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Spagna: prosegue l’attuazione della riforma scolastica di Zapatero

Meno selezione, inglese nella scuola dell’infanzia, educazione alla cittadinanza sono le principali innovazioni che caratterizzeranno la scuola spagnola nell’ultimo anno della legislatura “zapaterista”

14/09/2007
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Sesi guarda alla scuola spagnola sembra di assistere ad una riforma infinita. Nel 2001, dopo appena due anni che la riforma denominata LOGSE (avviata nel 1990) era arrivata a regime, il governo del PP la sostituiva con una nuova riforma denominata LOCE, la quale però nel 2003, una volta arrivato al potere il PSOE di Zapatero, veniva sospesa e, un anno dopo, sostituita dalla LOE, che aveva la pretesa di fare una sintesi tra la prima riforma, la seconda e le proteste che quest’ultima aveva sollevato. Ma la LOE era una riforma “lenta” che solo a partire dallo scorso anno scolastico ha cominciato ad essere applicata e la cui applicazione continua anche quest’anno e continuerà per un po’ negli anni a venire. Sempre però che alle prossime elezioni ormai alle porte non vinca il PP, il quale ha già fatto sapere che se arriverà al governo cambierà di nuovo tutto.

In ogni caso le misure nuove che la scuola spagnolaintrodurrà quest’anno sono essenzialmente le seguenti:

  • Debito scolastico: si potrà essere promossi anche con alcune insufficienze, di norma non più di due ma in alcuni casi anche tre, se il consiglio di classe lo decide, in relazione alla gravità dell’insufficienza ed al peso specifico della disciplina.

  • Esami di riparazione: si parlava in origine di due possibilità, giugno o settembre, per la collocazione degli esami di riparazione della scuola secondaria, sembra che il Ministero abbia optato per una soluzione unica a settembre.

  • Corsi Professionali Diversificati: per gli alunni di 15 anni che non completano l’obbligo a scuola sono previsti, come per il passato, corsi di qualificazione professionale, essenzialmente rivolti all’avviamento al lavoro, ma che da ora potranno anche essere accreditati, a certe condizioni, per ottenere il titolo di scuola secondaria (sostanzialmente la licenza media quadriennale, che si ottiene a 16 anni) e proseguire eventualmente negli studi.

  • Inglese nella scuola dell’infanzia: viene introdotto l’insegnamento della lingua inglese nel secondo ciclo della scuola dell’infanzia (quello dai 3 ai 6 anni).

  • Lettura: in tutte le discipline dovrà essere garantito un tempo per la lettura, nella scuola primaria questo deve occupare almeno mezz’ora ogni giorno.

  • Religione: ricompare nella scuola secondaria storia delle religioni come alternativa alla religione cattolica, ma, a differenza che nel passato, gli alunni potranno anche non scegliere alcunché, nel qual caso potranno avere o attività di studio, come per la primaria, o andare a casa.

Come si vede la maggior parte delle misure riguardano argomenti che sono di stretta attualità anche in casa nostra, anche se si può dire che Zapatero, prevedendo la promozione anche con alcune insufficienze, dimostra di avere la manica più larga e probabilmente anche più realismo del nostro Ministro Fioroni. Il tutto in una scuola dove il 30% dei sette milioni di alunni spagnoli non termina il percorso obbligatorio in età regolare e in cui il 29% non prosegue dopo i 16 anni di età.

Ma la cosa che ancora solleva più polemiche in Spagna sembra essere l’insegnamento di Educazione alla Cittadinanza e i Diritti Umani, una sorta di educazione civica potenziata, che proprio non sembra voler andar giù alla Conferenza Episcopale spagnola, alla confederazione cattolica dei genitori CONCAPA e all’associazione delle scuole private CECE.

Roma, 14 settembre 2007

Tag: spagna

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