Nei licei è di nuovo agitazione.
Francia, ottobre 1999
OTTOBRE
Nei licei è di nuovo agitazione. Martedi 19 ottobre si è svolta la terza giornata di mobilitazione degli studenti dei licei francesi. 150.000 erano già scesi in piazza il 30 settembre e 100.000 il 7 ottobre rispondendo all’appello delle filosocialiste Fédération indépendante et democratique licèenne (Fidl) e Union nationale lycèenne(Unl) e della trotzkista Jeunesses communistes révolutionaires (Jcr) nonché di numerosi coordinamenti. Non esiste una piattaforma precisa del movimento, ma la delegazione della manifestazione parigina che doveva essere ricevuta dal ministero reclamava che fosse fatto il punto sul numero egli insegnanti mancanti, sulla strumentazione degli istituti, sulla riduzione del numero di alunni per classe e sui diritti di espressione degli studenti nelle scuole. Nonostante la debolezza rivendicativa non va dimenticato tuttavia che questo è il secondo movimento in due anni, che rivela il profondo malessere che serpeggia tra gli studenti.
Rispetto allo scorso anno appare indebolito anche il rapporto con le organizzazioni degli insegnanti e dei genitori. I sindacati Sgen-Cfdt e Se-Fen si sono dissociati dal movimento a causa della poca chiarezza di questo sul tema delle riforme. Stessa posizione ha assunto la Fédération des conseils de parents d’élèves (Fcpe).
Il sindacato autonomo Unsa, che aveva fornito il servizio d’ordine per la prima manifestazione, non ha continuato l’opera nelle successive. L’Unsen-Cgt ha lasciato alle sezioni locali la responsabilità di aderire. E se la Fsu ha lanciato un appello agli insegnanti perché fossero presenti alla manifestazione del 19, il suo sindacato nel settore secondario, lo Snes, si è ben guardato dal proclamare lo sciopero. Siamo infatti a due mesi dalle elezioni professionali tra i docenti e lo Snes lo scorso anno aveva appoggiato il movimento che poi ha dato luogo a riforme insoddisfacenti per la categoria.
Il ministero dal canto suo si difende dicendo di avere fatto tutto i possibile con un investimento speciale di quattro miliardi di franchi e l’assunzione di cinquemila docenti supplementari e di avere dato disposizioni affinchè nelle scuole siano garantiti il diritto di associazione, di affissione e di riunione. In particolare il ministero è reduce da un successo conseguito nei licei professionali dove ha promesso di retribuire gli studenti durante le attività di stage, per abolire ogni distinzione con le condizioni garantite dall’apprendistato.
Nondimeno "le malaise lycèenne" persiste e, come è stato detto in un meeting di studenti ed insegnanti organizzato dallo Snes il 18 ottobre, la questione di fondo irrisolta resta quella del riconoscimento ai liceali dello statuto di adulto.
Meno ore e più posti per gli insegnanti tecnici. Il Ministero dell’Educazione Nazionale francese ha promesso di ridurre nell’arco di tre o quattro anni l’orario settimanale degli insegnanti tecnici, da 23 a 18 ore, come quello dei loro colleghi di materie letterarie e scientifiche. Viene accolta così una rivendicazione storica di questi insegnanti.
Gli studenti dei licei professionali francesi fanno mediamente otto settimane di stage in azienda e il problema era che cosa facessero i docenti in tali periodi, adombrando l’ipotesi che il maggiore orario settimanale compensasse una vacanza di fatto. Ma secondo un rapporto ispettivo dello scorso maggio tra corsi, preparazione degli stage, il seguire gli alunni in stage e la verifica pedagogica di questi, gli insegnanti tecnici effettuano dal 90% al 110% del loro servizio anche quando gli studenti sono in azienda.
Secondo il sindacato degli insegnanti tecnici Snetaa-Fsu l’operazione riduzione d’orario dovrebbe comportare un incremento di 5000 posti.
Assemblea nazionale dei precari. Il 20 ottobre scorso lo Snes ha indetto un’assemblea nazionale contro la precarietà. Infatti secondo il sindacato francese il Ministero dell’Educazione si attrezzerebbe a mettere sotto contratto almeno 15.000 nuovi precari che si aggiungerebbero ai 6.000 autorizzati e ai supplenti non censiti, mentre mantiene limitati a meno di 5.000 i posti da dare a concorso. In tal modo. Dice lo Snes, si aumenta il precariato. La Fsu, federazione che raccoglie lo Snes, ha chiesto l’apertura di negoziati e lo sblocco delle assunzioni pubbliche.