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Unione Europea. Principi comuni per le competenze e le qualifiche dei docenti

Un testo per il confronto con i sindacati europei.

07/09/2005
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La qualità dell’insegnamento e, di conseguenza, la professionalità dei docenti costituiscono uno degli elementi chiave per il raggiungimento degli obiettivi di Lisbona nel 2010, come riaffermato nel rapporto Intermedio del 2004.
Al fine di individuare principi comuni sulla formazione iniziale ed in servizio dei docenti che servano da raccomandazioni alle politiche dei singoli stati, una commissione di esperti a livello europeo ha formulato una bozza di documento, che dovrà essere oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali europee.

La proposta prevede quattro principi chiave per la professione docente su cui si attende un consenso a livello europeo: una professione caratterizzata da un titolo universitario; una professione collocata all’interno di un contesto di apprendimento per la vita; una professione mobile; una professione basata sulla partnership.

Principi condivisi dall’ETUCE/CSEE, in quanto in sintonia con le proposte avanzate dallo stesso sindacato nella campagna “L’Europa ha bisogno d’insegnanti”, ma che devono trovare le necessarie decisioni politiche e soprattutto le risorse per la loro messa in atto.

Roma, 7 settembre 2005

COMMISSIONE EUROPEA -Direzione generale Educazione e Cultura

PRINCIPI COMUNI EUROPEI RELATIVI ALLE COMPETENZE E ALLE QUALIFICHE DEI DOCENTI

Introduzione
Il testo espone i principi comuni europei in materia di competenze e qualifiche dei docenti, elaborati per rispondere alle sfide lanciate nel Rapporto Intermedio sui progressi realizzati, in vista degli obiettivi del 2010, nel campo dell’Istruzione e della formazione. [1] Lo scopo è sostenere lo sviluppo di nuove politiche a livello nazionale o regionale, in funzione dei bisogni rilevati.

Il contesto
Gli insegnanti giocano un ruolo cruciale nel sostenere le esperienze d’apprendimento dei giovani e degli adulti e sono attori chiave per lo sviluppo dei sistemi educativi e l’attuazione delle riforme indispensabili a rendere, entro il 2010, l’Unione Europea l’economia più competitiva del mondo basata sulla conoscenza. Essi riconoscono che un’educazione di alta qualità garantisce a chi apprende una maggiore soddisfazione e realizzazione, migliori abilità sociali e più diversificate possibilità d’impiego. La professione docente, che s’ispira ai valori dell’inclusione e alla necessità di alimentare il potenziale di qualsiasi individuo in apprendimento, esercita un’influenza importante sulla società e svolge un ruolo vitale nel promuovere il potenziale umano e nel forgiare le future generazioni. Per questi motivi, se si vogliono raggiungere gli ambiziosi obiettivi dati, l’Unione Europea deve considerare il ruolo dei docenti, la loro formazione iniziale e continua e lo sviluppo delle carriere come elementi chiave prioritari.

I docenti dovrebbero avere gli strumenti adeguati per rispondere alle sfide, in continua evoluzione, della società della conoscenza -ma anche parteciparvi attivamente- e per preparare le persone ad essere discenti autonomi per tutta la vita. Di conseguenza, i docenti dovrebbero essere in grado di riflettere sui processi di apprendimento ed insegnamento attraverso un continuo coinvolgimento nelle conoscenze disciplinari, i contenuti curriculari, la pedagogia, l’innovazione, la ricerca e la dimensione sociale e culturale dell’educazione. E’ necessario che la formazione iniziale dei docenti sia a livello universitario, o ad un livello equivalente, e sia sostenuta da una forte partnership tra istruzione superiore e le istituzioni dove gli insegnanti troveranno lavoro.

Gli insegnanti giocano, inoltre, un ruolo fondamentale nel preparare i discenti al loro ruolo di cittadini europei. Devono, quindi, essere in grado di riconoscere e rispettare le differenti culture, ma anche d’identificare valori comuni condivisi. Un’esperienza fatta in prima persona in un altro paese europeo può aiutare i docenti a rispondere a tale sfida. Si dovrebbe, di conseguenza, dare priorità allo sviluppo del riconoscimento reciproco delle competenze e delle qualifiche dei docenti tra i paesi membri.

Sebbene i docenti giochino un ruolo cruciale nella società, non possono però agire da soli. I loro bisogni formativi di alta qualità devono essere sostenuti da coerenti politiche nazionali e regionali, dotate di risorse appropriate. Queste politiche devono rivolgersi alla formazione in ingresso dei docenti e alla loro formazione continua, ma debbono essere collocate all’interno del più ampio contesto delle politiche educative generali. La formazione dei docenti ha un impatto sulla qualità dell’apprendimento e perciò necessita di essere parte dei sistemi nazionali o regionali volti a migliorare e a valutare la qualità dell’educazione.

Principi comuni
Questi principi europei comuni dovrebbero essere visti come uno strumento di supporto allo sviluppo di politiche sulla formazione dei docenti a livello nazionale o regionale. Potrebbero dare slancio allo sviluppo di politiche che rispondano all’ampiezza delle sfide che l’Unione Europea sta affrontando e che migliorino la qualità e l’efficacia dell’educazione nell’Unione.

I principi comuni europei sono:

  • Una professione caratterizzata da un titolo universitario: sistemi educativi di alta qualità richiedono che tutti i docenti provengano da un percorso di studi a livello di istruzione terziaria o equivalente. Ogni docente dovrebbe avere l’opportunità di continuare i propri studi fino al più alto livello, al fine di sviluppare le proprie competenze d’insegnamento ed aumentare le proprie opportunità di progressione professionale. La formazione dei docenti deve essere multidisciplinare. Ciò significa che i docenti devono possedere: 1) conoscenza della loro disciplina d’insegnamento; 2) conoscenze pedagogiche; 3) le abilità e le competenze richieste per orientare e sostenere chi apprende e 4) comprensione delle dimensioni sociali e culturale dell’educazione. Ciò permette loro di rispondere a bisogni di apprendimento individualmente diversificati. La loro formazione, che dovrebbe dare particolare enfasi alle competenze pratiche e alle basi culturali e scientifiche, dovrebbe fornire le competenze e la fiducia richieste per diventare professionisti in grado di riflettere e discernere nel maneggiare le informazioni e le conoscenze.

  • Una professione collocata all’interno di un contesto di apprendimento per la vita: lo sviluppo professionale dei docenti dovrebbe continuare lungo l’arco dell’intera carriera e dovrebbe essere sostenuto ed incoraggiato da sistemi coerenti a livello nazionale, regionale e/o locale, in funzione dei bisogni. I docenti dovrebbero essere in grado di contribuire al processo che consente ai giovani e agli adulti di diventare autonomi e in grado di apprendere per tutta la vita. Dovrebbero riconoscere l’importanza di acquisire nuove conoscenze ed essere in grado di innovare e valorizzare il loro lavoro. E’ necessario che i docenti siano pienamente coinvolti nel processo di apprendimento per la vita e siano, a loro volta, in grado di evolvere e di adattarsi ai cambiamenti. Dovrebbero, inoltre, partecipare attivamente al loro sviluppo professionale, che deve essere riconosciuto all’interno dei diversi sistemi.

  • Una professione mobile: la mobilità dovrebbe costituire una componente centrale dei programmi di formazione iniziale e in servizio dei docenti. Gli insegnanti dovrebbero perciò essere incoraggiati a periodi di mobilità in altri paesi europei per motivi di sviluppo professionale, dovrebbero godere di uno status riconosciuto nei paesi ospitanti e la loro partecipazione riconosciuta e valutata dai paesi di provenienza. Gli insegnanti dovrebbero anche godere di forme di mobilità tra i differenti livelli educativi e verso professioni differenti all’interno del settore educativo.

  • Una professione basata sulla partnership: le istituzioni che si occupano di formazione degli insegnanti dovrebbero lavorare in collaborazione con le scuole, le industrie e i soggetti che si occupano di addestramento professionale. Gli insegnanti dovrebbero essere incoraggianti a riesaminare la loro pratica didattica e a partecipare ai processi in atto d’innovazione e di ricerca, al fine di stare al passo con una società della conoscenza in continua evoluzione. Dovrebbero anche lavorare in organizzazioni “che apprendono”, che riflettano sulle proprie e sulle altrui migliori esperienze e che collaborino con un'ampia gamma di gruppi e stakeholders a livello locale. Gli Istituti d’istruzione superiore dovrebbero assicurarsi che il loro insegnamento benefici delle loro conoscenze delle pratiche correnti. La formazione dei docenti e dei formatori, in sé, dovrebbe essere oggetto di studio e ricerca.

Questi principi comuni permettono di garantire l’attrattività e lo status della professione docente. Riconoscono il ruolo dei docenti in quanto attori chiave per sviluppare i valori dell’inclusione tra gli individui e la società. Gli insegnanti dovrebbero perciò ricevere una formazione di alto livello, dovrebbero sviluppare continuamente la propria professione e riflettere sulle proprie competenze. Dovrebbero, infine, essere ricompensati in modo appropriato.

Fare in modo che funzioni: le competenze chiave
L’insegnamento e l’educazione dovrebbero essere considerati nella loro accezione più ampia. Essi danno un contributo non solo agli aspetti economici ma anche a quelli culturali della società della conoscenza. Gli insegnanti dovrebbero, perciò, essere in grado di lavorare in modo efficace in tre aree tra loro connesse. Essi dovrebbero essere in grado di
· lavorare con l’informazione, la tecnologia e le conoscenze
· lavorare coi loro simili - persone in apprendimento, colleghi e altri partner all’interno dell’ambito educativo
· lavorare con e nella società a livello locale, regionale, nazionale, europeo e mondiale.
Il loro lavoro, in tutte queste aree, dovrebbe essere incastonato in un continuum di apprendimento e formazione professionale nell’arco della vita e le loro qualifiche e i risultati dovrebbero essere riconosciuti all’interno della Cornice europea delle qualifiche.
Lo sviluppo delle competenze professionali dovrebbe essere visto in continuità con la vita professionale. Non si può pretendere che tutti gli insegnanti, alla fine della loro formazione iniziale, siano in possesso tutte le competenze necessarie. Comunque, la sfida per chi ha ruoli decisionali nel settore educativo è di assicurare che tali competenze siano presenti a livello collettivo e istituzionale.

I docenti dovrebbero essere in grado di:

  • Lavorare con le conoscenze, la tecnologia e l’informazione: essi dovrebbero essere in grado di lavorare su un ampio ventaglio di tipologie di conoscenze. La loro formazione dovrebbe fornire gli strumenti per accedere, analizzare, convalidare, riflettere e trasmettere le conoscenze, facendo uso efficace delle tecnologie dove richiesto. Le loro competenze pedagogiche dovrebbero permettere di costruire e gestire ambienti d’apprendimento e di mantenere la libertà intellettuale di compiere scelte nella modalità d’insegnamento. Queste abilità devono tenere conto anche dell’innovazione e della creatività. La padronanza nell’uso delle nuove tecnologie dovrebbe consentire loro di integrarle in modo efficace nell’insegnamento e nell’apprendimento. Dovrebbero essere in grado di orientare e sostenere le persone in apprendimento nei network in cui si può trovare e produrre informazione. I docenti dovrebbero avere un alto livello di conoscenza e comprensione delle proprie materie d’insegnamento e avere una visione dell’apprendimento come di un viaggio che dura tutta la vita. Le competenze pratiche e teoriche dovrebbero anche consentire loro d’imparare dall’esperienza e di adattare un’ampia gamma di strategie d’apprendimento/insegnamento ai bisogni di chi apprende.

  • Lavorare con i propri simili: gli insegnanti svolgono una professione fondata sui valori dell’inclusione sociale e dello sviluppo del potenziale di chi apprende. Dovrebbero avere conoscenze nel campo della crescita e dello sviluppo umano e dimostrare consapevolezza del loro ruolo quando si relazionano agli altri. Gli insegnanti dovrebbero essere in grado di lavorare con chi apprende in quanto individuo e sostenerlo nel diventare membro attivo della società in cui partecipare pienamente. Essi dovrebbero, inoltre, elaborare e sviluppare attività di collaborazione che accrescano l’intelligenza collettiva di chi apprende e cooperare e collaborare con i colleghi per rafforzare i propri livelli di apprendimento e d’insegnamento.

  • Lavorare con e nella società: gli insegnanti contribuiscono alla formazione dei cittadini europei e nell’aiutare i discenti a capire l’importanza di apprendere per tutta la vita. Essi dovrebbero essere in grado di promuovere la mobilità e la cooperazione in Europa ed incoraggiare il rispetto e la comprensione interculturale. Dovrebbero, inoltre, conoscere il contributo che l’educazione dà allo sviluppo di società coese e avere una comprensione dell’equilibrio tra il rispetto e la consapevolezza della diversità delle culture dei discenti e l’identificazione di valore comuni. Essi dovrebbero anche comprendere i fattori che creano coesione sociale ed esclusione nella società ed essere consapevoli delle dimensioni etiche della società della conoscenza. Dovrebbero essere in grado di lavorare in modo efficace con la comunità locale, i partner e gli stakeholder nel campo educativo – genitori, insegnanti, istituzioni educative e gruppi rappresentativi. Gli insegnanti dovrebbero essere consapevoli che un’educazione di qualità dà a chi apprende maggiori e più diversificate opportunità di lavoro. Le loro esperienze e competenze dovrebbero anche metterli in grado di contribuire ai sistemi di assicurazione della qualità

Raccomandazioni ai decisori politici a livello nazionale e regionale

Per implementare politiche in linea con tali principi comuni europei, si fanno le seguenti raccomandazioni ai decisori politici a livello nazionale o regionale:

  1. gli insegnanti dovrebbero possedere un titolo di studio universitario o di livello equivalente

  2. i programmi di formazione dei docenti dovrebbero essere forniti in tutti i tre cicli dell'istruzione superiore, al fine di assicurarne la collocazione nell’area europea dell'istruzione superiore ed accrescerne le opportunità di progressione e mobilità professionale.

  3. dovrebbe essere promosso il contributo della ricerca e di pratiche provate allo sviluppo di nuove conoscenze in materia d’istruzione e formazione

  4. dovrebbe essere incoraggiata la partnership tra le istituzioni in cui lavorano gli insegnanti, l’industria, gli istituti d’addestramento professionale e di istruzione superiore, per sostenere una formazione di alta qualità e una preparazione pratica efficace, e occorre sviluppare network di innovazione a livello locale e regionale

  5. sono necessarie strategie di apprendimento per la vita coerenti e adeguatamente finanziate, che coprano attività di formazione sia formali sia non formali per sostenere uno sviluppo professionale continuo dei docenti. Tali attività, comprensive di formazione disciplinare e pedagogica, dovrebbero essere disponibili lungo tutta la carriera di un docente e dovrebbero essere riconosciute in modo adeguato.

  6. i contenuti dei programmi di formazione iniziale e continua dovrebbero riflettere l’importanza dell’interdisciplinarietà e approcci collaborativi all’apprendimento

  7. i progetti di mobilità per i docenti dovrebbero essere facilitati e promossi in quanto parte integrante dei programmi di sviluppo professionale, iniziale e continuo

  8. i programmi di sviluppo professionale iniziale e continuo dovrebbero assicurare che gli insegnanti abbiano conoscenza ed esperienza di cooperazione a livello europeo per renderli in grado di valorizzare e rispettare la diversità culturale e di educare chi apprende a diventare cittadini europei

  9. dovrebbero essere rese disponibili e potenziate le opportunità di studiare lingue europee, compreso l’uso di un linguaggio specialistico, durante la formazione iniziale e in servizio

  10. . dovrebbe essere data priorità allo sviluppo di una più ampia trasparenza e credibilità delle qualifiche dei docenti all’interno dell’Europa, per consentire il riconoscimento reciproco e aumentare la mobilità

Nonno, cos'è il sindacato?

Presentazione del libro il 5 novembre
al Centro Binaria di Torino, ore 18.

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