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La riforma di Bush.

Stati Uniti, Marzo 2002

12/03/2002
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L’insegnamento della religione negli Stati Uniti

Marzo

La riforma di Bush. Dopo al riappacificazione tra repubblicani e democratici sul tema della scuola sembra prendere corpo la nuova riforma. La quale però non si caratterizza per variazione alla struttura scolastica né ai piani di studio o alle discipline, anche se non mancherà di promuovere alcune materie come ad esempio Storia Americana con appositi finanziamenti. L’obiettivo della riforma è infatti quello di uniformare l’enorme disparità dei livelli di educazione tra i 50 stati dell’Unione e di estirpare il sistema di promozioni fatte senza tener conto del rendimento degli alunni e delle responsabilità dei docenti. Per la prima volta in 37 anni si istituiranno esami annuali di matematica e di lettura in terza e in ottava (rispettivamente 7 e 12 anni di età). Le prove saranno standardizzate per tutti gli stati, dal momento che si individua la responsabilità dei diversi livelli di rendimento proprio nel fatto che l’educazione è attribuita ai singoli stati. In questo modo sarà più agevole la valutazione del rendimento delle singole scuole ed il confronto tra loro, fino ad arrivare alla sospensione dei finanziamenti, al cambiamento dell’organico e finanche alla chiusura delle scuole che si dimostreranno inefficaci.
Gli stessi insegnanti saranno chiamati a sottoporsi ad una verifica: coloro che entro il 2005 non l’avranno superata potrebbero anche trovarsi licenziati. Un’ipotesi però che difficilmente si verificherà per l’opposizione dei sindacati e per la carenza di personale docente.
La scelta di uniformare il sistema di istruzione trova l’appoggio dell’Aft, il sindacato “confederale” degli insegnanti che conta 800.000 iscritti, mentre l’”autonomo” Nea (due milioni di iscritti) ritiene che le prove annuali rappresentino un impoverimento dei piani di studio. Il sindacato dei dirigenti scolastici è invece contrario alla riforma, che non considera una vera ristrutturazione dell’educazione americana, per i suoi effetti di controllo centralistico.
Dal 1965 i tentativi di migliorare l’istruzione americana si sono risolti in fiaschi colossali: nonostante 200.000 milioni di dollari spesi dal governo centrale quasi il 70% degli studenti di quarta non raggiungono il livello basico di lettura mentre le prove di matematica dei dodicenni sono disastrose. L’investimento dovrebbe prevedere un incremento annuo della spesa federale di 8.000 milioni di dollari più altri mille milioni di dollari dedicati ad incrementare la lettura. Ma la spesa federale rappresenta solo il 7% degli investimenti nella scuola di ogni stato.

Se scioperi ti metto dentro. Qualche settimana fa i docenti del piu' popoloso distretto scolastico della contea di Monmouth, nel New Jersey, a poche decine di chilometri da New York, sono entrati in agitazione sindacale: il loro contratto era scaduto il 30 giugno 2001, e il datore di lavoro, il Board of Education della contea, voleva subordinare la sottoscrizione del nuovo
contratto ad un forte aumento della quota di stipendio che gli insegnanti avrebbero dovuto versare per assicurarsi contro le malattie. In media gli insegnanti americani guadagnano circa 120
milioni annui lordi, ma su quella cifra gravano pesantemente le tasse e le polizze delle assicurazioni, dal momento che non esiste intervento pubblico (salvo che in casi particolari) nei settori della sanita' e della previdenza sociale. Dopo una trattativa inconcludente, i docenti hanno infine deciso di scioperare: niente contratto, niente lavoro. Ma un giudice locale li ha precettati, e ne ha immediatamente spediti in galera 85, in ordine rigorosamente alfabetico. La condanna, per ora, e' di una settimana per non aver rispettato l'ordine di ritornare al lavoro. 700 colleghi dei docenti incarcerati hanno deciso pero' di insistere nello sciopero, inscenando manifestazioni davanti alla locale Corte di giustizia.