Tunisia: momento difficile per la giovane democrazia
Le reazioni all’uccisione dell’esponente laico e di sinistra Chokri Belaïd riaprono le sorti della Rivoluzione dei gelsomini.
Nei giorni scorsi, proprio mentre mettevamo on line le notizie circa il prossimo Social Forum mondiale che dovrà svolgersi a Tunisi da 26 al 30 marzo, cadeva assassinato Chokri Belaïd, avvocato, figura di primo piano della lotta contro il corrotto regime di Ben Alì ed esponente di uno dei numerosi partiti della sinistra tunisina, impegnato in un processo di unificazione del fronte laico e progressista contro i rischi di uno scivolamento del paese mediterraneo su posizioni di integralismo religioso. A seguito dell’omicidio la situazione tunisina esplodeva in grandi manifestazioni come abbiamo avuto modo di vedere nei reportage televisivi . Gli stessi funerali di Chokri Belaïd, accompagnati da un riuscitissimo sciopero indetto dall’UGTT, il sindacato tunisino, hanno dimostrato la portata del fatto e il suo significato di denuncia dei rischi per la giovane nuova democrazia tunisina. Rischi che, naturalmente, minacciano di coinvolgere anche l’annunciato Social Forum. In merito a ciò nei prossimi giorni alcuni incontri chiariranno meglio la situazione.
Nel frattempo è importante però dare ai democratici e ai sindacati tunisini tutto il sostegno necessario per affrontare un momento drammatico e decisivo per la Tunisia e per un esito democratico della “Rivoluzione dei Gelsomini”, come la CGIL ha fatto col comunicato del 6 febbraio e con la lettera di Susanna Camusso alla UGTT in occasione dello sciopero generale.
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Comunicato assassinio leader tunisino Chokri Belaïd
Sergio Bassoli
6 febbraio 2013
La CGIL condanna l'assassinio del leader del Partito unificato democratico nazionalista, Chokri Belaïd, una delle figure più popolari del movimento politico laico e progressista della Tunisia. Persona che ha sempre ricercato il dialogo ed il confronto politico, sempre pronto a denunciare la violenza e l'intolleranza come nemici della democrazia, fermamente impegnato nella costruzione del “fronte popolare”, l'iniziativa che ha riunito le diverse forze democratiche e progressiste del paese.
La CGIL chiede al governo tunisino che sia fatta giustizia, individuando esecutori e mandanti di questo ennesimo efferato atto di violenza politica, e che garantisca a tutti i suoi cittadini la libertà di espressione e l'esercizio dei diritti politici e civili, fermando la spirale di violenza che da mesi si è abbattuta sui sindacati e selle forze politiche di opposizione.
La CGIL esprime le più sentite condoglianze ai familiari di Chokri Belaïd.