La Francia in piazza contro la precarietà
Centinaia di migliaia di giovani hanno manifestato contro i nuovi contratti di assunzione
Da 200.000 (secondo la polizia) a 400.000 ( secondo gli organizzatori) sono stati manifestanti che sono scesi in piazza martedì mattina a Parigi (45.000), Marsiglia (35.000), Tolosa (15.000), Grenoble (15.000) e in altre quaranta città della Francia. A scatenare le manifestazioni è stato il cosiddetto CPE, contratto di primo ingaggio, esteso ai lavoratori dai 16 ai 26 anni di età e che consente ai datori di lavoro di assumere i giovani e di licenziarli senza giusta causa. E così la sigla CPE è diventata l’acronimo di altrettanti motteggi che in italiano significano “contratto di precariato eterno”, “contratto per le sommosse” (emeutes, in francese), “contratti di ingaggio pattumiera”, “disoccupazione (chomage) per gli studenti”, e così via dicendo. Insomma a scatenare il tutto è stato l’ennesimo concretizzarsi del pregiudizio liberista, tanto caro anche ai nostri governanti, che a bloccare il mercato del lavoro siano le regole di tutela del lavoro stesso. Per cui tolte le regole le assunzioni dovrebbero fioccare.
Ma evidentemente i francesi non credono molto a queste frottole. La manifestazione avrebbe dovuto essere organizzata dai partiti dell’opposizione, con più calma, ma la pressione è stata tanta che i tempi sono stati anticipati all’avvio della discussione parlamentare, complice anche il governo che ha voluto porre la discussione in coincidenza non casuale con le vacanze scolastiche di inverno, cercando di stringere i tempi e cogliendo di sorpresa l’opposizione. Così gli artefici della mobilitazione sono stati non i partiti ma i sindacati Cgt, Cfdt e Fsu e le organizzazioni giovanili Unef (universitari), Unl e Fidl (liceali). La mobilitazione avrebbe potuto anche essere più ampia, ma una parte delle scuole era già comunque in vacanza.
Dopo i tumulti delle banlieues, i quali però non avevano una direzione politica, questo è il primo movimento di piazza con cui si trova a fare i conti il governo Villepin. E la cosa si fa sentire: i sondaggi di opinione realizzati da Paris Match, fonte insospettabile, danno un abbassamento della popolarità del capo del governo dal 58 al 52%, mentre il presidente Chirac sembra in caduta libera dal 44 al 37%. Non a caso la stessa Ocse ha consigliato il governo francese che sta procedendo a passo di carica sulla via liberista (oltre a questi CPE ha previsto altre forme semiprecarie di contratto, i CNE, e l’abbassamento dell’apprendistato a 14 anni quando i giovani sono ancora nelle scuola media) di rallentare un po’ la marcia.
Roma, 10 febbraio 2006