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Si è riunito a Helsinki il Comitato Europeo Permanente sull’Università e la Ricerca

Alla FLC CGIL è attribuita una vicepresidenza del Comitato. Un breve resoconto dei lavori.

19/04/2013
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Si sono svolti il 14 e 15 aprile a Helsinki i lavori del Comitato Europeo Permanente sull’Università e la Ricerca dell’Internazionale dell’Educazione (HERSC) con la partecipazione di oltre 30 organizzazione in rappresentanza di più di 20 paesi. Il comitato coordina le attività dei sindacali che in Europa organizzano i settori dell’Università e della Ricerca: per l’Italia è presente la sola FLC CGIL. Nell’ambito delle competenze attribuite dalla segreteria europea dell’Internazionale dell’Educazione, il Comitato svolge attività di analisi e monitoraggio delle politiche europee, partecipa alle attività di dialogo sociale e di lobby, propone iniziative e campagne. In questa riunione sono state in parte rinnovate le cariche direttive, con l’elezione del Presidente e dei due Vice-presidenti. Risultano eletti in qualità di Presidente Jens Vraa-Jensen (Danimarca) e come Vice-presidenti Ilze Trapenciere (Latvia), Alessandro Arienzo (FLC CGIL). L’elezione del nostro delegato è un riconoscimento importante al ruolo che svolgiamo anche sul piano europeo.

Nei due giorni sono stati discussi temi come le politiche europee di valutazione della ricerca, di finanziamento premiale delle strutture, di accreditamento e quality assessment, di precariato e partecipazione dei ricercatori - in particolare i più giovani - alla vita e alla militanza sindacale. I lavori sono stati aperti da Anita Lihikoinen, Direttore Generale del Dipartimento Università e Ricerca, del Ministero dell’Educazione e della Cultura finlandese, che ha illustrato le recenti riforme attuate in questo paese e come queste si collocano nel contesto europeo e nel quadro di una più generale globalizzazione dei settori della conoscenza. A parere del suo governo l’affermazione di una società fondata sul riconoscimento e la fiducia reciproca deve essere il prerequisito delle proposte di riforma dei sistemi dell’educazione che appaiono oggi esprimere piuttosto un’idea di responsabilità declinata come controllo e sanzione. In Finlandia la relazione con i sindacati e i lavoratori è ritenuta quindi decisiva affichè le riforme proposte possano andare nella giusta direzione. Nella presentazione sono pure presentate le attuali strategie d’internazionalizzazione e sviluppo del sistema universitario, e un nuovo sistema di valutazione delle diverse attività degli atenei connesso alle modalità di finanziamento degli atenei. Una proposta che, pur nella sua problematicità, ci sembra offrire un contributo interessante anche al dibattito italiano. Infatti, al momento i risultati dei processi dei quality assessment non sono utilizzati per la distribuzione dei fondi, e gli indicatori individuati dal ministero finlandese per la distribuzione dei finanziamenti sono intesi come "indicatori di riferimento" e non come espressione di un qualche modello di qualità presupposto. Questi indicatori sono stati definiti, peraltro, in un ampio dialogo con le parti sociali. La rappresentante del Ministero finlandese ha quindi chiarito che il suo governo non ritiene utile un indicatore relativo al numero di studenti impiegati stabilmente dopo la laurea, nè viene attribuita alcuna premialità specifica ai risultati di ricerche applicative o alle attività di trasferimento tecnologico, a garanzia di una sostanziale libertà di ricerca.

Nel corso dei lavori, il Comitato ha accolto la proposta di dare avvio il prossimo anno a una campagna europea sul ruolo della conoscenza e dell’educazione; parte di essa sarà dedicata specificamente all’Università e alla ricerca. Durante questa mobilitazione saranno presentate a Bruxelles le due risoluzioni Fighting the crisis: an essential contribution of higher education and research e la Resolution on the financial and economic crisis approvate in questi anni, promosse dal Comitato e fatte proprie dall’Internazionale dell’Educazione. Si è quindi discussa la proposta di un seminario congiunto con le organizzazioni sindacali dei Paesi del Maghreb finalizzato a costruire un manifesto politico congiunto per dare avvio a un nuovo percorso sindacale euro-mediterraneo.

Si è quindi proseguito il confronto sulle politiche europee per la valutazione, l’accreditamento e la certificazione di qualità delle strutture. La tendenza a utilizzare questi strumenti come parte di politiche di tagli alla stesa e di crescenti estese privatizzazioni del settore sembra caratterizzare un numero crescente di paesi, soprattutto dell’area mediterranea e dell’Est Europa. Su questo tema, è previsto per il 2015 il termine dei lavori avviati dal Bologna Follow Up Group come attività di monitoraggio dell’attuazione del Processo di Bologna che vedrà la pubblicazione di un rapporto e di una serie di policy paper. Il Comitato partecipa ai lavori del gruppo ed è impegnato nel definire proposte per la definizione delle future politiche dell’Unione. Infatti, è da poco avviata la revisione delle European standards and guidelines for quality assurance da uno specifico Steering group: il lavoro del gruppo europeo è ancora in fase istruttoria, ma la revisione delle ESG presenta opportunità e rischi. Il comitato ha quindi costituito un gruppo di lavoro per la stesura di una testo programmatico sulla valutazione della ricerca e la distribuzione premiale delle risorse proporre al bureau di ETUCE (European Trade Union Committee for Education) per individuare le linee politico-sindacali europee congiunte su questi temi.

Ci si è quindi confrontati sulle formule organizzative e politiche più utili a rafforzare le nostre capacità di coinvolgere nella vita sindacale dottorandi e giovani ricercatori. Su questi due temi sono stati istituiti da tempo gruppi di lavoro che, a partire da uno specifico policy paper (Recommendations on organising researchers), intende individuare le linee politiche e organizzative comuni e gli strumenti per rafforzare il coordinamento sul piano europeo delle diverse organizzazioni. In particolare, tutte le organizzazioni sottolineano la necessità di rispondere al dato della scarsa partecipazione di giovani ricercatori e personale neo-assunto alla vita del sindacato; tema che impone una riflessione politica e organizzativa capace di ripensare profondamente modalita’ organizzative, priorità politiche, linguaggi. Particolarmente importante, infine, la partecipazione ai lavori del comitato dell’European Student Union, organizzazione che raccoglie sindacati e associazioni studentesche di 47 paesi europei con la quale si collabora nel percorso di monitoraggio della realizzazione di un sistema europeo del diritto allo studio e di un Europa più solidale e unita.

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