Spagna: Verso una riduzione dei corsi di laurea?
Spagna - Luglio 2005
Il Consiglio di coordinamento universitario, il massimo organo di supervisione universitaria- ha proposto al ministro una riduzione dei corsi di laurea pari al 40% di quelli attualmente funzionanti. Attualmente in Spagna ce ne sono 140, divisi in “licenciaturas” e “diplomaturas”: dovrebbero scendere ad 82 finalizzati a un titolo unico. Il piano prevede il raggruppamento dei 26 titoli delle facoltà umanistiche in 10 e la riorganizzazione delle 59 lauree tecniche in 29. Ora la parola passa alla supercommissione di cui fa parte anche il Ministero dell’Educazione, che entro l’estate dovrà elaborare la proposta definitiva.
Ma ci si aspettano comunque modifiche dal momento che numerosi gruppi di pressione si stanno muovendo in merito. La questione dei corsi di laurea è solo l’inizio del piano predisposto dagli spagnoli per adeguarsi al nuovo spazio universitario europeo previsto dall’agenda di Bologna: la scadenza dell’avvio comune dovrebbe essere nel 2010 ma gli spagnoli contano di partire già con il 2008.Secondo il progetto del Consiglio universitario i corsi di laurea delle facoltà umanistiche saranno raggruppati abolendo il corso di Scienze Umane, mettendo quello di Storia dell’Arte insieme a Storia, e raggruppando le 14 filologie attuali in quattro corsi: lingua e letteratura spagnola, lingue e letterature moderne, filologia classica e lingue e letterature orientali.I corsi di laurea tecnici saranno di quattro anni (240 crediti), tranne Architettura che sarà di cinque (300 crediti). I progetti, necessari per ottenere le lauree tecniche, potranno essere inclusi nel corso o successivi ma non inferiori al semestre (30 crediti).
Scienze sociali, scienze sperimentali, medicina e giurisprudenza non avranno mutamenti quanto al numero dei corsi, ma per esempio per i maestri la laurea da triennale diventerà quadriennale e per insegnare nella secondaria inferiore e superiore e nella formazione professionale occorrerà un post-laurea specifico. I post-laure saranno definiti master e potranno servire per l’accesso alle professioni: i corsi che attualmente si spacciano per master, ma che non sono vincolati alle università, dovranno o convenzionarsi con le università o dovranno cambiare nome.
Roma, 23 giugno 2005