire l’apprendimento e l’occupazione, e migliorare in particolar modo i programmi di formazione pubblici per i disoccupati e i discenti svantaggiati. A parere della Commissione, la qualità e l’efficacia di tali programmi possono essere potenziati incentivando la compartecipazione a livello locale e regionale di imprese, enti pubblici, parti sociali e organizzazioni locali del terzo settore.

  5. Sviluppare la cultura della valutazione. Cultura della valutazione e messa a punto di politiche per tutto il ciclo dell’apprendimento permanente sono strumenti indispensabili per l’efficacia degli investimenti nel settore dell’educazione. Poiché i risultati degli investimenti nel settore educativo si confermano solo con il tempo, gli stati hanno bisogno di un infrastruttura statistica in grado di raccogliere dati appropriati e meccanismi per valutare i processi e misurare il successo.

Roma 4 ottobre 2006