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Strascichi del movimento anti-cpe in Francia

I deputati francesi approvano la nuova legge che rimpiazza i Cpe, ma il movimento non smobilita. Sotto accusa altri contratti precari. Previste nuove manifestazioni.

18/04/2006
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Mercoledì scorso l’Assemblea Nazionale ha votato la nuova legge per l’inserimento giovanile nel lavoro che rimpiazza il Cpe. Hanno votato a favore i parlamentari del partito presidenziale Ump e i centristi dellUdf. Hanno votato contro socialisti e comunisti. La legge incentiva l’assunzione dei giovani tra i 16 e i 25 anni elargendo alle aziende 400 euro al mese per assunto il primo anno e 200 per il secondo.

Nel frattempo però il movimento non si è spento col ritiro della legge. Ancora 31 università risultano turbate da agitazioni e 18 sono ancora bloccate. Una parte ritiene che la breccia aperta sui Cpe vada praticata per ottenere risultati più consistenti nella lotta contro la precarieà. In particolare si vorrebbe ottenere il ritiro dei Cne (contratti di nuovo impiego), una misura molto simile ai Cpe (si disse che ne era l’ispirazione) introdotta un anno fa e riguardante la riassunzione dei licenziati. Che non si tratti di una boutade per tener vivo il movimento è dimostrato dalla discesa in campo a favore di un ritiro dei Cne del segretario generale del sindacato Cfdt Chereque.

Sotto accusa è messa soprattutto l’Unef: il sindacato degli universitari è accusato di aver applaudito troppo presto al ritiro dei Cpe e di aver avuto fretta di smobilitare.
Il coordinamento studentesco, animato a questo punto da studenti “non sindacalizzati” e riunitosi il 9 aprile a Nancy ha comunque programmato tre manifestazioni: una oggi, 18 aprile, una il 25 aprile vicino ai tribunali contro la repressione e una in 1 maggio di “convergenza” con gli operai.

Roma, 18 aprile 2006

Tag: cpe, francia