Spagna: Discipline artistiche e tecnologiche in sofferenza.
Spagna - Giugno 2005
Non amano molto le riforme gli insegnanti delle discipline artistiche spagnole. Perché, dicono, ogni volta che se ne fa una a loro tagliano ore e organici. La prima pugnalata alle spalle l’avevano avuta con la legge sulle materie umanistiche collegata alla LOCE, la riforma della destra spagnola. Ora sembra che la stessa cosa stia succedendo anche per la LOE, l’”anteprojecto” che il ministero socialista ha messo in campo per contrastare la LOCE. Questo infatti prevede che tra arti visive, arti plastiche e musica si insegnino un solo anno dei primi tre della secondaria obbligatoria.
La vecchia legge socialista (LOGSE) prevedeva che musica fosse insegnata obbligatoriamente due ore alla settimana in prima seconda e terza e che in quarta fosse opzionale, così come nei due anni del liceo. Poi la legge sulle materie umanistiche la fece scomparire dal liceo dove solo in seconda e solo per l’umanistico e le scienze sociali furono mantenute ore di storia della musica. Anche per arti visive e plastiche erano previste due ore in prima seconda e terza della secondaria obbligatoria , che la riforma delle materie umanistiche ridusse a un’ora, per adare l’altra a matematica o a lingua.
I professori lamentano di pagare il prezzo di discipline a cui viene dato uno scarso valore di mercato, mentre al contrario hanno una grande valenza integrativa, aggregante ed educativa.Ma anche i professori delle materie tecnologiche, che pure di mercato dovrebbero averne, lamentano la stessa cosa.
Nella secondaria obbligatoria anche la disciplina di tecnologia è attualmente obbligatoria in prima seconda e terza e opzionale in quarta, ed è così fin da quando fu introdotta grazie alla LOGSE. Con la LOE rimarrebbe obbligatoria in uno solo dei primi tre anni e sarebbe opzionale in quarta.
Nel liceo l’indirizzo tecnologica verrebbe poi unificato con l’indirizzo scientifico e l’area disciplinare tecnologica con quella informatica. La maggior parte degli insegnanti sono ingegneri, architetti, e laureati in chimica e fisica e sono riuniti in una Piattaforma Statale dei Professori di Tecnologia e hanno fatto manifestazioni a Madrid, Santiago de Compostela e Tenerife, ma hanno preso posizione contro queste riduzioni anche il Collegio degli Ingegneri Industriali, la Reale Accademia di Ingegneria, la Società Catalana di Tecnologia, l’Università Politecnica della Catalogna. L’Istituto di Tecnoetica.
Roma, 21 giugno 2005