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Spagna: la destra ci riprova

La destra spagnola vorrebbe ridurre di un anno il pezzo unitario della secondaria e aumentare di altrettanto quello sezionato tra licei e istruzione professionale.

19/01/2010
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Alla vigilia della conferenza dell’educazione che metterà a confronto la supervisione statale (leggi nazionale) del sistema con le autorità scolastiche delle diverse comunità autonome (leggi regioni) e nel pieno dello sforzo del governo socialista di trovare una intesa, un vero e proprio “patto educativo”, con l’opposizione del PP, quest’ultimo sembra intenzionato a dettare condizioni dure. L’ultima proposta del PP contemplerebbe la riduzione di un anno della educazione secondaria obbligatoria (ESO, praticamente la scuola media spagnola) e l’allungamento di un anno del liceo (bachillerato, 2 anni dai 16 ai 18 anni) e della formazione professionale (praticamente il corrispettivo della nostra istruzione professionale di stato). La Spagna ha un sistema in cui l’obbligo viene svolto in due percorsi: 6 anni di scuola primaria dai 6 ai 12 anni e 4 anni di ESO dai 12 ai 16 anni. Questo consente di tenere i bambini e i preadolescenti spagnoli in un sistema unitario fino all’assolvimento dell’obbligo. Ma il leit-motiv della destra internazionale, che comunque in Spagna non intende diminuire la soglia dei 16 anni per l’obbligo, sembra essere proprio quello dell’anticipazione delle scelte. La destra cerca di dare copertura pedagogica alla sua proposta sostenendo che in questo modo da un lato i ragazzi più studiosi e diligenti si libererebbero dalla zavorra dei ragazzi peggiori, i quali si orienterebbero sulla formazione professionale, dall’altro questi ultimi nella formazione professionale troverebbero una scuola più praticona e perciò più adatta alle loro esigenze. Il PP gioca in realtà sul senso comune e su qualche pregiudizio, ma quanto pare diffuso se è vero che un sondaggio tra i lettori di El Pais dà il 50% de contrari alla proposta del PP e il 47% di favorevoli: e El Pais è un quotidiano “di sinistra”!

Il governo e il PSOE tuttavia non sembrano intenzionati a cedere: la proposta del PP è giudicata segregazionista e respinta sdegnosamente.

Come si può vedere il patto educativo è tutt’altro che alle porte.

Roma, 19 gennaio 2010

Tag: spagna