La riforma della scuola secondaria superiore inglese.
Regno Unito, Marzo 2002
Marzo
La riforma della scuola secondaria superiore inglese. Alcune settimane fa il ministro dell’educazione britannico Estelle Morris ha presentato il suo libro verde di 92 pagine sul futuro dell’educazione per i giovani tra 14 e i 19 anni sul territorio inglese del regno ( Galles, Scozia e Ulster godono di autonomia in materia). L’idea è quella di lanciare per 12 settimane un dibattito per scelte condivise, che coinvolga le autorità locali, le associazioni degli insegnanti, i gruppi di ex-alunni, le università e i college. Si tratta per ora di un libro di riflessione, ancora non di una proposta, ma il governa conta di fare i primi passi nel settembre 2002, di avviare la riforma vera e propria nel 2003 e nel 2004 e di arrivare a regime nel 2007.
L’idea è quella di introdurre un nuovo diploma finale in cui siano considerate sullo stesso piano le materie cosiddette accademiche e quelle professionali, contabilizzando anche attività extracurricolari come il lavoro volontario, lo sport e la musica. A partire dai 14 anni, infatti, le materie obbligatorie si ridurranno a quattro (inglese, matematica, scienze e tecnologia della comunicazione e dell’informazione) e non copriranno più del 40% dell’orario. Il resto sarà formato da discipline opzionali. Il libro verde suggerisce anche di avviare un percorso veloce per le eccellenze con un esame speciale più difficile.
Quest’ultima scelta non ha mancato di suscitare polemiche: si teme un’accentuazione delle differenze e i sindacati degli insegnanti, che chiedono investimenti addizionali dieci volte superiori a quelli preventivati dal governo, mettono in guardia dalla superficialità di studi troppo veloci anche per gli alunni più brillanti. Criticata è anche la scelta di trascurare gli insegnamenti delle lingue straniere, che in Inghilterra si cominciano a studiare a 11 anni, ma che ora si propone di smettere a 14, diventando opzionali. Alcuni criticano la preminenza delle scienze nel corpo centrale delle quattro discipline, a detrimento delle richieste effettive del mercato che richiederebbe avvocati, contabili, managers o disegnatori.
I conservatori accusano invece il governo di ingannare i giovani e chiedono una buona scuola di base e una scuola professionale gestita in collaborazione con l’industria.